MODA – Cassa integrazione disponibile fino a fine anno per le piccole imprese. Confartigianato: “Misura tampone, ma attenzione che la crisi è strutturale”


Cassa integrazione nuovamente disponibile fino alla fine dell’anno per le piccole imprese della moda che sono quelle maggiormente esposte agli effetti della crisi.

Una misura importante per il comparto moda in Veneto dove le imprese attive nella produzione tessile e nella confezione di abbigliamento e di accessori sono 8.295; oltre la metà di queste (56,8%) è impresa artigiana. A testimonianza della specializzazione della nostra regione su questo tipo di manifattura, l’incidenza è maggiore rispetto alla media nazionale che si attesta al 50,9%. Il calo della produzione nella moda, con l’indice della produzione nel tessile, abbigliamento e pelle è stato continuo dal 2008, nell’ultimo anno la flessione è stata pari al -10,5% su base annua a fronte del -3,5% della manifattura e rappresenta il quarto calo tendenziale consecutivo a doppia cifra.

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I dati dell’export sono i più preoccupanti: in due anni (2022 vs 2024) il saldo export ha chiuso con un – 34,1% con gli Usa, -33.1 verso il Regno Unito, – 17,2 con la Germania, – 27,1 % con la Cina.

In un arco di tempo compreso tra il 2008 e il 2024 il comparto moda ha presentato un saldo negativo tra assunzioni e cessazioni, quello riferito al 2024 è tra i più elevati, pari a un – 1.620 posizioni lavorative.

La domanda interna non aiuta: i consumi delle famiglie per abbigliamento e calzature restano deboli (-2,4% nel 2024, pari a 1.632 milioni di euro in meno). Le vendite al dettaglio calano nel primo trimestre 2025 del -1,7% annuo, con picchi negativi nelle calzature (-4,4%).

Crisi strutturale: le osservazioni di Confartigianato portate ai tavoli

La rapida crescita dell‘e-commerce ha messo sotto pressione le aziende meno preparate a integrare i canali digitali, le spinte inflazionistiche e le richieste di miglioramento delle condizioni di lavoro hanno impattato fortemente sui costi operativi e sulla capacità di trattenere maestranze qualificate. Le imprese artigiane spesso non soddisfano i requisiti delle banche per accedere a finanziamenti adeguati.

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Aziende in Paesi con bassi costi di manodopera continuano a rappresentare una sfida significativa per i produttori europei mentre le abitudini di consumo premiano sempre più abbigliamento casual e sportivo, influenzando negativamente i segmenti più tradizionali, riducendo la domanda di prodotti di lusso e di alta qualità sempre meno alla portata delle tasche dei consumatori alimentando così il fast fashion.

Va inoltre evidenziato come nel nostro Paese vi siano ancora sacche di illegalità, rappresentata da laboratori abusivi che si servono di personale straniero sottopagato, difficili da identificare e che generano situazioni di concorrenza sleale per coloro che operano nella legalità.

Politiche sempre più stringenti in tema di sostenibilità e obblighi di trasparenza, spingono le aziende e i consumatori verso produzioni più etiche e green, che spesso però comportano costi più elevati per gli imprenditori. Allo stesso tempo la forte concorrenza nel mercato interno spinge le imprese a cercare sbocchi internazionali che però richiedono competenze specifiche e investimenti mirati.

Nonostante il quadro critico, Confartigianato Veneto accoglie con favore la riattivazione degli ammortizzatori sociali e sostiene le misure attivate dalla Regione con fondi FSE, che dimostrano attenzione concreta al tessuto produttivo. Il sistema Confartigianato ha già presentato due progetti per il settore Moda: uno regionale che coinvolge 19 aziende e uno vicentino dedicato al distretto della concia con 18 imprese partner.

“Accogliamo con favore la riattivazione dell’ammortizzatore sociale in deroga per le imprese della filiera moda, una misura tampone che rappresenta un segnale concreto di attenzione verso un comparto che sta affrontando sfide strutturali e congiunturali complesse- così Katia Pizzocaro, Presidente Federazione Moda di Confartigianato Imprese Veneto – attenzione, però che la crisi è strutturale.  “Per le nostre imprese – ribadisce Pizzocaro –  è importante favorire l’accesso al credito anche attraverso il rafforzamento di Fondi di garanzia regionali, ridurre il peso del costo del credito, creare partenariati tra istituti di credito e imprese supportati da garanzie regionali, non ultimo agevolare l’accesso a finanziamenti dedicati per l’acquisto di tecnologie abilitanti come l’intelligenza artificiale, piattaforme e data management”.



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