Migliaia di lavoratori colpiti: Il governo ungherese ordina un taglio massiccio dei costi nelle aziende statali


Il governo ungherese ha emesso una direttiva di ampia portata che richiede alla maggior parte delle imprese statali di tagliare immediatamente le spese relative al personale di almeno il 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La mossa, ora in vigore, fa parte di una più ampia spinta all’austerità ufficialmente legata all’”inflazione da guerra” e ai “conflitti armati regionali”. Tuttavia, i critici sostengono che si tratta di un’altra serie di duri tagli al bilancio che colpiscono i lavoratori, mentre le istituzioni politicamente favorite non vengono toccate.

Migliaia di lavoratori statali colpiti

Secondo il decreto governativo, pubblicato lunedì sera nella Gazzetta ufficiale Magyar Közlöny, tutte le aziende statali, ad eccezione di 30 enti esenti, devono ridurre i loro stipendi e i costi del personale. Il mandato non specifica se i risparmi debbano provenire da licenziamenti, tagli salariali o altre misure, lasciando alle aziende il compito di capire come conformarsi.

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La scadenza è ravvicinata: le aziende devono trasferire i risparmi calcolati al bilancio centrale entro il 15 dicembre. In caso contrario, nel 2026, il G7 scriverà un doppio pagamento punitivo.

Per rendere le cose più difficili, alle aziende è vietato prendere prestiti per coprire il trasferimento richiesto.

Secondo le stime, la mossa potrebbe avere un impatto immediato su oltre 10.000 dipendenti di decine di aziende interessate, tra cui Magyar Közút (Strade pubbliche ungheresi), Szerencsejáték Plc. (Lotteria Nazionale) e l’azienda informatica governativa NISZ. La direttiva riguarda anche diverse istituzioni che impiegano centinaia di persone, come il National Toll Payment Services, la Banca Ungherese di Sviluppo e il Centro di Conoscenza Lechner.

Migliaia di lavoratori statali sono interessati. Illustrazione. Foto: depositphotos.com

Esenti i favoriti politici

Mentre la maggior parte delle aziende statali deve rispettare i tagli, a 30 entità è stata concessa un’esenzione totale. Queste includono fornitori di servizi strategici come MÁV (Ferrovie Ungheresi), Magyar Posta (Poste Ungheresi) e il gruppo energetico MVM, che insieme impiegano decine di migliaia di persone. Sono stati risparmiati anche la Banca Nazionale Ungherese, l’Acquedotto Nazionale e persino l’editore di Nemzeti Sport, il quotidiano sportivo allineato al Governo.

L’elenco delle aziende esentate è cresciuto rispetto a un decreto simile dello scorso anno, ampliandosi fino a includere le entità del Servizio Penitenziario Ungherese, l’editore di Nemzeti Sport e l’operatore del Gruppo Radio Art Ungherese. L’ampliamento dell’elenco di esenzioni ha sollevato delle perplessità, soprattutto perché molte di queste aziende sono strettamente collegate a messaggi governativi politicamente sensibili o strategici, secondo 24.hu.

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Il Governo difende i tagli tra le critiche

Personaggi dell’opposizione e analisti accusano il governo Orbán di perseguire l’austerità proteggendo i suoi alleati. Péter Magyar, capo del Partito Tisza e principale sfidante del Premier Orbán, ha scritto su Facebook che il Governo sta “creando caos e seminando divisione all’esterno mentre spinge una brutale austerità all’interno, il tutto continuando con una corruzione su larga scala”.

Austerità sotto mentite spoglie?

Sebbene sia stata presentata come una necessità bellica, i critici sostengono che la misura sia un altro esempio di governance ineguale, che stringe la cinghia per i lavoratori statali, preservando i vantaggi e le risorse per le entità politicamente convenienti. Con l’avvicinarsi della scadenza di dicembre, la pressione è ora sulle aziende statali, che devono trovare risparmi rapidi e significativi, senza scatenare un contraccolpo pubblico o interruzioni del servizio.

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