Forno Bonomi, l’azienda dolciaria veronese: «Nostro fratello voleva vendere. Con noi resterà un’impresa di famiglia»


di
Matteo Sorio

Verona, liquidato Dario, restano Fausto, Renato e figli: «Investiamo a Roverè dove nascerà una nuova linea per la produzione di savoiardi»

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Nel mondo del dolciario veronese c’è un caso che spezza il ritmo delle cronache sui fondi d’investimento. «Nostro fratello Dario già una quindicina d’anni fa era più propenso alla vendita. Io e Renato no. Ci sembrava giusto portare avanti l’azienda, per la storia di famiglia e per il territorio, che altrimenti l’avrebbe vista in mano ad altre entità o fondi». Raccontata da Fausto Bonomi, la genesi del fresco riassetto societario di Forno Bonomi – 80 milioni di fatturato nel 2024, l’export a contribuire per oltre il 60 per cento e il savoiardo a incarnare il 75 per cento della produzione – rivela come e perché un marchio longevo dell’industria di Verona sia rimasto in famiglia. Storia in controtendenza rispetto ai recenti orizzonti apertisi tra Dal Colle e Melegatti, due casi di crisi nello stesso settore, prima una e poi l’altra passate al fondo Usa Bain Capital – già in Fedrigoni – tramite l’irlandese Valeo Foods e il suo braccio italiano Balconi spa, da dodici anni subentrato pure alla guida del biscottificio Baroni.

L’azienda nelle mani dei figli

La traiettoria di Forno Bonomi è completamente diversa. Guidata dai figli di quell’Umberto che espanse l’attività avviata nel 1850 con il panificio a Velo Veronese, l’azienda vede già inserita la sesta generazione. Con la recente uscita dalla società di Dario Bonomi, il fratello di Fausto e Renato che è stato liquidato e che ora porterà avanti il ramo immobiliare di famiglia, la partecipazione che a lui faceva capo passerà a Cristina e Michela, figlie di Fausto, il presidente, e a Silvia, Giorgio e Gianni, figli di Renato, l’amministratore delegato, tutti già inseriti da anni e prossimi a ricevere in cda le prime deleghe. «Ogni volta che siamo stati di fronte a grandi investimenti abbiamo deciso di rimanere a Roverè», riflette Fausto Bonomi, classe ‘56, citando lo stabilimento a quasi 1.000 metri d’altezza, in Lessinia, dove lavorano 220 dipendenti. Quello stabilimento cui, otto anni fa, sono stati destinati 35 milioni per rinforzare la parte logistica, con navette e magazzino automatico.




















































La nuova linea produttiva

Ora ch’è realtà il riassetto societario, Unicredit garantisce una linea di credito da 18 milioni che supporterà l’operazione ma anche la nuova linea produttiva sui savoiardi, probabilmente attiva dall’autunno per una trentina di posti di lavoro in più, un’infrastruttura con cui «saliremo a 50 quintali di savoiardi prodotti ogni ora, record a livello mondiale», dice Fausto Bonomi. In ballo c’è anche l’idea di un’altra linea, da varare nel 2026 e dedicare forse al mondo della sfoglia, salendo così a sette linee totali comprese quella già presente sulla sfoglia stessa e l’altra sugli amaretti. «Il futuro si basa sull’espansione internazionale e una crescente affermazione sul mercato italiano», scrivono Fausto e Renato Bonomi nella nota ufficiale sul riassetto. Al telefono, il presidente dell’azienda conferma che «lavoriamo su 110 mercati esteri. La crescita più grande l’hanno avuta Usa e Canada. Negli ultimi anni siamo saliti molto in Corea del Sud, Giappone, Vietnam, Taiwan, Indonesia, poi anche Cina e India. Del Medio Oriente si parla poco ma ci lavoriamo parecchio e i problemi geopolitici per ora non stanno creando ostacoli, nemmeno sul fronte ucraino. Mentre l’America Latina si sta aprendo, l’unico continente un po’ deficitario è l’Africa, ma si profilano buone opportunità».

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Il costo delle materie prime e gli investimenti

Il costo dell’energia? «Nel 2024 si è un po’ più stabilizzato. Abbiamo un impianto fotovoltaico da 1MW e ne stiamo installando un altro della stessa potenza. Chiaro che una pala eolica per noi vorrebbe dire poter eliminare il contatore». Il prezzo di materie prime come il burro? «È molto elevato, ma non si muove da un mese e mezzo, segnale positivo». Quanto agli investimenti tra comunicazione e marketing, Fausto Bonomi conferma i punti in cima all’agenda, tra cui «la partnership con Fondazione Arena nel mondo dell’opera lirica, il ruolo di “jersey sponsor” con Verona Volley nella pallavolo e quello di sponsor del settore giovanile dell’Hellas nel calcio». Quell’Hellas che, dallo scorso gennaio, è un’altra delle grandi realtà veronesi controllate dai fondi d’investimento.

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18 luglio 2025

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