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Sicilia, un bazooka per le imprese messe in ginocchio da crisi e dazi



(Teleborsa) – Arriva per le imprese siciliane un sostegno contro la crisi e la guerra dei dazi, un mix di risorse finanziarie messo sul piatto dalla Regione e consulenza offerta da una task force di avvocati e professionisti di MFLaw, finalizzata a rafforzare le strutture manageriali, organizzative e finanziarie ed a guidare le imprese verso l’internazionalizzazione.

Una ricetta messa in campo da una partnership pubblico-privata, nata dal confronto organizzato ieri da MFLaw presso la Camera di commercio Palermo Enna, che si propone di affrontare i problemi che assillano le imprese siciliane: il razionamento del credito, il caro bollette, il mismatch occupazionale e la crisi acuita dai dazi. La Regione siciliana da fine maggio metterà in campo bandi per un totale di 1,5 miliardi di euro finalizzati ad accrescere la competitività tecnologica del sistema produttivo, mentre una task force di avvocati e professionisti di MFLaw affiancherà le imprese con consulenza plurispecialistica e con un desk per l’internazionalizzazione aperto a Riyad.

Nicolò La Barbera, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Palermo, ha rivelato che “in Sicilia l’80% delle imprese approva i bilanci non ad aprile come si dovrebbe, ma a giugno, segnale evidente di carenze manageriali e spesso anche di una mancata ricerca di adeguata consulenza“. E il presidente della Camera di commercio Palermo Enna, Alessandro Albanese, ha osservato che “a causa del calo demografico che registriamo in Sicilia da tanti anni, cui si aggiunge l”emigrazione, quest’anno le imprese non trovano circa 20mila unità di personale da assumere”.

C’è poi il “credit crunch”, che in Sicilia viene vissuto più pesantemente a causa della chiusura degli sportelli bancari in 149 Comuni. “La desertificazione bancaria viene spesso riferita alla massiccia chiusura degli sportelli bancari, che sono diminuiti in tutta Italia di circa 5.000 unità negli ultimi anni – spiega Dario Costanzo, presidente della sezione Credito e finanza di Sicindustria Palermo -ma in realtà andrebbe riferita agli oltre 300 miliardi di minore credito erogato dal sistema bancario alle imprese negli ultimi 15 anni. In Sicilia, secondo la Cgia di Mestre, in 15 anni sono venuti a mancare al sistema economico 13,6 miliardi di credito. Per colmare la distanza fisica e la difficoltà di reperire liquidità è diventato strategico il ruolo dei confidi”.

Ma anche con il credito non sono rose e fiori. Nonostante il Fondo di garanzia di Mediocredito centrale, nel 2024, abbia prestato garanzie alle imprese siciliane su 20.482 finanziamenti bancari, per un totale di 2,1 miliardi, nello stesso anno sono state dichiarate insolventi 806 aziende e avviate a procedura pur se garantite, e, di queste, solo 29 sono state quelle ammesse alla nuova composizione negoziata della crisi d’impresa.

Di fronte a questo scenario, l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, ha annunciato che la Regione, a fine maggio, pubblicherà bandi per un totale di 1,5 miliardi, in parte gestiti da Irfis-FinSicilia. Si tratta di risorse provenienti da fondi Fesr, Fsc e Poc e l’obiettivo è chiaro: trasformare queste risorse in opportunità concrete per le imprese siciliane. “Siamo al lavoro per costruire un ecosistema favorevole alle imprese – ha affermato – dove innovazione, capitale umano e ricerca non siano parole vuote, ma pilastri reali dello sviluppo”.

Il D.g. del dipartimento regionale Attività produttive, Dario Cartabellotta ha spiegato che 25 milioni sono per azioni di sistema ricerca, 10 milioni per l’Open innovation, 72 milioni per infrastrutture di ricerca, 70 milioni al Fondo di garanzia, 73 milioni per riqualificazione energetica delle aziende, 25 milioni per riqualificazione del capitale umano, 126 milioni per ricerca collaborativa, 25 per R&S, 25 milioni per la digitalizzazione delle imprese, 25 milioni per la nascita di nuove imprese. A questi bandi si aggiungono il bando aperto dal ministero delle Imprese per i Contratti di sviluppo (497,8 milioni per tutte le regioni del Sud) e i 615 milioni stanziati dal governo Schifani per la piattaforma Step dedicata alle deeptech, cleantech, biotecnologie e ricerca sull’energia.

Michele Cimino, commissario liquidatore degli ex consorzi Asi, ha spiegato che, con la riforma approdata ieri a Sala d’Ercole, sarà possibile semplificare le procedure, chiudere i contenziosi, vendere i numerosi terreni e capannoni dismessi delle aree industriali agli imprenditori che devono realizzare investimenti e consentire a coloro che invece occupano alcune di queste aree di regolarizzare le loro posizioni.

Da parte sua, Andrea Fioretti, managing partner di MFLaw, ha messo a disposizione delle imprese le competenze per moltiplicare l’effetto positivo della finanza agevolata tramite la leva fiscale, soprattutto per gli investimenti in area Zes unica del Sud, ma anche le potenzialità di nuovo export verso Riyad, grazie al progetto MSdesk Italy con cui MFLaw s propone come “facilitatore delle relazioni commerciali tra l’Italia e l’Arabia Saudita. “In Arabia Saudita miriamo a diventare un punto di riferimento per le imprese siciliane e italiane che vogliono investire nei Paesi arabi”, ha spiegato Fioretti, aggiungendo “la nostra idea è quella di cercare uno sviluppo delle nostre aziende verso i vari mercati arabi. La Farnesina ha indicato il mercato arabo come target per le nostre aziende, insieme all’India”.

(Teleborsa) 11-04-2025 10:03



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