Maxi riforma fiscale di Trump passa al senato ma resta in bilico alla camera con una maggioranza fragile


La maxi riforma fiscale proposta da Donald Trump ha ottenuto una vittoria risicata al Senato e si prepara ad affrontare una nuova battaglia alla Camera dei rappresentanti. Con un voto di 51 a 50, il testo è passato nei giorni scorsi superando una prova difficile ma la partita per l’approvazione definitiva rimane aperta. La legge, che prevede modifiche significanti al sistema fiscale americano, ha già acceso il dibattito politico e sociale per le sue conseguenze su deficit, spesa pubblica e fasce di reddito più vulnerabili. La Casa Bianca punta a chiudere la questione entro il 4 luglio, festa nazionale degli Stati Uniti, ma il futuro della riforma resta incerto a causa della sottile maggioranza repubblicana e di dubbi interni al partito.

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Il voto al senato e la corsa contro il tempo verso la camera

Il passaggio al Senato non è stato per nulla scontato. La riforma fiscale ha superato il voto con un margine minimo, 51 a favore contro 50 contrari, grazie anche al voto decisivo di JD Vance, il quale ha espresso un parere non del tutto in linea con il galateo istituzionale. Lo scontro al senato ha mostrato come le divisioni interne ai Repubblicani siano profonde, soprattutto perché il testo include tagli imponenti alla spesa sociale e sgravi fiscali alle grandi imprese e ai contribuenti più ricchi, determinando un aumento sostanziale del deficit pubblico.

Dopo il senato, la palla passa alla Camera dei rappresentanti, dove la maggioranza repubblicana è altrettanto risicata. Mike Johnson, speaker della camera, ha dichiarato che l’attività parlamentare accelererà per rispettare la scadenza fissata dal presidente Trump, che vuole chiudere la partita entro la festa dell’indipendenza del 4 luglio. Questa data assume un valore simbolico ma costituisce anche una scadenza politica stringente. I deputati stanno rientrando da una settimana di pausa, pronti per il voto decisivo. Il clima nella camera è teso, visto che l’approvazione richiede una maggioranza estremamente sottile: i repubblicani possono vincere solo se mantengono un margine di almeno tre voti, considerando che i Democratici sono compatti nel respingere il provvedimento.

L’ultimo appello di trump e le divisioni nel partito repubblicano

Donald Trump ha deciso di scendere in campo personalmente per cercare di ricompattare i ranghi dei repubblicani. Oggi incontrerà i deputati per convincerli a votare a favore della maxi riforma, ribattezzata “big beautiful bill” dallo stesso presidente. Il provvedimento, che prevede sgravi fiscali molto consistenti per i redditi più elevati e le imprese, ha sollevato più di qualche perplessità tra i conservatori. Alcuni deputati mostrano scetticismo davanti a un testo che, oltre ad abbassare le tasse ai ricchi, comporta tagli al welfare e un aumento del debito pubblico.

I dubbi riguardano non solo l’impatto sociale della riforma ma anche la sua sostenibilità finanziaria. Quella parte del partito repubblicano tradizionalmente attenta alle finanze pubbliche e al contenimento del debito guarda con sospetto a una manovra che rischia di sfasciare i conti statali. Il voto della camera diventerà dunque anche un banco di prova della presa politica che Trump esercita ancora al suo interno. Se la riforma non passerà, sarà probabilmente un segnale di quanto sia cambiato l’equilibrio nel partito dopo gli ultimi anni.

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Effetti sociali ed economici della riforma fiscale per la popolazione e il bilancio pubblico

Il testo della riforma presenta numeri che coprono un arco temporale ampio, prevedendo sgravi fiscali per circa 4mila miliardi di dollari. Questi sgravi favoriscono principalmente le grandi aziende e i cittadini con redditi elevati. Dall’altra parte, per bilanciare in parte la riduzione delle entrate, il provvedimento taglia la spesa sociale per circa mille miliardi di dollari. Questi tagli ricadono su programmi di assistenza fondamentali per milioni di americani.

Dodici milioni di persone rischiano di perdere l’assistenza sanitaria garantita da Medicaid, un programma che supporta i più poveri e le famiglie a basso reddito. Il governo ha inoltre previsto una riduzione del 20% dell’importo dei buoni pasto, una misura che ha conseguenze dirette sulle famiglie più vulnerabili. Anche i sussidi per le energie rinnovabili vengono cancellati dal testo, un passo che critici definiscono un arretramento nella politica ambientale.

L’impatto sul deficit pubblico è un punto centrale delle critiche. L’aumento della spesa pubblica, non compensato dai tagli, porta a un incremento significativo del debito nazionale. La questione divide, oltre che i politici, anche esponenti del mondo economico come Elon Musk. Musk non contesta gli sgravi fiscali ma ritiene insufficienti le riduzioni della spesa pubblica, evidenziando come manchi una riforma più rigorosa delle uscite statali.

Un cambiamento radicale nel modo di gestire il bilancio

La riforma fiscale di Trump rappresenta quindi una svolta nel modo in cui gli Stati Uniti intendono gestire il bilancio pubblico e la distribuzione delle risorse. Il ritmo degli eventi non lascia molto spazio alle riflessioni prolungate e mette in primo piano il ruolo dei deputati della camera nel decidere il futuro del paese nell’immediato. Il voto previsto nei prossimi giorni si configura come uno snodo cruciale per la legislazione americana e per la leadership di Trump dentro il suo partito.





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