11 milioni di italiani puntano i risparmi sui fondi d’investimento


Sempre più risparmiatori italiani puntano sui fondi d’investimento: salgono gli investitori, cresce l’ammontare investito, ma la ricchezza resta concentrata nelle mani di pochi.

In Italia, il numero di chi sceglie i fondi comuni come forma di investimento ha raggiunto quota 11,6 milioni di sottoscrittori, in aumento rispetto agli 11,1 milioni registrati in passato. Un progresso trainato da nuovi ingressi e da un andamento dei mercati che ha premiato chi aveva già puntato su questi strumenti.

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Il valore medio detenuto da ciascun investitore è salito a 52.000 euro, ma attenzione: dietro questa cifra si nasconde una distribuzione tutt’altro che equa. Una fetta ristretta di risparmiatori – il 25% – controlla da sola circa il 75% del patrimonio totale. Un dato in linea con le rilevazioni della Banca d’Italia, che fotografa una realtà in cui il 30% delle famiglie più ricche detiene l’80% delle risorse finanziarie complessive.

I numeri emergono dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio annuale sul risparmio gestito di Assogestioni, che ogni anno analizza chi sono gli investitori, quanto investono e come.

Giovani in crescita, ma il peso resta sugli over 60

Il ritratto dell’investitore medio resta quello di una persona matura: età media 61 anni, con i baby boomer che rappresentano il 41% della base e controllano quasi metà del patrimonio. Tuttavia, Millennials e Gen Z iniziano a farsi notare: insieme arrivano al 15% dei partecipanti e detengono il 6% delle masse.

E la tendenza è promettente. Nel 2024, 1,5 milioni di italiani hanno investito per la prima volta, e quasi un quarto di questi nuovi ingressi proviene dalle generazioni più giovani. Un segnale incoraggiante per il futuro del risparmio gestito nel Paese.

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 ribassi fino al 70%

 

“Abbiamo registrato mezzo milione di nuovi investitori rispetto all’anno precedente,” commenta Alessandro Rota, direttore dell’Ufficio Studi di Assogestioni. “Questo porta il tasso di partecipazione al 19,7% della popolazione: un italiano su cinque oggi sceglie i fondi comuni.”

Investimento medio? Non per tutti

Se il dato medio può ingannare, il valore “mediano” – che fotografa più fedelmente la realtà di molti – si aggira tra 15.000 e 21.000 euro. In pratica, circa la metà degli investitori ha posizionato cifre contenute, a conferma che i fondi si stanno affermando anche tra chi ha capitali più limitati.

“Parliamo di uno strumento accessibile, non solo per grandi patrimoni”, sottolinea Riccardo Morassut, senior analyst dell’associazione. “Il cliente tipico dei fondi italiani è spesso appartenente al segmento ‘mass-affluent’, ma il prodotto si è dimostrato flessibile anche per investimenti più modesti”.

La geografia del risparmio: Nord avanti tutta

Non sorprende che il Nord Italia si confermi roccaforte del risparmio gestito, con il 64% dei sottoscrittori e il 68% dello stock investito. Le regioni con la più alta adesione sono Emilia-Romagna (30,2%), Lombardia (28,1%) e Piemonte (27,4%). La Lombardia guida anche per importo medio: quasi 59.000 euro a investitore.

Al Sud e nelle Isole, invece, prevale ancora la liquidità: secondo Banca d’Italia, in queste aree il 70% delle attività finanziarie delle famiglie resta parcheggiato in conti e depositi. Un potenziale enorme ancora tutto da attivare.

PAC, PIC e differenze generazionali

Il canale bancario resta il dominatore assoluto nella distribuzione dei fondi italiani (95%). Ma per quelli esteri, cresce il ruolo dei consulenti finanziari. Quanto alle modalità d’investimento, il versamento in unica soluzione (Piano investimento capitale, PIC) resta il più diffuso, ma i piani di accumulo (PAC) attirano soprattutto gli under 40: oltre la metà dei giovani sceglie versamenti periodici e pianificati.

Tra le diverse generazioni, emergono differenze anche nella composizione del portafoglio: i più anziani tendono a ridurre l’esposizione azionaria, mentre i più giovani, pur essendo ancora prudenti rispetto ai coetanei americani, iniziano ad aprirsi di più al mercato azionario.

A livello internazionale, l’Italia sconta ancora un ritardo. Negli Stati Uniti, ad esempio, il 35% della Gen Z e il 49% dei millennials investe in fondi, contro un modesto 7% e 13% in Italia. Eppure qualcosa si muove: rispetto allo scorso anno, anche qui da noi l’investimento medio dei giovani è cresciuto, fino a 14.000 euro per la Gen Z e 24.000 per i millennials.

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Donne sempre più protagoniste

Un altro cambiamento silenzioso ma significativo riguarda il divario di genere. Le donne rappresentano oggi il 47% dei sottoscrittori, con una media investita di 50.000 euro. Nel 1996 erano appena il 34%. Anche questo è un segno che il mondo degli investimenti si sta aprendo, almeno in parte, a un pubblico più vario.



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