Conferenza per l’Ucraina, nasce la BraveTech Eu: cosa prevede l’accordo e come può cambiare la guerra




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Accelerare l’innovazione nel settore della difesa attraverso una cooperazione più stretta basandosi sulle innovazioni testate sul campo dall’Ucraina. Questo l’obiettivo dell’iniziativa BraveTech Eu presentata Commissione Europea in occasione della Conferenza per la Ripresa dell’Ucraina organizzata al convention center la Nuvola nella zona Eur a Roma, alla presenza del Commissario Europeo per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubulius, e il Ministro per la Trasformazione Digitale dell’Ucraina, Mykhailo Fedorov.

Concretamente l’iniziativa collega la piattaforma tecnologica di difesa Brave 1 del ministero della Trasformazione Digitale ucraino con programmi Ue come il Fondo europeo per la difesa (Edf) e il Programma europeo per l’innovazione in materia di difesa (Eudis). L’obiettivo è stimolare l’innovazione sostenendo azioni congiunte, hackathon, test rapidi e collaborazione diretta tra aziende europee e ucraine, in particolare start-up e pmi.

BraveTech Eu, spiega la Commissione, sarà attuato in due fasi. Una prima fase, Seed, che inizierà nell’autunno del 2025, si baserà sulle attività esistenti dell’Edf, rafforzando la collaborazione con l’ecosistema di innovazione della difesa ucraino. Le azioni includono hackathon di difesa incentrati sull’Ucraina, matchmaking tra aziende e investitori ucraini ed europei, finanziamenti per la ricerca e sviluppo per startup europee e ucraine e opportunità di test per supportare lo sviluppo tecnologico in Ucraina per le aziende europee della difesa.

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Una seconda fase, Scale Up, amplierà le azioni della fase Seed, utilizzando risorse aggiuntive provenienti dall’Edf e dall’Ukraine Support Instrument (Usi) nell’ambito del prossimo Programma industriale europeo per la difesa (Edip). Le attività prevedono l’integrazione di startup e scale-up ucraine nell’acceleratore di imprese Eudis, insieme ad aziende europee, potenziali sovvenzioni e supporto azionario, e lo sviluppo tecnologico.

Le iniziative nazionali

Scendo a livello dei singoli Paesi europei, da un lato, Leonardo smentisce «categoricamente l’ipotesi della coproduzione italo-ucraina di droni che coinvolgerebbe l’azienda». Dall’altro lato, la Germania e la Norvegia hanno espresso la propria disponibilità a comprare batterie di sistemi antiaerei americani Patriot per poi cederle all’Ucraina. E l’intervista del presidente Usa, Donald Trump, alla Nbc, sembra confermare l’esistenza di un simile accordo. 

Da non scordare poi che a margine della conferenza di Roma il governo britannico e quello ucraino hanno siglato l’accordo, annunciato tempo fa da Londra, per la consegna di 5.000 nuovi missili di difesa anti-aerea modello Thales a Kiev. (riproduzione riservata) 



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