Il falso dilemma: perché la transizione energetica non è un freno ma un’opportunità per l’Europa. Un libro di Macchiati e Mori


Nel libro “Il falso dilemma” di Alfredo Macchiati e Simone Mori, in uscita per Luiss University Press, si analizza come la transizione energetica europea possa rappresentare un volano per crescita e competitività, sfatando il mito del conflitto tra politiche ambientali e sviluppo economico

È in uscito in questi giorni per i tipi della Luiss University Press il libro Il falso dilemma di Alfredo Macchiati e Simone Mori. Il volume analizza la transizione energetica europea, evidenziando il presunto conflitto tra politiche ambientali e competitività economica. Gli autori sostengono che questa contrapposizione sia “falsa” e che la transizione, se ben gestita, possa offrire opportunità di sviluppo economico e recupero della produttività europea. D’altra parte, gli autori rimangono ancorati al convincimento che i cambiamenti climatici producano significative perdite di benessere e che quindi vadano contrastati; da questa prospettiva, la riduzione delle emissioni climalteranti continua a rappresentare una sfida prioritaria cui tutte le grandi regioni del mondo dovrebbero aderire con il massimo impegno. Posizione che non implica che le politiche ambientali debbano proseguire con obiettivi e strumenti immutati.

Contabilità

Buste paga

 

La transizione come occasione di sviluppo e innovazione

Partendo da questa prospettiva il libro ripercorre le politiche climatiche della Ue, dagli albori al Green Deal, e le sfide emerse, come la crisi energetica del 2022 e la guerra in Ucraina, che hanno messo in discussione la stabilità del sistema energetico europeo. Gli autori analizzano gli strumenti adottati, come l’Emission Trading Scheme (Ets), i sussidi alle rinnovabili e le politiche di decarbonizzazione, evidenziando i limiti e le inefficienze che contribuiscono a spiegare la perdita di consensi delle politiche ambientali. Si sottolinea il ruolo cruciale dell’innovazione tecnologica e della competitività industriale per affrontare la transizione, con un focus su settori chiave come il nucleare, l’auto elettrica e le energie rinnovabili. Viene criticata la frammentazione delle politiche europee e la mancanza di una visione organica, proponendo un maggiore coordinamento e una governance più incisiva. Viene sottolineata altresì la necessità di politiche redistributive per mitigare gli impatti sociali della transizione, come il Social Climate Fund e il Just Transition Fund, e di investimenti massicci nelle infrastrutture energetiche. Gli autori propongono un approccio pragmatico, basato su obiettivi realistici e flessibili, per coniugare sostenibilità ambientale e crescita economica. Infine, si richiama l’importanza di una politica industriale europea unitaria, “la grande assente” delle politiche ambientali.

Il nodo della governance europea

Resta irrisolto il nodo dei meccanismi di decisione europei. Una radicale trasformazione del modello decisionale, così come un’attribuzione alla Commissione delle risorse e delle responsabilità necessarie ad attivare politiche industriali incisive, è opinione tanto condivisa sul piano tecnico quanto osteggiata su quello politico. Andare oltre l’approccio intergovernativo resta una chimera. Ma il superamento degli attuali meccanismi di governance resta la sfida più generale che attende l’Europa nel nuovo quadro geopolitico, e le scelte in materia di energia e ambiente ne sono solo un capitolo.



Source link

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese