minaccia per un export da record


Nel fervore di un mercato che sembrava inarrestabile, le esportazioni di formaggi italiani nel 2024 hanno toccato i 5,4 miliardi di euro, consacrando l’Italia al secondo posto mondiale nel settore. Questa performance ha segnato un incremento del 13,8% nei primi tre mesi del 2025, frutto di un crescente apprezzamento per la qualità e la tradizione culinaria del nostro Paese.

Una simile crescita lasciava presagire un ulteriore consolidamento nei prossimi anni, con prospettive favorevoli per l’occupazione e la valorizzazione del territorio. Tuttavia, l’arrivo dei dazi USA rischia di frenare la corsa dell’export formaggi italiani, mettendo in pericolo l’intero indotto lattiero-caseario. Il valore culturale e commerciale dei nostri prodotti appare oggi più che mai minacciato.

Contabilità

Buste paga

 

Nuove tariffe e timori concreti

Le tariffe doganali introdotte dall’amministrazione statunitense oscillano dal 20% per il Pecorino Romano al 40% per formaggi erborinati come il Gorgonzola. Ma il contraccolpo maggiore colpisce il Parmigiano Reggiano, il nostro vanto nazionale, che vede un balzo dal 15% al 35% e un conseguente aumento del prezzo al consumo, da 50 a 59 dollari al chilo.

Gli operatori del settore si trovano di fronte a costi aggiuntivi tali da scoraggiare l’importazione e ridurre la competitività sui principali scaffali americani. In questo contesto, persino i prodotti freschi, dal mascarpone alla mozzarella, subiscono rincari superiori al 30%. La paura è che il fascino del Made in Italy soccomba davanti a costi proibitivi, con effetti rilevanti sull’occupazione e sull’intera filiera casearia.

Impatto economico e rischio di imitazioni

La stima delle associazioni di categoria parla di perdite che possono sfiorare i 2 miliardi di euro per l’agroalimentare italiano, un settore che fa affidamento sugli Stati Uniti come terzo mercato di destinazione, con oltre 6 miliardi di esportazioni complessive.

Mentre molte aziende temono contrazioni significative delle vendite, la voce dell’Afidop evidenzia un ulteriore pericolo: l’incremento del fenomeno dell’Italian sounding, ovvero la diffusione di imitazioni locali pronte a sostituire i prodotti certificati resi troppo costosi dai rincari.

Microcredito

per le aziende

 

Tale scenario metterebbe a repentaglio la reputazione delle nostre eccellenze, creando un pericoloso vuoto in uno dei principali mercati internazionali. In mancanza di misure efficaci, i consumatori americani potrebbero orientarsi sempre più verso alternative di minore qualità e dubbia autenticità.

Richieste di sostegno europeo

Per contenere l’impatto, la Confagricoltura chiede un intervento coordinato a livello comunitario, capace di offrire strumenti di tutela e agevolazioni alle imprese coinvolte. L’obiettivo è scongiurare una retromarcia produttiva e salvaguardare i 70 miliardi di euro che l’intero comparto agroalimentare genera annualmente grazie all’apprezzamento dei consumatori oltreconfine.

In un momento tanto delicato, la collaborazione tra istituzioni, produttori e organismi di vigilanza risulta imprescindibile per mantenere alta la competitività dei marchi italiani e difendere un patrimonio gastronomico unico. La sfida è trovare soluzioni rapide, prima che i costi aggiuntivi penalizzino irreparabilmente i formaggi e le tradizioni del nostro Paese, minando un tassello fondamentale della nostra identità culinaria.



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