Intesa Sanpaolo, infrastrutture, energia e innovazione per accelerare la competitività di Regno Unito, Europa e Medio Oriente


Il ruolo delle infrastrutture, della transizione energetica e dell’innovazione come fattori chiave per la competitività del Regno Unito e dell’Europa è stato al centro della conferenza “Infrastructure and Growth Opportunities for Europe and the UK: Focus on the UK Infrastructure Strategy”, tenutasi a Londra e organizzata dalla Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo. L’incontro ha riunito esponenti istituzionali, rappresentanti del mondo imprenditoriale, finanziario e accademico per analizzare il nuovo Piano decennale per le infrastrutture del Regno Unito (2025-2035) e discutere delle opportunità connesse e delle iniziative utili per attrarre investimenti tra i diversi paesi.

Dichiarazione di Mauro Micillo

Mauro Micillo, Chief della Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato come un dialogo costruttivo tra settore pubblico e privato sia la chiave per accelerare progetti in grado di rafforzare la competitività del Regno Unito e dell’Europa. Il finanziamento delle infrastrutture sostenibili, oltre a supportare la cosiddetta twin transition (green e digital), continuerà a rappresentare un pilastro strategico per la Divisione IMI CIB, grazie alla capacità di mobilitare capitali di mercato a sostegno dell’economia reale e alle competenze avanzate in ambito advisory e strutturazione di project e public financing. Nel 2024, il mercato globale del Project Finance ha superato i 300 miliardi di euro, di cui 45 miliardi – pari a circa il 15% del totale – hanno visto il coinvolgimento diretto della Divisione. Intesa Sanpaolo si conferma così un catalizzatore di investimenti, accanto a istituzioni, aziende, fondi e investitori, con l’obiettivo di rafforzare la competitività e al tempo stesso promuovere uno sviluppo sostenibile.

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Operazioni strategiche per la transizione e l’innovazione

Dal 2023 a oggi, la Divisione IMI CIB ha preso parte a numerose operazioni internazionali con base nel Regno Unito, coinvolgendo partner e investitori globali per un controvalore complessivo di circa 11 miliardi di euro. Queste operazioni si sono concentrate in particolare nei settori delle infrastrutture, dell’energia, delle telecomunicazioni e della transizione digitale, rafforzando la presenza della banca in progetti strategici. Tra i più rilevanti figurano il progetto di trasporto e stoccaggio di CO₂ Liverpool Bay T&S, il closing dell’acquisizione di National Grid Transmission da parte di Macquarie AM, e diverse iniziative nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica realizzate a fianco di TRIG e SEEIT. Queste attività rientrano pienamente nella strategia del Gruppo Intesa Sanpaolo, guidato dal CEO Carlo Messina, volta ad accompagnare la transizione sostenibile e digitale e a promuovere nuovi modelli di crescita in linea con gli obiettivi del Piano d’Impresa 2022–2025.

Evento a Londra su infrastrutture e strategie di crescita

Il nuovo Piano decennale per le infrastrutture lanciato dal Governo del Regno Unito prevede investimenti pari a 725 miliardi di sterline, equivalenti a oltre 846 miliardi di euro, con l’obiettivo di stimolare lo sviluppo economico, modernizzare i servizi pubblici e accelerare la transizione verso un’economia low-carbon. Il piano, con una forte attenzione al valore sociale, si propone di affrontare le sfide strutturali di lungo periodo, favorendo la crescita economica del Regno Unito, l’attrazione di nuovi talenti, l’adozione di tecnologie avanzate e il rafforzamento della competitività globale. Le sue direttrici principali riguardano le opere infrastrutturali, la transizione energetica e il potenziamento delle strutture sociali e ambientali, con particolare focus su mobilità urbana, edilizia residenziale, fonti rinnovabili, sanità e istruzione.

Analisi e partecipanti alla conferenza

In occasione dell’approvazione del piano, la Divisione IMI CIB ha riunito a Londra aziende corporate, fondi infrastrutturali e investitori istituzionali provenienti da Italia, Regno Unito e Middle East, per approfondire le opportunità offerte e discutere delle modalità più efficaci per promuovere una crescita sostenibile, sottolineando la necessità di una collaborazione tra settore pubblico e privato. L’evento si è aperto con l’intervento di Mauro Micillo, a cui sono seguiti i Keynote Speech di John Edwards, Director e COO dell’Office for Investment del Governo UK, di Enrico Letta, già Primo Ministro italiano, e di Alan Morrison, Intesa Sanpaolo Professor of Business, Ethics and Finance presso la Saïd Business School dell’Università di Oxford. La tavola rotonda ha coinvolto rappresentanti di IKIGAI Capital, ENI UK, Masdar, Macquarie AM, Ofgem, SSE Renewables e della Divisione IMI CIB.

Presenza storica nel Regno Unito

La branch di Londra della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, attiva come filiale dal 1981, rappresenta oggi uno dei principali hub internazionali del Gruppo, punto di riferimento per la Regione UK & MEA, che include anche le sedi di Dubai, Abu Dhabi, Doha e Istanbul. Alla data del 31 dicembre 2024, il volume complessivo dei finanziamenti erogati a clienti corporate e istituzioni finanziarie era pari a circa 8,5 miliardi di euro. La regione conta circa 310 professionisti, che gestiscono le relazioni con oltre 600 gruppi tra Regno Unito e Medio Oriente, comprendenti grandi multinazionali dei settori infrastrutture, energia, telecomunicazioni, real estate, oltre a financial sponsor, fondi sovrani e investitori istituzionali. A questi si aggiungono circa 400 filiali locali di importanti gruppi italiani e internazionali.

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Scambi commerciali tra Regno Unito, UE e Medio Oriente

Il Regno Unito, l’Unione Europea (UE) e il Medio Oriente intrattengono relazioni commerciali consolidate, con ampie prospettive di crescita futura. Complessivamente, queste tre aree rappresentano oltre il 30% del PIL mondiale. L’UE è un partner commerciale fondamentale per il Regno Unito: nel 2024, le esportazioni britanniche verso l’UE sono state pari a 358 miliardi di sterline, equivalenti al 41% di tutte le esportazioni del Regno Unito, mentre le importazioni dall’UE hanno raggiunto i 454 miliardi di sterline, rappresentando il 51% del totale importato. Le esportazioni di servizi dal Regno Unito verso l’UE hanno superato del 19% i livelli del 2019, in termini reali. Il commercio tra Regno Unito e i paesi del Gulf Cooperation Council (GCC) si attesta a circa 59 miliardi di sterline all’anno, rendendo il GCC il settimo mercato d’esportazione per il Regno Unito. Inoltre, i fondi sovrani di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti figurano tra i maggiori investitori stranieri nel Regno Unito. Dal lato europeo, l’UE è il secondo partner commerciale del GCC, coprendo l’11,7% degli scambi globali di merci del Consiglio, pari a 161,7 miliardi di euro nel 2024.





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