tabacco, imprese e rifiuti tech per finanziare il bilancio 2028-2034


Il rimborso del debito contratto per finanziare i 421 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto del Next Generation Eu, insieme all’incremento senza precedenti dei fondi che la Commissione Ue ritiene vadano destinati alla difesa, mette enorme pressione sul prossimo bilancio pluriennale dell’Unione per il periodo 2028-2034. Occorre fare cassa, ma senza scontentare gli Stati membri aumentando i contributi nazionali. Così, nella proposta faticosamente ufficializzata mercoledì, tra i malumori della stessa maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen, il collegio dei commissari ha inserito cinque nuove “risorse proprie” (entrate che alimentano direttamente il bilancio comunitario) che dovrebbero affiancare quelle già esistenti, come i dazi doganali e una quota di Iva. Tradotto: nuove tasse. Per 44 miliardi l’anno, stando alla slide proiettata dal commissario al Budget Piotr Serafin a beneficio della commissione Bilancio del Parlamento Ue, a cui non è stato fornito alcun documento scritto.

Gli annunci di Serafin confermano, pur senza dettagli, i contenuti delle bozze circolate nelle ultime settimane: Bruxelles intende colpire di più il tabacco, i rifiuti elettronici non riciclati e le imprese, con una nuova “corporate resource for Europe“. In più ripropone di aggiungere alla lista una parte dei proventi del sistema Ets per lo scambio delle quote di emissione e della nuova carbon tax alla frontiera. Mentre ha frettolosamente deciso di fare marcia indietro rispetto all’ipotesi di varare una tassa comunitaria sui colossi del digitale che avrebbe scontentato Donald Trump.

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In attesa di conoscere le aliquote ipotizzate, ancora in bianco nelle bozze in circolazione, finora sappiamo che il maggior gettito è atteso da una nuova risorsa legata alla quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche non riciclate, che avrebbe anche l’obiettivo di ridurre i rifiuti e migliorare i sistemi di raccolta: si parla di 15 miliardi l’anno, in media. Segue, con 11,2 miliardi di ricavi annui ipotizzati, la discussa nuova aliquota su tabacco, sigari e sigarette elettroniche – coordinata con la revisione della direttiva sulle accise sul tabacco, che dovrà aggiornare i livelli minimi e ampliare il campo di applicazione a nuovi prodotti. Il balzello consentirebbe, stando agli auspici, pure di risparmiare sui costi sanitari e ridurre le frodi fiscali legate alla produzione illegale di tabacco.

Il sistema di scambio delle emissioni (Ets) dovrebbe garantire invece 9,6 miliardi l’anno. È stata cassata l’ipotesi di varare un Ets2 che avrebbe colpito le emissioni legate a trasporti su strada ed edifici, quindi le entrate arriveranno solo dall’Ets1 già in vigore, che riguarda le imprese inquinanti. Altri 1,4 si spera di ottenerli dal Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), la tassa sull’anidride carbonica incorporata o emessa per la produzione di beni importati in Europa, introdotta per evitare distorsioni della concorrenza a favore dei gruppi che hanno sede in Paesi con legislazioni più permissive. Da notare che entrambe le richieste erano state presentate già nel 2020, insieme all’ipotesi di una imposta sulle transazioni finanziarie, ma non se n’è fatto nulla causa divisioni tra i Ventisette.

Ulteriori 6,8 miliardi dovrebbero pagarli, secondo la Commissione, tutte le aziende europee e le multinazionali con sedi in Ue che abbiano un fatturato annuo minimo di 100 milioni di euro e non 50 come da precedenti bozze. Il contributo sarebbe un importo fisso annuale differenziato in base al fatturato dell’azienda.

Il bottino complessivo supera i 58 miliardi annui se si aggiungono anche i proventi degli “aggiustamenti” alle risorse proprie già esistenti. L’esecutivo Ue vorrebbe infatti aumentare l’aliquota di quella basata sui rifiuti di imballaggi in plastica non riciclati, introdotta con l’attuale Quadro finanziario pluriennale, e ridurre la quota di dazi doganali che viene trattenuta dagli Stati membri.

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Del resto solo per ripagare i debiti contratti per finanziare Next Generation Eu serviranno 24 miliardi di euro l’anno: il rimborso inizierà nel 2028 e durerà fino al 2058 e il costo complessivo preventivato per il prossimo settennato è di 168 miliardi. E ben 131 miliardi di euro, se la proposta passerà, andranno a difesa e spazio: cinque volte la cifra attuale.



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