il piano Meloni per le famiglie


Il governo sta studiando un pacchetto di misure fiscali per sostenere l’occupazione femminile, con particolare attenzione alle madri, e al tempo stesso modificare il sistema delle detrazioni. La proposta prevede di sostituire il sistema individuale con una scala proporzionata al numero di figli, orientando la politica fiscale alle esigenze familiari. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste questo cambiamento del bonus mamme.

Stanziati fondi aggiuntivi per le lavoratrici madri

La misura allo studio mira a rilanciare la natalità e a sostenere il lavoro femminile con uno sconto fiscale crescente in base al numero di figli, già dettagliato nelle cifre. Il governo così vuole ridistribuire risorse e incentivi alle madri lavoratrici, pur muovendosi entro margini di bilancio stretti: la spesa pubblica può crescere solo dell’1,5% del Pil e almeno 4 miliardi l’anno andranno alla difesa.

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La super-detrazione verrebbe affiancata a un potenziamento dei nidi (oggi coprono già 480mila famiglie) per rendere più accessibili scuole dell’infanzia e servizi di cura. Inoltre, dovrebbe sostituire gradualmente le decontribuzioni temporanee per madri con due o tre figli, in scadenza tra la fine del 2025 e del 2026.

In questo modo, il governo punta a trasformare un insieme di bonus frammentati in una strategia più chiara e stabile, che tenga insieme sostegno alle famiglie numerose, occupazione femminile, qualità dei servizi per l’infanzia e sostenibilità dei conti pubblici, secondo la visione illustrata dal ministro Giancarlo Giorgetti in Parlamento e nelle audizioni sulla transizione demografica.

Il consiglio dei ministri ha anche deciso di aumentare le risorse per le lavoratrici madri, portandole complessivamente a 480 milioni di euro.

La ministra Elvira Calderone ha illustrato le misure, ancora allo studio, che sono state pensate in questi termini

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

  • madri con due figli – contributo netto di 40 euro al mese per 12 mesi, pagato in un’unica soluzione a dicembre;
  • madri con tre o più figli a tempo indeterminato – proroga degli sgravi contributivi fino al 2026;
  • madri con contratti a termine o libere professioniste – previsto anche per loro il contributo mensile di 40 euro, sempre erogato a dicembre.

Nuova ipotesi allo studio: detrazioni basate sulla famiglia

La proposta prevede anche le seguenti detrazioni, pensate specificamente per le madri, salvo incapienza:

  • 2.500 euro per il primo figlio;
  • 7.500 euro per il secondo figlio;
  • 12.500 euro per il terzo figlio;
  • 17.500 euro per il quarto figlio.

Si tratta ancora di una bozza, la cui realizzazione dipende dai margini di bilancio, già messi sotto pressione da altre misure come il taglio dell’Irpef per il ceto medio dal 35% al 33%.

C’è da dire, però, che l’ultima Legge di bilancio ha già introdotto correttivi: dal 2025 chi dichiara più di 75mila euro dovrà calcolare la detrazione in base al reddito e ai figli a carico. Il tetto massimo scende a 14mila euro per redditi fino a 100mila e a 8mila oltre quella soglia.

Come accedere e chi potrà chiedere i benefici

Le domande andranno inoltrate direttamente all’Inps, non più al datore di lavoro, mentre restano esclusi i rapporti domestici e il tetto di reddito resta fissato a 40mila euro.

I contributi spettano alle madri con almeno due figli, comprese autonome e contratti a termine. Chi ha tre o più figli e un contratto stabile continuerà a godere dello sconto sui contributi fino a 3mila euro l’anno.





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