Così come evidenziato dal rapporto Laureati e Lavoro 2024 di Excelsior Unioncamere, il mercato del lavoro italiano sta attraversando una fase di profonda trasformazione, guidata dall’innovazione tecnologica, dai cambiamenti demografici e dalla digitalizzazione. Il rapporto segnala una riduzione della domanda di laureati (-10% rispetto al 2023), un mismatch tra competenze offerte e richieste dalle imprese, e la graduale scomparsa di alcune professioni tradizionali, mentre altre si riconfigurano o emergono.
Il Mercato del lavoro nel 2024: tendenze e sfide. Calo della domanda di Laureati
Secondo il rapporto Laureati e Lavoro 2024, nel 2024 le imprese italiane hanno programmato 691.000 assunzioni di laureati, in calo del 10% rispetto ai 768.000 del 2023, segnando un’inversione di tendenza rispetto alla crescita post-pandemica.
Settori tradizionali come l’istruzione privata e il commercio registrano una contrazione della domanda di laureati, che si traduce in un ridimensionamento di comparti consolidati.
Le difficoltà di reperimento, che riguardano quasi il 50% delle ricerche di personale, evidenziano un persistente mismatch di competenze, con una crescente necessità di profili digitali e trasversali.
Professioni in declino e nuove opportunità
Il rapporto identifica professioni in netto declino, come:
- Tecnici programmatori (-47,7%);
- Insegnanti nella formazione professionale (-13,2%);
- Docenti della scuola secondaria superiore (-13,9%);
- Farmacisti (-17%);
- Ingegneri civili (-19,3%).
Tale flessione è dovuta all’automazione, alla digitalizzazione e a un cambiamento delle priorità delle imprese, che privilegiano profili allineati alle nuove esigenze.
Al contempo, emergono professioni in crescita, tra cui:
- Esperti legali in imprese (+31,9%);
- Specialisti in scienze economiche (+15,4%);
- Tecnici meccanici (+14,1%);
- Specialisti nella gestione e controllo nelle imprese private (+13,4%).
Profili come ingegneri dell’informazione, statistici, esperti in data analysis e progettisti di sistemi informatici registrano tassi di irreperibilità superiori all’80%, il che evidenzia la carenza di competenze specializzate.
Riconfigurazione delle Professioni
Alcune professioni non scompaiono, ma si trasformano.
Gli insegnanti, ad esempio, sono richiesti con competenze in didattica digitale, inclusione e sostenibilità.
I tecnici amministrativi devono padroneggiare project management, digital accounting e compliance normativa.
Le imprese cercano profili interdisciplinari, spingendo i lavoratori verso una formazione continua e modulare.
Crisi delle Professioni artigianali e tecniche
Il rapporto segnala la progressiva scomparsa di mestieri artigianali e tecnici, come fabbri, elettricisti, cuochi e artigiani, dovuta alla scarsa valorizzazione di questi ruoli nel sistema scolastico.
Marco Bentivogli, in un’intervista a Lac News 24, ha sottolineato come l’abbandono del lavoro tecnico e manuale abbia impoverito il patrimonio di competenze ed accentuato la disoccupazione giovanile nonostante la presenza di posti vacanti.
Il Gap di competenze e il deficit di Laureati
L’Italia sconta un numero di laureati inferiore alla media europea: solo il 30,6% dei giovani tra 25 e 34 anni ha un titolo universitario, contro il 43,1% dell’UE (Eurostat 2023).
Questo deficit, secondo Excelsior Unioncamere, rende il mercato del lavoro fragile e vulnerabile agli squilibri tra offerta e domanda.
La transizione tecnologica e ambientale richiede competenze avanzate, ma senza investimenti in formazione terziaria il rischio è una perdita di occupabilità per molti lavoratori qualificati.
Il ruolo della Scuola
Il sistema scolastico italiano fatica a formare competenze adeguate alle esigenze del mercato.
La mancanza di orientamento verso professioni tecniche e artigianali contribuisce alla carenza di figure specializzate.
Il rapporto sottolinea la necessità di ripensare l’offerta formativa, promuovendo percorsi che valorizzino il lavoro manuale e tecnico, in linea con le esigenze produttive.
La risposta della Scuola: la Riforma Tecnologico-Professionale
Per affrontare il mismatch di competenze, il Ministro Valditara ha stanziato 35 milioni di euro per i campus della filiera “4+2”, previsti dalla Legge n. 121/2024.
Un Avviso pubblico consente alle Regioni di accedere a 15 milioni di euro per la Progettazione di Fattibilità Tecnica Economica (PFTE), con candidature da presentare entro il 15 settembre 2025 e un massimo di 2 milioni di euro per progetto.
I campus, hub formativi territoriali, integreranno scuole, ITS Academy, università, AFAM e imprese, e offriranno formazione curriculare ed extracurriculare.
Le risorse residue saranno destinate agli interventi infrastrutturali, come stabilito dal Decreto Dipartimentale n. 1282 del 3 giugno 2025.
Potenziamento dei laboratori
Un ulteriore investimento di 124 milioni di euro, previsto dal Decreto Ministeriale n. 215/2024, finanzierà il potenziamento dei laboratori degli Istituti tecnici e professionali, con una media di 258.000 euro di fondi PNRR per istituto. Un Avviso pubblico supporterà campus formativi integrati, guidati da Istituti tecnici e professionali.
Inoltre, 210 milioni di euro dal Programma Nazionale 2021-2027 finanzieranno laboratori professionalizzanti, rafforzando la didattica pratica e le competenze STEM.
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