L’export italiano in una fase di profonda trasformazione. Le politiche commerciali introdotte dall’Amministrazione Usa e i dazi stanno avendo un ruolo importante nel processo, ma da sole non spiegano quanto sta accadendo.
Già nel 2024 l’Italia ha registrato flessioni significative verso alcuni dei suoi principali mercati tradizionali, con una riduzione di 2,4 miliardi nelle esportazioni verso gli Stati Uniti, di 3,8 miliardi in Cina e di 5 miliardi in Germania.
Tuttavia, l’Italia ha anche guadagnato 12 miliardi in 25 mercati emergenti come Turchia, Arabia Saudita, Messico, Brasile e Australia, economie che rappresentano un’opportunità cruciale per le aziende tricolori grazie alla rapida crescita della classe media e alla crescente domanda di prodotti di alta qualità, caratteristici del Made in Italy.
Export Made in Italy sotto pressione
La trasformazione che stiamo vivendo apre opportunità significative per le pmi, che rappresentano oltre il 45% dell’export. La Lombardia, ad esempio, nel 2024 ha registrato una crescita dell’export dello 0,6%, superando 164 miliardi, con flussi verso gli Usa per quasi 14 miliardi, che rappresentano il 20,5% totale italiano verso questo mercato.
Secondo le stime di Confartigianato, le nuove tariffe commerciali potrebbero ridurre di oltre 11 miliardi le esportazioni lombarde verso gli Stati Uniti, evidenziando l’urgenza di diversificare i mercati di riferimento e adottare strategie flessibili, supportate da partner logistici esperti e reti di distribuzione efficienti.
Oggi infatti le tensioni commerciali e le politiche protezionistiche stanno ridefinendo le dinamiche degli scambi internazionali. Questo scenario è destinato a mettere sotto pressione interi settori del Made in Italy, dalle macchine utensili alla moda passando per l’agroalimentare e l’automotive, che dipendono fortemente dalle esportazioni verso gli Usa.
Trade transition: puntare sui mercati emergenti
Quella che stiamo attraversando potrebbe definirsi una trade transition in cui la logistica diventa ancor più un asset strategico per le imprese. Oggi non possiamo limitarci a offrire un servizio di spedizione ma dobbiamo essere abilitatori di business che possono fare la differenza nella competitività dell’intero Paese. Questo perché i cambiamenti in atto richiedono agilità e innovazione, che si traducono anche nella capacità di identificare nuovi mercati, sia per l’approvvigionamento che per la distribuzione, destinati a giocare un ruolo sempre più centrale nell’export, che rimane una delle principali leve di crescita per le imprese italiane.
Esplorare nuove rotte commerciali non è solo un’opportunità ma una necessità strategica per le pmi italiane. Aprirsi a economie emergenti come India, Filippine, Indonesia e Vietnam significa ridurre la dipendenza da mercati più maturi e spesso saturi. L’Italia ha inoltre beneficiato di numerosi accordi commerciali con questi Paesi, che hanno semplificato l’accesso ai loro mercati e ridotto le barriere doganali. Questo ha aperto la strada a nuove opportunità per le imprese italiane, che possono ora contare su reti logistiche avanzate e servizi specializzati per garantire spedizioni rapide e conformi alle normative internazionali.
E-commerce: un’opportunità per accedere a nuovi mercati
Infine, l’ascesa dell’e-commerce in queste regioni rappresenta un’opportunità ulteriore per le aziende italiane, aprendo canali diretti per raggiungere i consumatori finali e costruire una presenza internazionale solida. Questo è particolarmente rilevante in un contesto in cui solo il 25% del commercio globale è crossborder, lasciando ampio margine di crescita per le imprese che sapranno cogliere queste opportunità.
In definitiva, il successo delle pmi italiane dipenderà dalla capacità di innovare e adattarsi, esplorando nuovi mercati e costruendo solide reti di distribuzione globale, in modo da continuare a rappresentare l’eccellenza del Made in Italy nel mondo. (riproduzione riservata)
*ceo di Dhl Express Italy
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