“Nazionalizzare per salvare imprese e salute”


Castronuovo: “Ingresso dello Stato unica strada. No all’esclusione dai tavoli decisionali”


“Basta giochi politici sulla pelle delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini di Taranto”. Con queste parole, Casartigiani Puglia lancia un appello accorato per un cambio di rotta nella gestione del dossier ex Ilva. La federazione delle piccole e medie imprese artigiane denuncia l’assenza di rappresentanza nei tavoli istituzionali e chiede un coinvolgimento strutturale e continuativo delle categorie produttive nelle scelte che determineranno il futuro del siderurgico e dell’economia del territorio.

A esprimere la posizione dell’associazione è Stefano Castronuovo, coordinatore regionale di Casartigiani, che critica l’esclusione delle associazioni di categoria dall’ultimo confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. “È un errore istituzionale grave – ha dichiarato – che rischia di rendere inefficaci le misure in discussione. La partecipazione non può essere né occasionale né di facciata”.

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Casartigiani avverte: l’attuale impasse o, peggio, la chiusura dell’impianto, avrebbero ripercussioni devastanti sull’intero tessuto socio-economico del versante ionico. In questo scenario, l’associazione ribadisce la sua ricetta: nazionalizzazione dell’ex Ilva, assunzione piena di responsabilità da parte dello Stato, investimenti certi in bonifiche ambientali, innovazione tecnologica e tutela del lavoro.

“Solo una regia pubblica potrà garantire una vera transizione – ha spiegato Castronuovo – e attrarre eventuali partner industriali affidabili. Basta con piani incompiuti e promesse disattese”.

Sul piano operativo, Casartigiani ha consegnato al Ministero un pacchetto di proposte immediate per il sostegno all’economia locale durante la transizione: sospensione dei tributi, sgravi fiscali, accesso agevolato agli appalti di bonifica e ammodernamento, ma anche l’istituzione di una legge speciale per Taranto, capace di offrire strumenti concreti e tempestivi alle imprese colpite.

La crisi del siderurgico ha già travolto l’indotto, con perdite di oltre il 30% nei settori dell’autotrasporto, della manutenzione e della fornitura industriale. Eventi come il recente incendio all’Altoforno 1 hanno aggravato una situazione già critica, fatta di incertezza gestionale e produzione a singhiozzo.

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“In linea con quanto dichiarato dal sindaco Piero Bitetti – ha concluso Castronuovo – crediamo che ogni scelta debba nascere da un confronto vero, trasparente e aperto. Solo così si potrà ricostruire fiducia e avviare una riconversione industriale seria e condivisa”. Casartigiani ribadisce dunque la necessità di passare dalle parole ai fatti: il tempo è finito, Taranto non può più attendere.

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