Il bonus colonnine domestiche 2024 rimborsa fino all’80% delle spese per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica elettrica. Le domande possono essere presentate dal 29 aprile al 27 maggio 2025.
Le richieste sono valide per spese sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024
Riparte il bonus colonnine domestiche 2024: una nuova finestra per la presentazione delle domande resterà aperta fino al 27 maggio. L’iniziativa, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, mira a sostenere l’acquisto e l’installazione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici da parte di utenti privati.
I cittadini che non sono riusciti a inoltrare la domanda nella precedente finestra potranno ora accedere nuovamente all’incentivo. Le richieste sono valide per le spese sostenute tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2024. Le domande dovranno essere presentate tramite la piattaforma dedicata, disponibile dalle ore 12:00 del 29 aprile fino alle ore 12:00 del 27 maggio 2025.
La prima edizione del bonus, attiva dall’8 luglio 2024, non ha raggiunto il successo atteso: a fronte di un budget complessivo di 20 milioni di euro, sono state ricevute solo 5.319 domande, per un importo richiesto di circa 6,3 milioni di euro. Una partecipazione modesta che ha spinto il Ministero a riaprire i termini, nella speranza di incentivare un maggior numero di adesioni.
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In cosa consiste il bonus
Il contributo prevede un rimborso pari all’80% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica domestiche, fino a un massimo di:
- 1.500 euro per i privati;
- 8.000 euro per i condomini, in caso di installazioni sulle parti comuni.
Tra le spese ammissibili rientrano:
- opere edili e impiantistiche necessarie;
- dispositivi di monitoraggio;
- costi di progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi;
- spese di connessione alla rete elettrica.
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Chi può beneficiarne
Il bonus è destinato a:
- Persone fisiche, per installazioni a uso esclusivamente privato, non accessibili al pubblico;
- Condomìni, per strutture ad uso collettivo, purché non pubblicamente accessibili.
Le infrastrutture devono essere nuove di fabbrica, di potenza standard, situate in territorio italiano e installate in aree nella piena disponibilità dei richiedenti.
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