-400mila imprese in 10 anni


In un delicato intreccio di tradizioni culturali e slancio economico, l’artigianato italiano scivola sempre più verso una fase di incertezze. Numeri alla mano, negli ultimi dieci anni si registra un tracollo tale da far suonare più di un campanello d’allarme.

Basti pensare che, da 1,77 milioni di attività attive nel 2014, si passerà a 1,37 milioni proiettati per il 2024, con un’emorragia di 400 mila realtà artigiane. Questa caduta libera non riguarda soltanto le dinamiche strettamente economiche, ma mina anche le radici profonde che da sempre rendono l’Italia un simbolo di creatività nel mondo. In definitiva, circa un artigiano su quattro ha chiuso i battenti, delineando uno scenario ancora privo di una via d’uscita certa.

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In piena crisi dell’artigianato, si contano segnali allarmanti come la perdita di artigiani che, solo nell’ultimo anno, ha toccato la soglia di 72 mila imprese. Dietro a questi dati preoccupanti troviamo fattori complessi come il calo del potere d’acquisto dei consumatori, l’incremento dei costi energetici e l’impennata dei costi delle materie prime, un mix esplosivo che mette in ginocchio la sostenibilità di molte microimprese.

Parallelamente, la competizione con logiche di mercato sempre più aggressive erode i già limitati margini di guadagno, esasperando le criticità di un settore storicamente essenziale per l’economia nazionale.

Crollo dell’artigianato italiano: tra disparità regionali e futuro

Il quadro non è uniforme sul territorio. A soffrire di più sono le regioni del Centro-Nord, con punte negative del 28% nelle Marche, seguite da Umbria, Abruzzo e Piemonte, dove la contrazione sfiora il 26%. Nel Mezzogiorno, invece, alcuni comparti tirano un sospiro di sollievo grazie ai fondi del PNRR e agli incentivi del Superbonus 110, che hanno sostenuto il settore edile e, di riflesso, parte del tessuto produttivo locale. Ciononostante, la fragilità complessiva resta evidente e molti temono che, senza interventi strutturali, si rischi di disperdere un patrimonio di competenze dalle radici secolari.

Guardando oltre l’emergenza, diventa indispensabile puntare su strategie innovative che abbraccino formazione specializzata, digitalizzazione e misure fiscali adeguate. Il rilancio del settore dell’artigianato passa anche attraverso politiche regionali ben coordinate, capaci di mettere a sistema l’intervento pubblico con l’iniziativa privata, in modo da valorizzare le eccellenze territoriali. Al tempo stesso, occorre sottolineare la qualità e l’unicità dei prodotti artigianali, fattori che da sempre contraddistinguono l’eccellenza italiana.

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Solo con un approccio sinergico, sostenuto da misure coraggiose e mirate, sarà possibile invertire la rotta, salvaguardare la nostra storia manifatturiera e offrire una prospettiva più solida alle generazioni che verranno, così da garantire continuità a un’eredità produttiva di inestimabile valore.

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