Carenza autisti, il Lazio diventa laboratorio di inclusione: sindacati e artigiani formano lavoratori disagiati


Un percorso di formazione, valorizzazione delle professionalità, reinserimento lavorativo rivolto a lavori disagiati, donne in difficoltà, vittime di violenza o di tratta, richiedenti asilo politico e persone deboli, socialmente svantaggiate, con l’obiettivo di inserimento nel mondo del lavoro della logistica, in particolare come autisti e driver. Un network per avvicinare domanda e offerta e provare così a colmare il gap occupazionale che ha investito la figura professionale degli autisti di mezzi pesanti e che sta mettendo in crisi anche la ricerca di driver per le consegne dell’ultimo miglio. È questo lo scopo di un protocollo d’intesa firmato da Filt Cgil, Fit CisL e Uil Trasporti con la Fita Cna ristretto per ora solo al Lazio, deputata come regione laboratorio dell’iniziativa. “La carenza di personale nella logistica – spiega Valeria Mizzau, responsabile del progetto per la FiltCgil di Roma e Lazio – ci ha portato l’idea di condividere questo progetto per aprire le porte anche a lavoratori che hanno bisogno di supporto e che sarebbero molto utili al settore”. 

Così il percorso prevede l’abilitazione professionale verso un “lavoro sicuro – continua Mizzau – dignitoso e stabile, rafforzato anche dall’ultimo accordo sul rinnovo del Ccnl che ha introdotto la figura del mediatore culturale, molto importante per l’inclusione”. “Le parti – spiega anche in una nota la Fita Cna – hanno inteso avviare un progetto con ampio respiro, che consenta di generare lavoro specializzato, sicuro, stabile e dignitoso per imprese virtuose, in un settore in continua emancipazione e sviluppo”.

Il percorso è appena iniziato con la firma, qualche settimana fa, di un protocollo che prevede la creazione di “occasioni di rilancio dell’impresa e del lavoro, in un’ottica di aumento della professionalità e di rispetto della legalità favorendo l’inclusione nel mondo della logistica e in senso più ampio nei mestieri ad essa attinenti, driver, trasportatore, rider consegna ultimo miglio, di lavoratori e lavoratrici appartenenti a classi sociali più deboli che si affacciano al mondo del lavoro con difficoltà”. 

Una cabina di regia costituita dalle parti che hanno sottoscritto l’accordo dovrà individuare ora i percorsi formativi e le fonti di finanziamento. Tra i progetti allo studio, la possibilità di ricorrere alla bilateralità artigiana e contrattuale per trovare sostegno economico, mentre sarà lo sviluppo di una rete con le associazioni no profit il primo passo per intercettare potenziali lavoratori da formare. Si pensa alla creazione di un data-base di curricula di persone in possesso almeno della patente B da formare e mettere a disposizione delle imprese artigiane. I primi corsi di formazione potrebbero arrivare già durante la prossima estate per preparare i primi autisti in vista della peack season autunnale. 



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