Serbia, riforme legislative per attrarre investimenti esteri


Una cooperazione lunga quasi 150 anni, 5 miliardi di scambi commerciali nel 2024. La Serbia attrattiva per gli investimenti soprattutto in manifatturiero, energy, agricolo, tecnologico e costruzioni; e una legge che tutela gli investitori stranieri.

Abbiamo intervistato Ivana Panic, partner serba di Schoenherr che ci ha raccontato il panorama economico serbo, i rapporti con l’Italia e i vantaggi per gli investitori.

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Come descriveresti l’attuale clima economico in Serbia?

L’economia serba sta vivendo una crescita costante, nonostante le recenti instabilità politiche, sostenuta da riforme strutturali, un ambiente favorevole agli investimenti e l’integrazione con l’Unione Europea. Il Paese ha dimostrato una certa resilienza di fronte alle incertezze economiche globali, grazie a un aumento degli investimenti esteri diretti, una valuta stabile e un settore industriale in espansione. Rimangono tuttavia alcune sfide, come le disparità economiche regionali e lo sviluppo infrastrutturale.

L’ economia serba, tra il 2020 e il 2025, ha vissuto una fase mista tra ripresa e difficoltà. Dopo una lieve recessione nel 2020, già nel 2021 si è registrata una forte ripresa, con una crescita del PIL vicina all’8%, trainata dalla domanda interna e dagli stimoli governativi. La crescita si è poi stabilizzata tra il 2,5% e il 3% annuo nel biennio 2022–2023, in parte a causa delle turbolenze globali come la guerra in Ucraina e la crisi energetica. Nel 2024, la Serbia ha registrato una crescita significativa del 3,9%, risultando tra le economie europee a più rapida espansione.

L’instabilità politica ha avuto un impatto sull’andamento economico, ma l’adesione all’Unione Europea è rimasta una priorità della politica serba. L’UE ha continuato a chiedere maggiori sforzi nel rafforzamento dello Stato di diritto e nella normalizzazione dei rapporti con il Kosovo. Nonostante le tensioni politiche, l’integrazione europea resta fondamentale, e la Serbia continua a trarne vantaggio economico: l’UE è il suo principale partner commerciale e le aziende europee hanno contribuito alla modernizzazione di settori chiave come quello automobilistico e agricolo.

Quali i settori cruciali?

Il settore energetico rappresenta ancora una sfida cruciale. La Serbia dipende fortemente dal carbone e dal gas naturale russo, il che ha reso l’economia vulnerabile, soprattutto durante la crisi energetica del 2021. Sono in corso sforzi per diversificare le fonti energetiche e modernizzare le infrastrutture, con alcuni successi nel settore delle rinnovabili. Tuttavia, la dipendenza dall’energia russa e le relative implicazioni geopolitiche complicano il percorso verso l’UE.

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L’agricoltura, da sempre un pilastro dell’economia serba, ha affrontato difficoltà legate a condizioni climatiche estreme, eventi meteo estremi e decisioni politiche controverse, come il blocco dell’export di cereali nel 2022. Nonostante questi ostacoli, la Serbia rimane un grande esportatore di prodotti agricoli, in particolare dei lamponi. Il governo è impegnato nella modernizzazione del settore agricolo e nel rafforzamento della resilienza climatica.

Il settore tecnologico rappresenta una nota particolarmente positiva, con una crescita rapida dei servizi ICT, diventati uno dei principali settori di esportazione. Diverse multinazionali del tech hanno aperto sedi in Serbia, attratte dalla forza lavoro qualificata e dagli incentivi statali.

Anche il settore delle costruzioni ha registrato un’espansione significativa, trainata dagli investimenti infrastrutturali pubblici e da capitali stranieri. Tra i progetti chiave: Expo Serbia 2027, nuove autostrade verso la Bosnia e il Montenegro, una linea ferroviaria ad alta velocità e la metropolitana di Belgrado. Tuttavia, problemi legati alla corruzione e alla trasparenza rimangono preoccupazioni ricorrenti.

Italia e Serbia condividono oltre 140 anni di relazioni diplomatiche, ulteriormente rafforzate dal partenariato strategico firmato 15 anni fa e recentemente rinnovato. Come descriveresti l’attuale stato delle relazioni bilaterali, in particolare sotto il profilo della cooperazione economica?

Le relazioni bilaterali tra Italia e Serbia sono solide e articolate, da almeno 145 anni, con una cooperazione attiva nei settori del commercio, degli investimenti e degli scambi culturali. Le imprese italiane rappresentano investitori significativi in Serbia, in particolare nei settori della manifattura, delle infrastrutture e dei servizi. Il recente rinnovo del partenariato strategico riflette un impegno reciproco ad approfondire i legami economici e ad esplorare nuove opportunità di collaborazione, incluso lo sviluppo infrastrutturale e il trasferimento tecnologico.

Questa collaborazione è stata ulteriormente rafforzata con il partenariato strategico stabilito nel 2009 e recentemente rinnovato, a conferma di un impegno condiviso per la crescita reciproca e la stabilità regionale.

Nel 2024, gli scambi commerciali tra i due Paesi hanno superato i 5 miliardi di euro annui, rendendo l’Italia il terzo partner commerciale della Serbia. Questo flusso economico coinvolge una vasta gamma di settori, tra cui l’automotive, l’energia, l’agricoltura e le tecnologie dell’informazione. Aziende italiane come Stellantis e Ariston hanno stabilito importanti impianti produttivi in Serbia, contribuendo alla creazione di posti di lavoro e al progresso tecnologico. Inoltre, istituzioni finanziarie italiane – tra cui UniCredit e Intesa Sanpaolo – hanno una presenza significativa nel settore bancario serbo, favorendo un’ulteriore integrazione tra le due economie.

Il Forum Economico Italia-Serbia, tenutosi a Trieste nel maggio 2024, ha rappresentato un chiaro esempio della vitalità delle relazioni economiche bilaterali. L’incontro, incentrato sul tema “Transizione Verde: Nuove Opportunità per la Cooperazione Bilaterale”, ha messo in evidenza interessi comuni nello sviluppo sostenibile e nell’innovazione. Inoltre, il sostegno istituzionale ha avuto un ruolo fondamentale nel consolidare le relazioni economiche. L’istituzione a Belgrado di agenzie italiane come SIMEST, SACE e Cassa Depositi e Prestiti ha offerto alle imprese serbe l’accesso a strumenti finanziari e competenze specifiche, facilitando la loro espansione internazionale. Queste agenzie svolgono un ruolo chiave nel supportare joint venture e investimenti, rafforzando ulteriormente il partenariato economico tra i due Paesi.

Guardando al futuro, Italia e Serbia sono decise ad approfondire ulteriormente la collaborazione economica. Con una visione comune in tema di sviluppo sostenibile e integrazione regionale, i due Paesi sono ben posizionati per continuare nel loro percorso come partner strategici nell’area dei Balcani occidentali.

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Quali sono attualmente i settori o le opportunità più attraenti per gli investitori stranieri?

Tra i settori più attraenti per gli investitori stranieri figurano la manifattura, le tecnologie dell’informazione, l’agricoltura e le infrastrutture. Particolarmente promettente è il settore delle energie rinnovabili, alla luce dell’impegno della Serbia nel diversificare le proprie fonti energetiche e nell’aumentare la capacità di produzione da fonti rinnovabili. Il Paese offre opportunità in progetti legati al solare, eolico e biomassa, sostenuti da politiche favorevoli e dagli obiettivi di integrazione nell’Unione Europea.

Il settore manifatturiero rappresenta un pilastro dell’economia serba, attirando significativi investimenti esteri diretti (IDE). Il Paese dispone di una manodopera qualificata e a costi competitivi, rendendolo attrattivo per gli investitori nei settori automobilistico, elettronico e della meccanica. Aziende internazionali di rilievo, come Fiat e Volkswagen, hanno aperto impianti produttivi in Serbia, a testimonianza del potenziale del settore. L’impegno del governo per migliorare le infrastrutture e offrire incentivi agli investimenti accresce ulteriormente l’attrattiva dell’industria manifatturiera.

Anche il settore ICT (Information and Communication Technology) ha registrato una crescita notevole, grazie a una forza lavoro ben formata e a un ecosistema di start-up in espansione. La posizione strategica della Serbia, nel cuore del Sud-est europeo, permette un facile accesso sia ai mercati europei sia a quelli globali. La trasformazione digitale del Paese è sostenuta dai fondi di preadesione dell’UE, volti a migliorare la connettività a banda larga e i servizi pubblici digitali, in linea con la strategia digitale dell’UE. Questa convergenza apre opportunità per investimenti in sviluppo software, servizi IT e infrastrutture digitali.

L’agricoltura rimane un settore chiave per l’economia serba, con il Paese tra i maggiori esportatori europei di frutta, verdura e cereali. L’industria della trasformazione alimentare offre interessanti opportunità, soprattutto per quanto riguarda l’agricoltura biologica e le pratiche sostenibili. Gli obiettivi di integrazione nell’UE includono l’allineamento delle politiche agricole e degli standard con quelli europei, il che potrebbe facilitare l’accesso al mercato e migliorare la competitività degli investitori in questo settore.

La Serbia sta inoltre investendo massicciamente in progetti infrastrutturali, che riguardano strade, ferrovie e reti energetiche. Questi sviluppi sono sostenuti da fondi UE, come lo Strumento di Assistenza alla Pre-Adesione (IPA), che mira a migliorare la connettività e sostenere la crescita economica. I progetti infrastrutturali non solo aumentano la competitività del Paese, ma creano anche opportunità per gli investitori nei settori edile, logistico e in industrie correlate.

Infine, il settore delle energie rinnovabili sta vivendo una fase di forte espansione, con investimenti in energia eolica, solare e idroelettrica. La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERD) ha stanziato ingenti risorse per supportare la transizione della Serbia verso un’economia verde. Ad esempio, la BERD ha concesso un prestito di 67 milioni di euro per la riqualificazione del sistema idroelettrico di Vlasinske, e 45 milioni di euro per il progetto del parco eolico Pupin. Queste iniziative sono in linea con gli obiettivi di adesione all’UE, che comprendono l’adozione della legislazione energetica europea e l’aumento della quota di energie rinnovabili nel mix energetico nazionale.

Quali sono gli sviluppi legislativi o regolamentari principali di cui gli investitori dovrebbero essere a conoscenza?

Le recenti riforme legislative si concentrano sul miglioramento del clima di investimento, includendo procedure semplificate per la registrazione delle imprese, riforme fiscali e misure per aumentare la trasparenza. La Serbia ha inoltre adottato leggi volte ad allinearsi agli standard dell’UE, come modifiche alle leggi sul lavoro, alle normative ambientali e a legislazioni settoriali specifiche. Gli investitori devono tenersi aggiornati sulle riforme in corso riguardanti tassazione, diritti di proprietà e regolamentazioni energetiche.

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La Serbia ha snellito il processo di registrazione delle imprese, riducendo gli oneri amministrativi e facilitando l’ingresso sul mercato per gli investitori.

Sul fronte fiscale, la Serbia mantiene un ambiente competitivo con un’aliquota unica dell’imposta sul reddito delle società al 15%, applicabile sia alle imprese residenti che non residenti. Per rafforzare la trasparenza e combattere la corruzione, la Serbia ha introdotto diverse riforme legislative. La legge sugli appalti pubblici è stata modificata per promuovere equità ed efficienza negli accordi del settore pubblico. Inoltre, la legge sulla protezione dei whistleblower (segnalatori di illeciti) fornisce tutele legali a chi denuncia comportamenti scorretti, incentivando una maggiore responsabilità sia nel settore pubblico che privato.

La Serbia ha inoltre attuato importanti riforme delle leggi sul lavoro per allinearsi agli standard UE. Queste riforme mirano a migliorare la flessibilità del mercato del lavoro, rafforzare le tutele per i lavoratori e promuovere il dialogo sociale.

In risposta agli obiettivi di integrazione europea, la Serbia ha aggiornato le normative ambientali per rispettare gli standard UE. Infine, uno sviluppo cruciale nel settore energetico serbo è stata la modifica della Legge sull’Energia nel novembre 2024. Questi sviluppi legislativi e regolamentari riflettono l’impegno della Serbia nel migliorare il clima di investimento, nell’allinearsi agli standard UE e nel favorire una crescita economica sostenibile.

Che tutele per gli investitori?

La Legge sugli Investimenti in Serbia garantisce che gli investitori stranieri ricevano un trattamento paritario, con gli stessi diritti e obblighi degli investitori nazionali. Le disposizioni chiave includono:

  • Trattamento nazionale: gli investitori stranieri godono della stessa posizione legale degli investitori domestici, salvo diverse specifiche.
  • Protezione degli investimenti: gli investimenti sono tutelati contro l’esproprio, con indennizzo nei casi di interesse pubblico.
  • Libertà di trasferimento: gli investitori possono trasferire liberamente all’estero profitti, dividendi, interessi e altri asset finanziari, una volta adempiuti gli obblighi fiscali.(riproduzione riservata)

*Head of Italian Hub-CEE di Schonherr

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