Il Digitale cresce ancora: nel 2024 +3,7% grazie agli investimeni in AI, Cloud e Cyber Security


Il mercato italiano del Digitale ha toccato nel 2024 il valore di 81,6 miliardi di euro, registrando una crescita del 3,7% che è significativamente superiore a quella del PIL nazionale (+0,7%), se pur con andamenti differenziati tra i diversi segmenti.

Le buone notizie non finiscono qui: anche per il 2025 il mercato è previsto in crescita, con una variazione del +3,5% rispetto al 2024, con una dinamica sempre superiore a quella del PIL reale e a prezzi correnti.

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È quanto emerge dal rapporto “Il digitale in Italia 2025” realizzato da Anitec Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT.

“Questo decennio sta registrando un trend positivo per il settore dell’ICT”, commenta Massimo Dal Checco, Presidente di Anitec-Assinform. “Dopo un’accelerazione nel 2024, anche nel 2025 il ritmo di crescita rimarrà sopra il 3%. Per il momento non abbiamo motivo di ritenere che gli aspetti di incertezza del contesto in cui viviamo avranno impatti decisi sulle tecnologie high-tech e sulle supply chain. Gli investimenti in tecnologie ICT in Italia rimangono robusti grazie anche all’avanzamento del PNRR, all’introduzione di Transizione 5.0 e al rilancio dei crediti d’imposta. L’adozione delle soluzioni più innovative, come AI, Cloud, Big Data, IoT e Cybersicurezza, proseguirà con effetti positivi attesi anche oltre il 2026”, aggiunge.

L’andamento del mercato digitale nel 2024

All’interno del mercato digitale la variazione più rilevante ha riguardato i Servizi ICT (+7,4% a quota 17,3 miliardi di euro), che hanno beneficiato principalmente dello sviluppo di soluzioni di Intelligenza Artificiale, di servizi di Cybersecurity e di quelli relativi al Cloud Computing.

Andamenti particolarmente positivi hanno caratterizzato pure i segmenti del Software e Soluzioni ICT (+3,9% per 9,4 miliardi di euro) e dei Contenuti e Pubblicità Digitali (+5,6% e 16,1 miliardi di euro).

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Da segnalare è il ritorno a un andamento positivo del mercato dei Dispositivi e Sistemi che ha registrato una crescita dell’1,6%, attestandosi a un valore di 20,3 miliardi di euro.

Anche il mercato dei Servizi di Rete di telecomunicazioni ha registrato un’ulteriore crescita (+1,2%), raggiungendo un valore di 18,5 miliardi di euro.

Il mercato dei Digital Enabler e dei Digital Transformer nel 2024

Il comparto dei Digital Enabler e Transformer continua a trainare la crescita del mercato digitale italiano, con un aumento dell’11,5% nel 2024 e un aumento medio annuo previsto del 10,2% tra il 2024 e il 2028.

Nel dettaglio, i settori che crescono a una velocità superiore alla media del comparto sono, in ordine decrescente di volume:

  • Cloud Computing (+17,4%)
  • Big Data Management (+12,5%)
  • Cybersecurity (+11,9%)
  • Intelligenza Artificiale e Cognitive Computing (+38,7%), quest’ultimo con una crescita particolarmente elevata.

Si osserva invece un rallentamento per le piattaforme di Blockchain, sempre in crescita ma a un ritmo inferiore (+5,5%).

Gli altri segmenti del comparto mostrano un andamento meno dinamico, a causa della loro focalizzazione su specifici settori o della loro maggiore maturità. Tra questi, si distinguono l’IoT (+8,1%) e le tecnologie Wearable (+8%). Il Mobile business (+4,8%) e le piattaforme per la gestione Web (+4,4%) sono tecnologie trasversali e ormai molto mature.


L’andamento dei settori e dei territori nel mercato digitale italiano nel 2024

Nel 2024, il mercato digitale italiano ha mostrato una crescita diffusa in quasi tutti i settori, ad eccezione del comparto Telecomunicazioni e Media, che ha registrato un calo dell’1,1% a causa di dinamiche di ristrutturazione.

Il cluster dei settori pubblici ha superato la media di crescita, con aumenti significativi nella Pubblica Amministrazione (centrale +11,1%, locale +10,2%), nella Sanità (+10,6%) e nell’Education (+7,4%).

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Questa spesa è sostenuta principalmente dai progetti del PNRR, che pongono la digitalizzazione della PA come pilastro. Seguono i settori finanziari: Assicurazioni (+7,1%) e Banche (+6,6%).

Andamento territoriale

Per quanto riguarda l’andamento territoriale, nel 2024 gli investimenti digitali si sono distribuiti in modo differenziato. Il Nord Ovest e il Centro continuano a concentrare quasi due terzi della spesa nazionale.

Le regioni del Centro hanno registrato il tasso di crescita più alto (+4,4%), trainato da una forte performance del Lazio (+5%).

Anche il Nord Ovest ha visto un aumento significativo del 3,8%, con la Lombardia che mantiene la quota di spesa regionale più alta, pari a 21,1 milioni di euro (+4,1%). Il Nord Est ha confermato il suo trend positivo con una crescita del 3,8%.

Un segnale incoraggiante arriva dal Sud e dalle Isole: dopo anni di crescita lenta, quest’area ha raggiunto un incremento del 2,5%, un netto miglioramento rispetto all’anno precedente, indicando un progressivo recupero.

L’andamento delle startup innovative nel 2024

Al 31 dicembre 2024, le startup innovative iscritte al Registro ammontavano a 12.123, mostrando una crescita contenuta (+0,12%), in linea con gli anni precedenti. Un leggero calo rispetto al trimestre precedente (-0,4%) è attribuibile a fattori come i costi energetici, l’inflazione e l’incertezza economica.

Le PMI innovative ICT sono 2.023 (+1,35%), mentre le startup innovative ICT si mantengono stabili a 8.652 unità. Complessivamente, si contano 10.675 imprese ICT innovative, di cui il 93% sono S.r.l.

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La maggior parte di queste aziende è concentrata nel Nord Italia, con la Lombardia in testa (3.394 startup, pari al 27,89%). Seguono la Campania (1.515), il Lazio (1.396), l’Emilia-Romagna (874), il Veneto (710), il Piemonte (491) e la Puglia (285).

Milano si conferma il polo principale con 2.472 startup, seguita da Roma (1.255) e Napoli (835). Tra le prime dieci province figurano anche Torino, Bari, Bologna, Salerno, Brescia, Palermo e Caserta.

Le imprese innovative ICT offrono prevalentemente prodotti e servizi basati su Digital Enabler. L’ambito tecnologico principale è quello dell’Intelligenza Artificiale e Machine Learning, con 538 imprese attive in questo settore.


L’Intelligenza Artificiale entra nella Pubblica Amministrazione: tra investimenti e sfide normative

L’adozione dell’Intelligenza Artificiale sta ridefinendo il volto della Pubblica Amministrazione (PA) italiana, con un aumento significativo degli investimenti e una chiara ambizione di modernizzazione.

Questo processo, sebbene promettente, si scontra con la complessità normativa e le sfide infrastrutturali e di competenze.

Aumento della spesa e previsioni future

La PA italiana sta investendo sempre di più nell’AI, riconoscendone il potenziale trasformativo. Nel 2024, la spesa totale per l’AI nella PA ha raggiunto i 47,3 milioni di euro, con una previsione di ulteriore crescita a 64,4 milioni di euro nel 2025.

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Incrementi che rappresentano una variazione del 45,5% rispetto al 2023 e del 36,2% rispetto al 2024, con un tasso di crescita medio annuo atteso del 33,2% tra il 2023 e il 2028.

La maggior parte di questi investimenti si concentra nella Pubblica Amministrazione Centrale (PAC), che rappresenta il 35,5% della spesa, e nella Pubblica Amministrazione Locale (PAL), con l’11,8%.

Tecnologie e casi d’uso: efficienza e servizi al cittadino

L’AI nella PA mira principalmente a migliorare l’efficienza operativa e la produttività, a potenziare la gestione documentale avanzata e a ottimizzare la relazione con i cittadini.

Le tecnologie di AI impiegate includono sistemi per il controllo e la gestione dei rischi, il supporto alle politiche pubbliche, l’ottimizzazione dei processi interni e il miglioramento dei servizi erogati ai cittadini.

Ad esempio, l’AI può facilitare la gestione di grandi volumi di dati, automatizzare compiti ripetitivi e offrire soluzioni più personalizzate. A livello di adozione, il 70,4% degli enti pubblici intervistati mostra un’adozione pianificata dell’AI, sebbene il 66,7% sia ancora in una fase di uso limitato.

Criticità e sfide: normativa, competenze e infrastrutture

Nonostante l’entusiasmo, l’implementazione dell’AI nella PA si trova ad affrontare diverse criticità.

Il quadro normativo è complesso, con l’AI Act europeo (in vigore dal 1° agosto 2024, piena operatività dal 2 agosto 2026) che classifica i sistemi di AI in base al rischio (inaccettabile, elevato, limitato, minimo) e impone obblighi rigorosi per quelli ad alto rischio, spesso presenti in settori come istruzione, occupazione e servizi pubblici essenziali.

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La PA deve garantire la trasparenza, la tracciabilità e la responsabilità antropocentrica dell’AI, oltre a condurre Valutazioni d’Impatto sui Diritti Fondamentali (FRIA) per i sistemi ad alto rischio. A livello nazionale, il DDL AI, approvato dal Senato a marzo 2025, mira a integrare le direttive europee.

Altre sfide significative includono la burocrazia e la rigidità nei processi di acquisto di soluzioni AI, la necessità di sviluppare competenze e talenti specifici (Data Scientist, Sviluppatori IA, Esperti in Cybersecurity, Giuristi nel diritto tecnologico), l’adeguatezza delle infrastrutture digitali e una robusta governance dei dati.

La frammentazione dei dati tra enti e la carenza di leadership unitaria nella gestione dei dati rappresentano ostacoli importanti.

Tuttavia, iniziative come le AI Factory europee e i fondi nazionali stanziati mirano a sostenere ricerca, sviluppo e formazione per superare queste sfide e fare dell’Italia un attore chiave nell’adozione responsabile dell’IA nel settore pubblico.

Le previsioni del mercato digitale, 2025-2028

Nel 2025, il mercato digitale è previsto in lieve rallentamento, con una crescita del +3,5% rispetto al 2024, ma manterrà una dinamica superiore a quella del PIL reale e a prezzi correnti.

Anche per gli anni successivi, tra il 2026 e il 2028, si prevede che il mercato digitale continuerà a beneficiare, in parte, degli effetti del PNRR, con un tasso di crescita medio annuo (TCMA) del +3,3% per il periodo 2024-2028.

Nello specifico, il segmento dei Dispositivi e Sistemi proseguirà il suo trend positivo, attestandosi sull’1,4% nel 2025, mentre il comparto del Software e Soluzioni ICT continuerà il trend degli ultimi anni, con un TCMA 2024-2028 del +3,3%.

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Proseguirà l’incremento anche nel segmento dei Servizi ICT, per cui si prevede un aumento medio annuo 2024-2028 del +6,8%. I Servizi di Rete, ovvero i servizi di telecomunicazione fissi e mobili, rimarranno in segno positivo anche nei prossimi anni, con un TCMA previsto al 2028 del +1,7%.

Il settore dei Contenuti e Pubblicità digitale è previsto registrare un tasso di crescita medio annuo 2024-2028 del +3,2%.

L’impatto del PNRR sul mercato digitale, le attese per il periodo 2025-2028

L’Italia sta affrontando significativi ritardi nella spesa dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Al 13 dicembre 2024, solo 58 miliardi di euro, circa il 30% del totale, erano stati effettivamente utilizzati.

La Missione 1, che include le riforme e gli obiettivi legati alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, ha raggiunto tutti i 27 obiettivi e traguardi previsti per il 2024. Tuttavia, la spesa effettiva per questa componente si attesta ad appena il 23% dei fondi complessivi stanziati dal piano.

Nello scenario attuale, per il 2025, a fronte di un mercato digitale pari a 84,4 miliardi di euro, si prevede un impatto delle risorse PNRR di 2.300 milioni di euro.

La stima per i prossimi anni indica un impatto decrescente fino al 2027. Nel 2028, si prevede un prolungamento degli effetti del Piano oltre il termine previsto, con un impatto stimato di 850 milioni di euro, per un totale complessivo di 92,8 miliardi di euro.



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