La stretta monetaria degli ultimi anni ha prodotto un effetto d’oro per gli istituti di credito italiani. Secondo un’analisi della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), dal 2022 al 2024 le banche hanno registrato utili netti aggregati superiori a 112 miliardi di euro, con un record assoluto raggiunto nel 2024: 46,5 miliardi di euro.
Il dato è reso possibile da un contesto di tassi d’interesse elevati, che ha rilanciato il core business del credito e rafforzato la redditività del comparto. A guidare la crescita è stata una dinamica positiva avviata nel 2022, dopo una fase di profitti più contenuti nel quadriennio precedente.
Il credito torna centrale nei ricavi bancari
Nel 2024 i ricavi totali del settore bancario hanno toccato quota 110,1 miliardi, con un aumento del 7,2% rispetto al 2023 e un incremento del 33,8% rispetto al 2018. In particolare, il credito è tornato a rappresentare la principale voce di ricavo, con una quota del 58,5%, superando le commissioni (41,5%) che avevano dominato dal 2019 al 2021.
L’ammontare dei prestiti a imprese e famiglie a giugno è cresciuto dello 0,9% su base annua, con un’accelerazione rispetto al +0,1% del mese precedente. Più nel dettaglio, i prestiti alle famiglie sono cresciuti dell’1,5% mentre quelli alle imprese hanno segnato un calo dell’1,4% nel mese di maggio.
Tassi in calo, ma il margine resta ampio
La fase di tassi elevati sembra ora avviata verso una normalizzazione. I tassi di mercato, secondo l’Abi, sono in discesa da ottobre 2023. A giugno, il tasso medio sui nuovi finanziamenti alle imprese è sceso al 3,56%, e quello per l’acquisto di abitazioni è stabile al 3,17%, in netto calo rispetto a dicembre 2023 (4,42%).
Il tasso medio complessivo sui prestiti è sceso al 4,02%, dal 4,08% del mese precedente.
Qualità del credito e stabilità patrimoniale
Resta solida anche la qualità del credito: l’incidenza dei crediti deteriorati netti è all’1,5%, con un tasso di copertura del 52,5%, ben sopra la media europea (41,4%). Le cessioni di Non Performing Loan per oltre 17 miliardi tra 2023 e 2024 hanno contribuito a stabilizzare i bilanci.
Gli indici di efficienza e redditività delle banche italiane restano tra i più solidi in Europa. A sostegno di questi risultati, sottolinea il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni, c’è il lavoro quotidiano di centinaia di migliaia di dipendenti del settore, che hanno contribuito al raggiungimento di bilanci “così in salute”.
Nel 2023, grazie al nuovo contratto collettivo, è stato garantito un aumento medio di 435 euro mensili per i lavoratori, e recentemente è stato riconosciuto un ulteriore incentivo per i dirigenti.
Il sistema bancario italiano si presenta quindi robusto e performante, in un contesto economico che si avvia verso una nuova fase, segnata da tassi in calo e maggiore concorrenza tra istituti.
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