Oltre metà dei ricavi prodotti dalle piccole e medie imprese della Castellana viene assorbita dal fisco. A rivelarlo è un’indagine della CNA di Castelfranco Veneto, che oggi segna simbolicamente il “Tax Free Day”: il giorno in cui, idealmente, gli artigiani smettono di lavorare per lo Stato e iniziano finalmente a guadagnare per sé stessi.
La cifra fa riflettere: il 54,5% del reddito generato da una PMI del territorio viene eroso da tasse, contributi e imposte indirette. Una pressione che, secondo la CNA, mette seriamente a rischio la tenuta del tessuto produttivo locale.
Il peso fiscale: tra tributi e burocrazia
L’indagine, realizzata dagli esperti della CNA locale, tiene conto di tutte le componenti fiscali che gravano su un’impresa: dall’Irpef (che può toccare il 35%) all’Irap (3,9%), dai contributi INPS (24-25%) fino a imposte regionali e locali. A questo si sommano oneri nascosti, come l’Iva non detraibile e i costi su spese non deducibili per legge.
Ma non è solo una questione di numeri. A rendere la situazione ancora più complessa è la macchina burocratica, che secondo Leonardo Grandesso, presidente della CNA di Castelfranco Veneto, “non ha fatto che aggravarsi nonostante la digitalizzazione”.
La denuncia della CNA: “Semplificare per sopravvivere”
“Le imprese artigiane sono strozzate non solo da un prelievo fiscale troppo elevato – afferma Grandesso – ma anche da una burocrazia insostenibile. Ci aspettavamo un alleggerimento con la fatturazione elettronica, e invece gli adempimenti sono aumentati: esterometro, Intrastat, LIPE, reverse charge, autocertificazioni, moduli su moduli… spesso per comunicare dati che lo Stato ha già”.
Nel mirino della CNA ci sono anche strumenti come lo split payment, le ritenute sui bonifici per detrazioni fiscali e l’obbligo del visto di conformità per accedere ai crediti IVA, che comportano ulteriori spese. “Serve un cambio di rotta – continua Grandesso – e servono misure coraggiose: innalzare il tetto per i crediti IVA, abolire le LIPE, semplificare le dichiarazioni, riconoscere maggiori crediti d’imposta sugli investimenti, e soprattutto incentivare le assunzioni con agevolazioni concrete”.
Le imprese chiedono un fisco equo
Il “Tax Free Day” di oggi, seppur simbolico, lancia un messaggio chiaro: le imprese della Castellana lavorano oltre metà dell’anno solo per pagare le tasse. E mentre lo Stato incassa, chi produce ricchezza, occupazione e sviluppo rischia di non farcela.
“Un sistema più equo – conclude Grandesso – non è solo una battaglia degli artigiani. È una necessità per la tenuta economica e sociale del Paese. Ridurre le tasse e gli adempimenti significa liberare risorse per investire, innovare e creare lavoro”.
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