Polizze catastrofali: possibili incentivi fiscali per chi si tutela – Sistema Ratio


L’idea, in realtà, girava già da tempo e adesso sembra prendere forma: si parla di nuovi sgravi fiscali per le imprese che si dotano di una polizza contro eventi catastrofali – terremoti, alluvioni, quelle cose che ormai, nella prassi, fanno paura anche dove una volta nessuno ci pensava. Il governo o, meglio, il Mimit, ne ha parlato apertamente: l’occasione è stato il tavolo convocato dal sottosegretario, assieme a rappresentanti delle associazioni di categoria e Ania, per rimettere mano a uno dei temi più trascurati (eppure sempre attuali) del sistema produttivo. Sul tavolo si ragiona soprattutto su come incentivare, fiscalmente e non, chi decide di assicurarsi, evitando che la copertura resti solo un obbligo “di legge” da barrare con noia tra mille adempimenti. Si consideri che la richiesta di agevolazioni non arriva solo dalle imprese, ma ormai è condivisa pure da molti soggetti istituzionali e (dettaglio non scontato) anche da Confindustria, storicamente piuttosto fredda sul tema.

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Una delle ipotesi: maxi-deduzione sui premi assicurativi. Sembra quasi certo che, se la misura finisse davvero nella prossima legge di Bilancio, il vantaggio fiscale potrebbe prendere la forma di una super deduzione sulle spese per polizze stipulate (e pagate) entro il 31.12.2024. La misura andrebbe quindi ad aggiungersi, come spesso accade, alle proroghe degli obblighi già previsti. Si ricorda, per inciso, che attualmente le aziende devono stipulare la copertura entro il 31.12, ma questa scadenza è già stata oggetto di slittamenti.

L’aspetto più interessante riguarda l’estensione della misura. Non si parla solo di grandi imprese, ma anche di piccole e medie aziende, e persino delle microimprese. Qui le cose si complicano parecchio, perché la platea dei potenziali beneficiari si allarga enormemente. E con essa, ovviamente, i costi per lo Stato.

Le tempistiche parlamentari sono sempre un’incognita. Il sottosegretario ha detto che si sta lavorando per inserire qualcosa nella prossima manovra di Bilancio, il che significa definire tutto entro dicembre. Non molto tempo, considerando che bisogna ancora decidere il meccanismo, calcolare i costi e verificare la compatibilità con le norme europee sugli aiuti di Stato. L’argomento del governo sarà probabilmente che incentivare le assicurazioni private riduce la spesa pubblica per i risarcimenti post-calamità. Logico, ma bisognerà vedere se i numeri torneranno davvero.

Dal punto di vista tecnico, implementare una misura del genere non è banale. Bisognerà definire con precisione quali polizze danno diritto all’agevolazione (solo quelle contro terremoti e alluvioni? Anche grandine e altri eventi atmosferici?), quali soggetti possono beneficiarne, come si applica concretamente lo sconto. Tutti dettagli che, nell’esperienza applicativa, possono fare la differenza tra una misura che funziona e una che rimane sulla carta.

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La proposta si inserisce in un contesto più ampio di ripensamento delle politiche sul rischio catastrofale. L’Europa spinge da tempo per una maggiore diffusione delle assicurazioni private, anche per ridurre il peso sui bilanci pubblici nazionali. E l’Italia, che ha una delle esposizioni più alte al mondo per rischi sismici e idrogeologici, non può più permettersi di ignorare il problema.

Resta da capire se il governo andrà fino in fondo. Perché una cosa è annunciare incentivi generici, un’altra è metterli nero su bianco in una legge con tanto di coperture finanziarie. Ma i segnali, almeno per ora, sembrano andare nella direzione giusta. Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi, anche se, conoscendo i tempi della politica italiana, probabilmente toccherà aspettare ancora un po’ prima di vedere qualcosa di concreto.



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