Fondi Ue per il digitale: come garantire trasparenza e impatto


La transizione digitale rappresenta una delle sfide strategiche più rilevanti per il nostro Paese, con un profondo impatto sull’economia, sulla pubblica amministrazione e sui servizi ai cittadini.

L’Unione europea, consapevole della portata di tale sfida, ha messo a disposizione degli Stati Membri ingenti risorse per affrontarla: i fondi strutturali come il Next Generation EU e il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

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Tuttavia, l’efficacia di tali investimenti dipende fortemente dalla capacità di monitorare in modo trasparente e puntuale l’attuazione dei progetti digitali finanziati.

Come vengono monitorati i progetti digitali finanziati

Il monitoraggio dei progetti digitali finanziati con fondi europei si articola attraverso una pluralità di strumenti e soggetti istituzionali che concorrono a garantire la tracciabilità, l’efficacia della spesa e il rispetto dei vincoli europei.

In linea generale, i piani di verifica presentano due dimensioni principali: il monitoraggio fisico e il monitoraggio finanziario. Il primo riguarda l’avanzamento reale delle attività progettuali comportando, ad esempio, la verifica del completamento di un’infrastruttura digitale o la messa in opera di un nuovo servizio online. Il secondo, invece, è relativo alla gestione dei flussi economici ovvero ad un controllo di corrispondenza degli importi spesi rispetto a quelli pianificati.

In tale contesto, ogni progetto finanziato deve seguire una rendicontazione standardizzata, sia verso le Autorità nazionali (come il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e l’Agenzia per la Coesione Territoriale) sia verso l’Unione Europea.

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Concentrandoci sulla realtà nazionale e semplificando ai minimi termini, il Sistema Nazionale di Monitoraggio (SNM), gestito dall’Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l’Unione Europea del MEF, raccoglie dati su avanzamento fisico, finanziario e procedurale dei programmi cofinanziati dai fondi europei.

Tali informazioni vengono, poi, rese disponibili attraverso portali pubblici, come OpenCoesione o strumenti simili.

Piattaforme digitali per il monitoraggio dei fondi europei

Negli anni, l’Italia ha sviluppato alcuni strumenti digitali cruciali per il monitoraggio e la trasparenza dell’utilizzo dei fondi europei, con l’obiettivo di rendere più accessibili i dati sull’attuazione delle politiche pubbliche.

È innanzitutto fondamentale richiamare OpenCoesione, la piattaforma italiana di open government dedicata alle politiche di coesione. Promossa dal Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio, offre dati consultabili e aggiornati su oltre un milione di progetti finanziati con fondi strutturali e di investimento europei, ivi inclusi quelli per la transizione digitale. Tale piattaforma, in particolare, consente di consultare lo stato di avanzamento dei progetti, analizzare i soggetti attuatori, i territori coinvolti e i settori d’intervento e verificare il rispetto dei tempi e dei costi. Grazie all’approccio open data, la piattaforma permette un diretto coinvolgimento di cittadini, giornalisti e ricercatori in attività di “civic monitoring”.

Il Sistema di Fondi Comunitari (SFC), invece, è lo strumento tecnico-operativo utilizzato dalle amministrazioni per la gestione e il controllo dei fondi europei. Esso garantisce la tracciabilità delle operazioni, la coerenza con i Regolamenti UE e la generazione di flussi di dati ufficiali. Tuttavia, non è accessibile al pubblico, limitando così la trasparenza esterna.

Con il PNRR, sono emerse nuove piattaforme dedicate, come Italia Domani e il sistema di monitoraggio del Mef-RGS (ReGiS). Queste raccolgono dati in tempo reale sui progetti finanziati dal Next Generation EU, inclusi quelli per il digitale. Fra tali progetti si annoverano quelli relativi a cloud PA, identità digitale, servizi online, competenze digitali.

Va menzionato, infine, OpenBDAP che offre una visione integrata della finanza pubblica, permettendo di analizzare l’impatto degli investimenti pubblici, inclusi quelli digitali, a livello territoriale e settoriale.

Problemi strutturali del monitoraggio fondi digitali europei

Nonostante i progressi registrati, il sistema di monitoraggio dei fondi europei per il digitale presenta alcune criticità strutturali. La primissima evidente problematica è determinata dalla frammentazione delle fonti. Infatti, i dati sono spesso distribuiti su piattaforme diverse, organizzati e strutturati secondo standard eterogenei. Ciò rende particolarmente difficoltoso realizzare attività di analisi comparativa e di creazione di una visione integrata e organica.

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Deve considerarsi, inoltre, che strumenti come SFC non sono aperti al pubblico, riducendo la possibilità di controllo diffuso. Allo stesso modo, molti altri strumenti utilizzabili – in linea teorica – ai fini di monitoraggio presentano, di fatto, interfacce tecniche verosimilmente pensate per operatori esperti, senza che sia stata dedicata sufficiente attenzione all’accessibilità e alla comprensibilità da parte dei cittadini. Anche in tale caso la criticità emerge in modo chiaro: seppur i dati siano “aperti”, la mancanza di un linguaggio semplice limita l’effettiva trasparenza.

Un ultimo aspetto particolarmente spinoso attiene a carenze in termini di effettivo e tempestivo controllo cittadino. La maggior parte dei sistemi si concentra su indicatori quantitativi relativi soprattutto all’avanzamento finanziario. Manca, invece, un’analisi sistematica e capillare dell’efficacia degli interventi, dell’impatto sui territori e della qualità dei risultati ottenuti. Si consideri che nel periodo 2021–2027 sono stati monitorati oltre 1,6 milioni di progetti, per un costo pubblico complessivo di 276,2 miliardi di euro. Tuttavia, i dati relativi ai progetti digitali sono spesso aggregati in categorie ampie, tali da non permettere una valutazione puntuale dell’impatto specifico della digitalizzazione. Inoltre, sono stati rilevati degli aggiornamenti dei dati disponibili con ritardo rispetto alla realtà operativa, rendendo difficile un’effettiva azione correttiva e tempestiva nonché un controllo civico.

Soluzioni per il miglioramento del monitoraggio digitale

Le carenze dell’attuale sistema sin qui delineate sono il punto di partenza per individuare alcuni possibili spunti di miglioramento. Ciò in un’ottica di promozione di una maggiore cultura di accountability con l’obiettivo di rafforzare la governance del monitoraggio.

Innanzitutto, per offrire una visione strategica dell’evoluzione della digitalizzazione del Paese dovrebbe essere creato un unico strumento – interoperabile con OpenCoesione, ReGiS, SFC – in cui rendere accessibili, in modo trasparente, tutti i dati sui progetti digitali finanziati. Tali dati, in un’ottica di maggiore accessibilità, potrebbero essere organizzati mediante filtri tematici, territoriali e temporali.

In secondo luogo, è ipotizzabile e auspicabile una integrazione delle piattaforme ad oggi utilizzate. Sicuramente, oltre agli indicatori qualitativi di spesa e output, anche indicatori di outcome e impatto dovrebbero diventare parte integrante dei sistemi di monitoraggio. Solo in tal modo l’impatto dei progetti diventerebbe effettivamente misurabile e valutabile: quanto un nuovo servizio digitale semplifica la vita dei cittadini? Quante imprese sono diventate più competitive grazie alla digitalizzazione?

In parallelo, nessuna delle implementazioni sopra menzionate troverà una piena efficacia senza interventi di attivo coinvolgimento della cittadinanza. Attraverso il potenziamento degli open data e l’educazione all’uso delle piattaforme, si può favorire un ruolo attivo di cittadini, media, scuole e università nel controllo della spesa pubblica. Si richiama in tal senso iniziative come “A Scuola di OpenCoesione” che dimostrano come il monitoraggio civico possa generare valore, promuovendo trasparenza e consapevolezza democratica.

Infine, in un’ottica di sfruttare le possibilità offerte dall’evoluzione tecnologica, strumenti avanzati di analisi dati come AI e data mining potrebbero essere impiegati per individuare in anticipo criticità nei progetti digitali, come ritardi, rischi di inefficacia, sovrapposizioni e suggerire interventi correttivi.

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Verso un monitoraggio efficace dei fondi digitali europei

Il monitoraggio dei fondi europei destinati al digitale è una leva essenziale per garantire che le ingenti risorse messe in campo producano risultati concreti, inclusivi e duraturi. L’Italia dispone di una base solida di strumenti e pratiche, ma è necessario e ormai urgente un salto di qualità in termini di integrazione e trasparenza dei dati nonché valutazione dell’impatto dei progetti.

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dei servizi pubblici non è solo una questione tecnica o finanziaria: è un progetto di trasformazione sistemica, che richiede partecipazione, responsabilità e visione di lungo periodo. Un monitoraggio efficace, condiviso e accessibile è la condizione minima per dare valore e legittimità a questo processo.



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