il governo stanzia un miliardo di euro


 

 

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(PressMoliLaz) 04 Ago 25 Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il 24 luglio 2025 il disegno di legge “ColtivaItalia”, contenente misure di consolidamento e di sviluppo del settore agricolo, collegato alla legge di bilancio per il triennio 2026-2028. L’iniziativa legislativa, presentata dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, rappresenta un intervento strutturale senza precedenti nel panorama delle politiche agricole nazionali, con uno stanziamento complessivo di un miliardo di euro distribuito nel periodo 2026-2028.

Il provvedimento si inserisce nel più ampio contesto della strategia governativa per la sovranità alimentare, configurandosi come risposta strutturale alle sfide competitive e produttive che caratterizzano il settore primario nazionale. Come evidenziato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel 2024 l’Italia è diventata la prima nazione UE con il più alto valore aggiunto agricolo con oltre 42,4 miliardi di euro, risultato che il nuovo piano intende consolidare e potenziare attraverso interventi mirati.

L’architettura normativa del disegno di legge si articola su tre pilastri fondamentali, ciascuno destinatario di una dotazione finanziaria di 300 milioni di euro, configurando un approccio equilibrato e strategicamente orientato verso i comparti maggiormente esposti alle dinamiche di mercato internazionale e alle criticità strutturali del sistema produttivo nazionale.

Il primo pilastro dell’intervento normativo riguarda il rifinanziamento per il triennio 2026-2028 del Fondo per la Sovranità Alimentare con 370 milioni di euro, strumento che ha già dimostrato la propria efficacia nel finanziare il rientro in coltivazione di 175.853 ettari precedentemente abbandonati, ora destinati a colture strategiche quali frumento e soia mediante specifici aiuti alla produzione.

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Il Fondo sovranità alimentare, dotato di 300 milioni di euro, assume una duplice funzione: da un lato il rafforzamento della coltivazione di frumento, soia e altri settori strategici ma deficitari, dall’altro l’incentivazione di investimenti nel settore agricolo attraverso una ripartizione temporale che prevede 50 milioni nel 2026, 100 milioni nel 2027 e 150 milioni nel 2028. Tale progressione crescente degli stanziamenti riflette una logica di implementazione graduale che consente alle imprese agricole di pianificare investimenti strutturali di medio-lungo termine.

Il secondo pilastro strategico del piano ColtivaItalia destina 300 milioni di euro al rafforzamento del comparto zootecnico nazionale, con particolare focus sulla riduzione della dipendenza dalle importazioni e il rafforzamento della produzione di carne bovina nazionale attraverso la linea vacca-vitello. L’intervento risponde a una criticità strutturale del sistema zootecnico italiano, che attualmente importa una quota significativa dei capi di bestiame successivamente allevati e macellati nel territorio nazionale.

La strategia “Allevamento Italia” si configura come risposta sistemica alla necessità di conseguire una maggiore indipendenza produttiva nel settore delle carni bovine, settore caratterizzato da elevata dipendenza dall’estero e da margini di competitività che necessitano di consolidamento attraverso investimenti strutturali. L’approccio normativo privilegia la filiera integrata vacca-vitello, modello produttivo che garantisce maggiore controllo qualitativo e tracciabilità del prodotto finale.

Il terzo pilastro dell’intervento legislativo destina 300 milioni di euro al Piano Olivicolo Nazionale, strumento finalizzato al reimpianto di oliveti con varietà resistenti e al ripristino della capacità produttiva delle aziende. L’intervento assume particolare rilevanza strategica considerando che, come evidenziato dal Ministro Lollobrigida, l’Italia è un paese esportatore che produce più di quanto consuma internamente, ma che al contempo è costretta ad importare olio di oliva per soddisfare la domanda interna complessiva.

Il Piano Olivicolo si propone di sostenere la ricostituzione dell’intera capacità produttiva nazionale, non limitandosi alle aree maggiormente colpite dalle fitopatie degli ultimi anni, ma estendendo l’intervento all’intero sistema olivicolo nazionale. L’approccio normativo privilegia l’utilizzo di varietà resistenti, configurando una strategia di lungo termine che coniuga sostenibilità ambientale e resilienza produttiva.

Il disegno di legge ColtivaItalia prevede inoltre una dotazione di 10 milioni di euro destinati ai contratti di filiera per il frumento che prevedono un credito di imposta dal 20% al 40% a seconda della durata degli accordi. Tale strumento fiscale si configura come incentivo alla stipulazione di contratti pluriennali tra produttori e trasformatori, favorendo la stabilizzazione dei prezzi e la programmazione produttiva di medio termine.

L’intervento sui contratti di filiera rappresenta una risposta alle dinamiche speculative che caratterizzano i mercati cerealicoli, offrendo agli operatori strumenti contrattuali che garantiscono maggiore certezza economica e pianificazione degli investimenti. Il meccanismo del credito d’imposta, modulato in funzione della durata degli accordi, incentiva la stipulazione di contratti di lungo termine, favorendo la stabilità delle relazioni commerciali lungo la filiera.

Una componente strategica del piano ColtivaItalia riguarda il sostegno al ricambio generazionale attraverso la facilitazione dell’accesso al credito per giovani e donne di età compresa tra i 18 e i 41 anni, con una dotazione finanziaria di 150 milioni di euro. L’intervento si completa con la messa a disposizione di 8.417 ettari di terreno che potranno essere assegnati in comodato d’uso gratuito per 10 anni a persone tra i 18 e i 41 anni con la possibilità di riscatto.

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La strategia per il ricambio generazionale si configura come risposta strutturale all’invecchiamento della popolazione agricola italiana, fenomeno che rappresenta una delle principali criticità del settore primario nazionale. L’utilizzo del comodato d’uso gratuito decennale con opzione di riscatto offre ai giovani imprenditori agricoli la possibilità di avviare attività produttive senza l’immediato onere dell’acquisizione fondiaria, favorendo l’ingresso nel settore di nuove professionalità.

Il disegno di legge introduce significative misure di semplificazione amministrativa, prevedendo che le istruttore dei Centri autorizzati di assistenza agricola (CAA) diventeranno immediatamente esecutive per le pratiche prive di valutazioni discrezionali, garantendo una attuazione più rapida ed efficiente degli interventi.

Per le imprese agricole, di pesca e acquacoltura colpite da epizoozie nel corso del 2025, il provvedimento introduce una specifica misura di sostegno attraverso la sospensione per 12 mesi del pagamento della parte capitale della rata dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale, in scadenza nell’anno 2026, previa presentazione di autocertificazione.

Il disegno di legge ColtivaItalia rappresenta un intervento normativo di portata strategica che si inserisce nel più ampio quadro delle politiche europee per la sicurezza alimentare e la competitività del settore primario. L’approccio sistemico adottato, che coniuga sostegno finanziario diretto, incentivi fiscali, semplificazione amministrativa e misure per il ricambio generazionale, configura una strategia integrata di consolidamento del settore agricolo nazionale.

La ripartizione equilibrata delle risorse sui tre pilastri strategici – sovranità alimentare, allevamento e olivicoltura – riflette una visione complessiva delle priorità produttive nazionali, orientata verso la riduzione della dipendenza dall’estero e il rafforzamento delle filiere strategiche. L’orizzonte temporale triennale degli interventi consente alle imprese agricole di pianificare investimenti strutturali di medio-lungo termine, favorendo la modernizzazione e l’innovazione del settore.

Come sottolineato dalle organizzazioni di categoria, tra cui Coldiretti che ha definito “storico” il pacchetto, l’efficacia del piano dipenderà dalla rapidità del processo di approvazione parlamentare e dalla successiva implementazione operativa delle misure previste. Il Governo ha richiesto alle Camere una sollecita calendarizzazione nel rispetto dei regolamenti parlamentari, evidenziando l’urgenza strategica dell’intervento.

L’investimento complessivo di oltre un miliardo di euro, che si aggiunge agli 11 miliardi già stanziati dal Governo Meloni per il settore agricolo, configura un impegno finanziario senza precedenti che testimonia la centralità attribuita al settore primario nelle politiche economiche nazionali. Il successo dell’iniziativa legislativa dipenderà dalla capacità di tradurre le risorse stanziate in interventi concreti ed efficaci, capaci di rafforzare la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura italiana nel contesto europeo e internazionale.

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