Un fenomeno tanto più sorprendente se confrontato con il calo demografico: tra il 2019 e il 2024 gli studenti sono diminuiti di quasi 600mila unità (-7%). Il settore ha generato nel 2024 un giro d’affari di 800 milioni di euro, evidenziando un paradosso di mercato in cui meno alunni corrispondono a maggiori costi per le famiglie.
La concentrazione del mercato emerge come uno dei fattori determinanti: quattro gruppi editoriali – Mondadori (32%), Zanichelli (25%), Sanoma (13,5%) e La Scuola (8%) – controllano quasi l’80% delle vendite. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sottolinea una dinamica peculiare: i docenti scelgono i testi ma non li pagano, le famiglie li acquistano senza partecipare alla decisione, gli studenti li utilizzano senza poter influenzare la scelta. Questa catena di responsabilità disallineata genera squilibri strutturali nel processo decisionale.
Nuove edizioni e barriere al riuso: meccanismi che alimentano i rincari
L’indagine dell’Antitrust conferma le critiche del Codacons riguardo alle pratiche editoriali che ostacolano il contenimento dei prezzi. L’elevata incidenza di nuove adozioni raggiunge il 35% nelle scuole medie e il 40% nelle superiori da un ciclo scolastico all’altro. Parallelamente, ogni anno vengono pubblicate nuove edizioni per il 10% dei testi scolastici, spesso caratterizzate da modifiche che non introducono reali innovazioni didattiche ma rendono incompatibili i volumi precedenti.
L’articolo 25 del Codice AIE, che dovrebbe definire i criteri per giustificare una nuova edizione, viene giudicato dall’Antitrust “vago e difficilmente verificabile“, lasciando “grandi margini di discrezionalità agli editori“. Il meccanismo limita drasticamente il mercato dell’usato, che oggi vale solo 150 milioni di euro, circa un quinto del totale delle vendite. La normativa sullo sconto massimo del 15% – originariamente pensata per tutelare le librerie indipendenti – finisce per limitare le strategie di risparmio delle famiglie, mantenendo stabili i prezzi anche nelle grandi catene distributive.
Il flop del digitale rappresenta un’altra opportunità mancata: nonostante le politiche ministeriali di promozione degli ebook, il libro cartaceo continua a dominare le scelte dei docenti. Le versioni miste (cartaceo + digitale) si traducono spesso in costi aggiuntivi anziché in risparmi, mentre le licenze temporanee per i contenuti digitali impediscono la rivendibilità e il riuso.
Misure di sostegno insufficienti: fondi aumentati ma procedure lente
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha incrementato il fondo per l’acquisto di libri destinato alle famiglie meno abbienti da 133 milioni di euro nel 2024 a 137 milioni per il 2025, con ulteriori aumenti a 139 milioni previsti per il 2026-2027. Tuttavia, l’aumento del 3-4,5% rischia di essere rapidamente assorbito dai rincari costanti dei prezzi editoriali.
Giuseppe Valditara ha annunciato la valutazione di “misure di ulteriore sostegno” nella prossima legge di bilancio e ha istituito un tavolo permanente con l’Associazione Italiana Editori per bilanciare qualità didattica e contenimento della spesa. Tuttavia, come evidenzia la stessa Antitrust, i tetti di spesa ministeriali “si sono rivelati inefficaci” in assenza di controlli concreti.
Il problema dei tempi di erogazione dei contributi rappresenta una criticità strutturale: le risorse spesso arrivano quando l’anno scolastico è già iniziato, se non addirittura a distanza di anni. La procedura burocratica prevede che il Ministero ripartisca i fondi tra le regioni, che li distribuiscano ai comuni, i quali infine li erogano alle famiglie, allungando i tempi di attesa di mesi.
Le associazioni dei consumatori sollecitano interventi più incisivi, come l’introduzione della detrazione fiscale del 19% per l’acquisto dei libri di testo, sul modello delle spese sanitarie. Cittadinanzattiva sottolinea la necessità di semplificare i processi di accesso ai contributi, mentre l’ADOC evidenzia che per il 2025 la spesa media prevista raggiunge 487,53 euro per un alunno di prima media e 685 euro per uno studente di prima superiore, a cui si aggiungono i dizionari specialistici.
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