» Abruzzo. Agricoltura in affanno: trovare e trattenere manodopera è sempre più difficile


La Cia regionale lancia l’allarme: “Serve formazione, incentivi e collaborazione”

Agricoltura in crisi di manodopera: aziende agricole abruzzesi alle prese con un problema che non è più solo stagionale.
Secondo Cia Abruzzo, la difficoltà non riguarda soltanto il reperimento dei braccianti, ma anche la loro permanenza: “Sempre più spesso i lavoratori selezionati, anche attraverso canali ufficiali, lasciano dopo poche ore di lavoro. Questo genera ritardi nella raccolta e aggrava i costi aziendali”, spiegano dall’associazione.

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Una situazione che, per la Confederazione, non può più essere affrontata con soluzioni emergenziali. “Il lavoro agricolo oggi richiede competenze e motivazione – sottolineano – non è un’attività improvvisata e serve riconoscerne il valore professionale”.

Formazione e selezione per ridurre gli abbandoni

Tra le proposte in campo c’è l’avvio di corsi pratici e mirati, capaci di preparare i lavoratori alle reali condizioni dei campi. L’obiettivo è duplice: fornire competenze di base e aiutare le aziende a individuare personale realmente interessato, riducendo così l’elevato tasso di abbandono registrato dopo il primo giorno.

Incentivi alle imprese e contrasto al lavoro irregolare

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Cia Abruzzo chiede anche agevolazioni fiscali e contributive per chi assume nel rispetto delle regole e garantisce contratti trasparenti. In questo modo si alleggerirebbe il peso economico sulle aziende e si renderebbe meno conveniente il ricorso al lavoro sommerso, ancora diffuso nel settore.

Integrazione e rete territoriale

Altro nodo strategico è il coordinamento tra imprese agricole, Comuni, centri per l’impiego, enti del terzo settore e cooperative che si occupano di accoglienza dei migranti. “Queste realtà svolgono un ruolo chiave nell’orientamento e nella mediazione culturale – spiega la Cia – ma spesso restano escluse dai tavoli decisionali. È tempo di creare una rete stabile per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro legale e qualificato”.

Legalità come condizione di competitività

Infine, l’associazione richiama la necessità di intensificare i controlli contro il caporalato e le forme di sfruttamento che minano la dignità dei lavoratori e alterano la concorrenza. “Non possiamo limitarci a dire che mancano le braccia – conclude la Cia Abruzzo – Servono strumenti concreti e un sistema che valorizzi chi lavora con trasparenza e chi cerca occupazione con dignità”.



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