Oggi l’81^ anniversario dell’eccidio di Tavolicci, sull’Appennino romagnolo – Montagna


Uno degli episodi più efferati di repressione nazifascista durante la Seconda Guerra Mondiale in Emilia-Romagna. È l’eccidio di Tavolicci, piccolo borgo del comune di Verghereto (FC), dove il 22 luglio 1944 furono trucidate 64 persone: in gran parte donne, anziani, bambini.

Alla cerimonia per l’81^ anniversario della strage, nella quale persero la vita ben 19 bambini con meno di 10 anni, è intervenuta, in rappresentanza della Regione, l’assessora alla Cultura, Gessica Allegni. Presenti anche Enrico Salvi, sindaco di Verghereto; Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, vescovo di Cesena-Sarsina; Ines Briganti, presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Forlì-Cesena e Roberta Mira, storica dell’Università di Bologna. Insieme alle ragazze e ai ragazzi di “Terra e Memoria”.

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“Tavolicci è una vicenda drammatica e purtroppo a lungo rimossa e dimenticata- ha ricordato Allegni -. Ma ricordare ed essere qui oggi è un dovere civile e morale. Un modo per questa comunità e per tutti noi di ritrovarci nel ricordo delle vittime e del loro sacrificio, ma anche per ribadire le ragioni della pace, della libertà, della democrazia e dell’antifascismo. Un dovere che abbiamo specialmente nei confronti delle nuove generazioni, contro ogni tentativo di revisionismo e sottovalutazione”.

“Anche grazie alla legge regionale sulla memoria del ‘900 – conclude l’assessora – insieme agli istituti storici e alle associazioni che tengono vivi i principi e i valori alla base della nostra Costituzione, faremo in modo che questa e altre tragedie che hanno segnato gli anni più bui del secolo scorso vengano non solo ricordati, ma portino ad un impegno quotidiano contro ogni forma di discriminazione e sopruso”.

Dopo la cerimonia, la visita guidata alla Casa Museo di Tavolicci e la proiezione del documentario: “Tavolicci 22 luglio 1944 una memoria”

La strage

La strage perpetrata dai membri del IV Battaglione di volontari di polizia italo-tedesca si consuma tra il 20 e il 22 luglio del 1944. In particolare all’alba del 22 luglio vengono uccise 64 delle 83 persone che abitano la piccola e isolata località.

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Un eccidio a lungo dimenticato. Solo a partire dagli anni Settanta studi e ricerche, insieme alla raccolta di testimonianze orali, hanno consentito di cominciare a ricostruirne la dinamiche e ad attribuirne le responsabilità.

La Casa dell’eccidio è il simbolo di quel tragico evento, risultato di quella strategia del terrore nazifascista contro i civili che intendeva reprimere il movimento partigiano nei luoghi della Linea Gotica.



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