«Stop al consumo di suolo e più fiducia nei nostri giovani»


«Stop al consumo di suolo e fiducia nei giovani per un futuro tra tecnologia e intelligenza artificiale» Il presidente di Confagricoltura Bergamo, Renato Giavazzi, scatta una fotografia dell’agricoltura orobica alla vigilia dell’assemblea annuale, in programma lunedì nella sede di Azzano San Paolo.

«Nella nostra provincia vantiamo un’agricoltura certamente in evoluzione, ma penalizzata nella propria crescita da un territorio agricolo sempre più limitato, a causa del consumo di suolo e della difficoltà di investimenti per le carenze di finanziamento, oltre che di tutte quelle scorie che ci stiamo portando dietro dal Covid, come il costo delle materie prime e dell’energia, oltre ai cambiamenti climatici. Le aziende che resistono sono per buona parte delle eccellenze, in particolare nel settore lattiero-caseario o vitivinicolo e nel comparto della carne. Chi ha maggiori difficoltà sono i seminativi in genere e la IV gamma: da settore di grande attrazione e sviluppo, il polo bergamasco oggi sta soffrendo moltissimo, non tanto per la qualità del prodotto – che rimane di grande eccellenza – quanto per il riconoscimento economico, con i prezzi riconosciuti al produttore che sono fermi al 2012».

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Tra le tematiche emerse negli ultimi anni c’è proprio la questione del consumo di suolo. Qual è la posizione di Confagricoltura su un tema così divisivo?

«Se dovesse continuare questo stillicidio, peraltro nelle zone dove c’è il fior fiore dell’agricoltura bergamasca, sarebbe un imperdonabile crimine che potrebbe portare a ridurre la nostra agricoltura a ben poca cosa. Mi riferisco certamente alla logistica e ai database, ma ancor più alla ridicola pretesa di realizzare l’autostrada Bergamo-Treviglio – per inciso non si dovrebbe neanche chiamare così, visto che il percorso è ridotto a circa 15 chilometri da Dalmine a Casirate – con conseguenze anche dal punto di vista idraulico ed irriguo. I costi dell’opera non potranno essere ammortizzati in tempi ragionevoli ed è bene ricordare che si tratta di un progetto di finanza, nonostante qualche ingiustificata regalia da parte della pubblica amministrazione: attenzione a non fare la stessa fine della Brebemi, con la recente sentenza della Corte dei Conti».

La sensazione è che su alcune battaglie in Europa, l’Italia sia il classico vaso di coccio. Come può farsi valere la nostra agricoltura di fronte al sistema delle lobby?

«Sono piuttosto d’accordo sul fatto che l’Italia a livello europeo non conti molto, sicuramente preferiremmo una politica più decisa e netta nel modo di porsi nell’Ue: fare troppo da mediatori rischia di creare isolamento. Per quanto attiene alle lobby le mie informazioni sono solo parziali però non vorrei che accadesse quanto già avvenuto in alcuni Paesi dell’Est dove le lobby non sono neppure più alcuni fondi europei e statunitensi ma bensì arabi, visto che la Romania è ormai nelle loro mani».

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Nonostante il momento storico impegnativo, tanti giovani decidono di dedicare la loro vita all’agricoltura.

«In Confagricoltura contiamo tanti giovani nelle aziende e siamo fiduciosi sul ricambio generazionale. Segnaliamo inoltre numerose startup che spesso vanno ad inserirsi in produzioni di nicchia che alleggeriscono settori in eccesso di produzione, rispondendo ad una forte richiesta di mercato senza dover disporre di importanti capitali. Cerchiamo però di non farli scappare tutti e di aiutarli al massimo».

Intelligenza artificiale, ricerca e innovazione rappresentano il futuro del comparto. Come si può agevolare la transizione?

«Da anni Confagricoltura Bergamo ha spinto affinché le proprie aziende cogliessero l’opportunità che ricerca ed innovazione offrivano a larghe mani con benefici anche di carattere economico-finanziario, a patto che ci siano più fondi e meno burocrazia. I progetti che fanno capo alla Tea, Tecniche di Evoluzione Assistita, sono finalmente in corso e potrebbero risolvere per buona parte le problematiche connesse al cambiamento climatico, consentendo il risparmio sull’uso di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci. Nessuno oggi potrà fare a meno dell’uso dell’intelligenza artificiale, come aiuto indispensabile per l’uomo senza che, tuttavia, sfugga di mano».



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