Bilancio Ue, le quattro criticità per il governo italiano


Agricoltura, turismo, nuove tasse sulle imprese e finanziamenti. Questi i quattro temi su cui il governo italiano non è d’accordo con la proposta di Bilancio 2028 – 2034 presentata nei giorni scorsi dalla Commissione Ue. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha dichiarato che «si può fare di meglio, soprattutto per quanto riguarda l’agricoltura, ma anche per il turismo, credo si possa affrontare con più valore, servono più soldi per il turismo nei bilanci europei».

Il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, nel suo intervento nella sessione pubblica al Consiglio Affari generali sul bilancio pluriennale ha inoltre sottolineato come, se da una parte, il fondo per la competitività va bene, «ma va declinato». 

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

Dall’altra parte, «la tassazione per le imprese mi pare un fuori d’opera perché è esattamente un messaggio antitetico a quello che si vuole dare. Sotto questo profilo penso che si debba rivedere questa iniziativa perché reputo proprio che andiamo anche in questo caso nel senso opposto a quelle che sono le aspettative, ma anche a quelle che sono le nostre volontà».

Quindi il ministro ha toccato un altro punto sul quale l’Italia non concorda: «Anche il global Europe (lo strumento di finanziamento per l’azione esterna, ndr), ci lascia abbastanza perplessi per come viene presentato in questa proposta preferivamo avere un quadro che fosse più chiaro e soprattutto che evitasse di diluire le priorità così come invece si profila».

E infine sulla Pac, Foti spiega come c’è un problema di scelte. «Crediamo e vogliamo continuare a credere che la politica agricola sia una delle politiche e dei pilastri delle politiche europee. Perché se è così noi dobbiamo necessariamente fare una riflessione sulla proposta che ci è stata avanzata, che noi riteniamo sia del tutto insufficiente, ma soprattutto è errata come messaggio, perché nel momento in cui abbiamo già gli agricoltori che stanno contestando fortemente questa impostazione iniziale, noi rischiamo di andare nella direzione opposta a quella che il settore ci chiede».

Entrando nel dettaglio dei fondi, con 86,6 miliardi di euro l’Italia è il quarto beneficiario delle risorse del piano di partenariato nazionale e regionale del prossimo Bilancio Ue a lungo termine (2028-2034). Lo conferma un documento della Commissione Ue pubblicato insieme alla proposta di Bilancio pluriennale dell’Ue, che dovrà essere negoziata da Capitali ed Eurocamera. Il fondo unico che racchiude, tra gli altri, anche Pac e Coesione, mobiliterà un totale di 865 miliardi di euro per sette anni. L’Italia è quarta dopo la Polonia (123,3 miliardi), la Francia (90,1 miliardi) e la Spagna (88,1 miliardi). La Germania, stando alla proposta della Commissione, riceverà 68,4 miliardi.

Una coesione mai vista…

Non si era mai vista così tanta coesione tra i vari Paesi membri dell’Ue, quanto nel criticare la proposta di Bilancio 2028-2034 presentata nei giorni scorsi dalla Commissione. Il punto più ostico è l’ipotesi di introdurre una tassa sulle imprese che vendono in Europa, comprese quelle europee.

Microcredito

per le aziende

 

«L’imposta core (sulle grandi aziende), non serve a tassare chi produce in Europa, ma è un’imposta per chi vende in Europa. Quindi questo riguarda tanto Volkswagen quanto Byd». Lo ha dichiarato il commissario europeo per il Bilancio, Piotr Serafin, intervenendo nella sessione pubblica del Consiglio Affari generali.

«Per le aziende che hanno un fatturato superiore a 100 milioni di euro l’anno, ma inferiore a 250 milioni l’anno, si parla di una tassa di 100 mila euro. Solo per le aziende che hanno un fatturato superiore ai 700 milioni di euro l’anno, la quota diventa davvero significativa, ed è di 750 mila euro», ha aggiunto.

Poi Serafin cerca di tamponare spiegando che «sappiamo che non è il momento di chiedere contributi più elevati da parte degli Stati membri al bilancio europeo» e le nuove risorse proprie sono un «modo per quadrare il cerchio, essere più efficaci, più ambiziosi in termini di spesa, di finanziamento delle nuove priorità. Si tratta di un ambizioso pacchetto di risorse? Questa è la nostra linea».

Germania: «trattative saranno difficili»

Le prime critiche arrivano propria dal cancelliere tedesco Friedrich Merz che ha dichiarato di prevedere che i negoziati sul bilancio 2028-34 saranno «estremamente difficili», dopo che il suo governo ha respinto le proposte iniziali della Commissione Europea. «A partire dal prossimo anno, dovremo affrontare negoziati estremamente difficili», ha dichiarato Merz in una conferenza stampa a Berlino, aggiunge che «la Germania finanzia già circa un quarto del bilancio europeo, quindi le nostre possibilità di fare di più in questo ambito sono molto limitate». Il cancelliere ha anche respinto l’idea di conferire all’Unione Europea nuovi poteri di indebitamento, ispirati alla risposta dell’Unione alla pandemia di Covid-19, un’idea avanzata da alcuni Stati membri. E ha aggiunto come mettere una tassa sulle imprese è come darsi una zappa sui piedi.

La Francia ha invece una linea più morbida perché sostiene che «siamo in un momento di turbolenza geopolitica in cui l’Europa ha bisogno di un Bilancio ambizioso». Nei negoziati sul prossimo Quadro finanziario pluriennale «la Francia terrà d’occhio diversi punti. Il primo è la sovranità alimentare dell’Europa. Lotteremo per ogni centesimo della politica agricola comune. Dare visibilità ai redditi degli agricoltori, dare loro i mezzi per investire, aiutare i giovani agricoltori a iniziare, e quindi il rinnovamento generazionale, è assolutamente cruciale affinché il nostro continente non dipenda dagli altri per nutrirsi». Lo ha detto il ministro francese per gli Affari europei Benjamin Haddad, arrivando al Consiglio Affari generali.

Poco ambizioso il piano, infine, per la Spagna: «Valutiamo positivamente alcuni elementi della proposta, come gli aumenti di bilancio per la scienza, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, anche nel settore dell’azione estera, ma riteniamo che, nel complesso, la proposta non sia all’altezza delle sfide che l’Unione europea si trova ad affrontare in questo ambito», ha detto il segretario di Stato per l’Ue della Spagna Fernando Sampedro Marcos al Consiglio affari generali a Bruxelles. «La sicurezza e la difesa – ha aggiunto – devono essere considerate un bene pubblico europeo che richiede una risposta decisa da parte dell’Unione, ma questo non dovrebbe avvenire a scapito di altri beni pubblici europei, come la transizione verde, digitale e sociale».

Riproduzione riservata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura