Crediti alle imprese in riduzione anche nel 2024


La diminuzione dei prestiti alle imprese è frutto soprattutto di una minor domanda delle stesse. La contrazione più significativa si evidenzia a carico delle realtà più piccole.

Nel 2024, in Italia, la dinamica del credito è rimasta debole, registrando una riduzione dei prestiti alle imprese, se pur con qualche segnale di ripresa – rispetto all’anno precedente – favorito dal progressivo allargamento delle maglie della politica monetaria. La ragione principale è da ricercare nella scarsa domanda delle imprese. I prestiti per le famiglie invece, sono tornati a crescere. La riduzione dei tassi ha favorito la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni.

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Il tasso di deterioramento dei prestiti è lievemente aumentato, trainato da quello delle imprese, ma nel complesso, “la qualità degli attivi detenuti dalle banche si è mantenuta in linea con quella media dell’area dell’euro”. È quanto emerge dalla relazione annuale di Bankitalia, nella quale si stima che il tasso di deterioramento dei crediti alle imprese registrerà un contenuto aumento nell’anno in corso e nel 2026, mentre per le famiglie resterà sostanzialmente stabile.

Riduzione dei prestiti alle imprese: -2,6%

Entrando nel dettaglio dello scenario economico tratteggiato dalla Banca d’Italia, si evidenzia per il 2024 una riduzione dei prestiti pari all’1,2%, frutto delle minori erogazioni alle imprese (-2,6%) imputabile – come accennato poc’anzi – a una ridotta domanda delle stesse, principalmente per effetto di una minore esigenza di finanziamento degli investimenti e in parte per un valore dei tassi di interesse ancora piuttosto elevato. La contrazione più significativa si evidenzia a carico delle piccole imprese (-6,8%).

In questo contesto, le politiche di offerta degli istituti bancari sono rimaste moderatamente restrittive, in particolare per le imprese di dimensioni più contenute, a fronte di un lieve allentamento per quelle più grandi. “A parità di domanda di credito, le politiche di offerta sono state più prudenti verso le piccole aziende, tipicamente più rischiose e meno trasparenti e per le quali i costi fissi di finanziamento sono elevati rispetto al volume delle operazioni”, afferma Bankitalia.

Via Nazionale spiega inoltre, che il calo dei prestiti alle Pmi è riconducibile a un trend iniziato dopo la crisi dei debiti sovrani, sospeso temporaneamente durante la pandemia in ragione della crescente necessità di finanziamenti e delle ampie misure di sostegno finanziario offerte dallo Stato. Tale tendenza è il risultato da un lato di un maggior ricorso all’autofinanziamento e dall’altro di una riduzione del numero di queste realtà.

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Crediti deteriorati in lieve aumento

Rispetto alla qualità dei crediti –  come riporta Bebankers – “nell’ultimo trimestre del 2024 il flusso di nuovi prestiti deteriorati, in rapporto alla consistenza di quelli in bonis è aumentato all’1,4%, rispetto all’1,2% di fine 2023, trainato dai finanziamenti alle imprese (2,4% contro 1,8%). Il rapporto registra una lieve diminuzione per le famiglie”.

Nella media annuale, nei bilanci degli istituti bancari, i crediti deteriorati hanno continuato a ridursi, anche per effetto delle operazioni di cessione (per circa 8 miliardi). Tuttavia, il rapporto tra il monte crediti deteriorati e il totale dei prestiti è risultato lievemente in crescita, passando dall’1,4 all’1,5%, in ragione delle minori erogazioni di credito.

Guardando all’immediato futuro – come accennato in apertura – secondo le stime di Banca d’Italia, il tasso di deterioramento dei prestiti alle imprese “dovrebbe aumentare in misura contenuta nell’anno in corso e nel 2026, principalmente a causa del peggioramento del quadro macroeconomico e della diminuzione attesa della redditività delle imprese. Per le famiglie l’indicatore rimarrebbe invece sostanzialmente stabile”.

Per il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, “l’alta redditività e le riserve patrimoniali accumulate mettono in ogni caso il sistema bancario italiano in condizione di assorbire eventuali shock”.

A fronte del rischio sistemico, per rafforzare la solidità del sistema bancario e preservarne la resilienza in caso di eventi avversi, ad aprile 2024, la Banca d’Italia ha attivato una riserva di capitale.

Cresce l’efficienza del sistema bancario

La relazione di Bankitalia evidenzia inoltre come l’efficienza del sistema bancario sia in costante miglioramento, grazie ai crescenti investimenti in innovazione. Aumenta l’impiego di nuove tecnologie, se pur ancora in un numero limitato di banche. L’intelligenza artificiale fa gradualmente il suo ingresso negli istituti, per potenziare e velocizzare la valutazione del merito creditizio.



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