Importante novità in arrivo: al Consiglio dei Ministri si sta discutendo, tra gli altri, di una procedura semplificata in caso di data breach (violazione dei dati) rivolta alle microimprese, con meno di cinque dipendenti.
Per quanto fosse una misura attesa da tempo, ecco che compare per la prima volta nero su bianco nel DDL del 4 agosto 2025 in materia di “Semplificazioni per le imprese”.
Vediamo in che termini.
Data breach: semplificazione per le microimprese
La parola d’ordine ancora una volta è “semplificazione”.
Occorre snellire specialmente le procedure che richiedono sforzi eccessivi per microimprese quelle cioè che non contano più di cinque dipendenti.
Troppo burocrazia, uguale per tutti, che in realtà così piccole ingolfa ed esonda le capacità attuative.
Così il Governo Meloni ha approvato nella seduta del CdM del 4 agosto scorso, un nuovo disegno di legge volto alla semplificazione “burocratica” delle microimprese, atto tra gli altri ad agevolare appunto l’attività economica sul territorio, alleggerendo gli adempimenti fiscali e di privacy nonché a snellire gli oneri burocratici.
L’intento è chiaro e mirato: arrivare a centinaia e centinaia (ben oltre 500) di procedure semplificate entro il 2026, come il PNRR prevede.
Tra queste vi rientra anche la procedura cd “data breach” che si deve attivare in caso di violazione dei dati.
Sappiamo che in questo caso, il titolare/organizzazione deve compiere tutta un serie di attività spesso descritte in più o meno laboriose procedure che per realtà importanti possono anche starci, ma che diventano sproporzionate per micro-realtà con un paio o meglio fino a cinque dipendenti.
Di qui, il monito di dover semplificare diversificando le procedure. Meno ridondanze o passaggi eccessivi in punto privacy/data breach, purtuttavia nel rispetto del dettato normativo di cui agli artt. 33 e ss GDPR. Quelli non si toccano.
D’altronde le imprese che hanno meno di cinque dipendenti risultano spesse volte schiacciate dagli adempimenti non di meno privacy. Né ha senso sovraccaricarle di burocrazia, in tutti i settori.
Di qui, la proposta di legge che contempla quindi, con focus sulla privacy, per la notifica del data breach (art. 19), la predisposizione di una “procedura semplificata, basata su strumenti di autovalutazione e assistenza guidata, che il Garante per la privacy dovrà definire con un provvedimento”.
Il tutto per evitare che microimprese, tendenzialmente prive di un ufficio privacy interno le quali, per ragioni di costi e opportunità, quindi il più delle volte esternalizzano il servizio a presidio della compliance al GDPR, siano esposte a rischi sanzionatori oltre misura.
Andiamo al concreto, il vantaggio è indubbio portando a compimento una compliance al GDPR più reale e sostanziale per tutte quelle imprese micro che peraltro caratterizzano parte del tessuto imprenditoriale italiano.
Estratto dalla bozza: procedura di notifica data breach ad hoc
Per completezza, riportiamo di seguito l’estratto del dettato normativo di cui all’art. 19, ancora in bozza. Tale norma rubricata “Disposizioni in materia di microimprese” del cd. “DDL semplificazioni” in parola, intende prevedere l’inserimento, dopo l’art. 2-quaterdecies del riformulato Codice Privacy, di quanto segue.
- “Le imprese con meno di cinque dipendenti si avvalgono, per l’adempimento dell’obbligo di cui all’articolo 33 del Regolamento, di una specifica procedura di notifica.
- La procedura di cui al comma 1 è disciplinata dal Garante con proprio provvedimento, prevedendo il ricorso a strumenti di autovalutazione guidata e un canale di assistenza semplificata che forniscano supporto ai soggetti tenuti alla notifica.».
- Dall’attuazione della disposizione di cui al comma 1 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. L’amministrazione competente provvede agli adempimenti previsti con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente”.
Quindi, un decisivo passo in avanti per migliorare il rapporto tra sistema produttivo e istituzioni.
DDL semplificazione, le altre novità
Il DDL in parola interviene anche sugli adempimenti di natura fiscale, prevedendo semplificazioni nei crediti d’imposta (Transizione 4.0 e 5.0), nella trasmissione delle dichiarazioni, nella gestione dell’IVA e delle sanzioni tributarie.
Non solo, prevede misure in materia di lavoro introducendo il principio del cd “once only” in ordine alle comunicazioni obbligatorie relative al rapporto di lavoro. Sul fronte ambiente, è stabilito uno snellimento delle procedure per bonifiche, riutilizzo acque reflue, uso di combustibile solido secondario, classificazione e trasporto dei rifiuti.
Secondo un comunicato ufficiale, il ministro Zangrillo ha dichiarato che “Con questo provvedimento, proseguiamo nel percorso di modernizzazione della Pubblica amministrazione. Continueremo a lavorare in questa direzione per costruire una Pubblica amministrazione più semplice, più efficiente e più vicina a chi vive e lavora in questo Paese. Le prossime misure sono già pronte: andiamo avanti con concretezza e visione”. Speriamo.
Conclusioni
Sarà quindi l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali a dover stabilire modi e forme di questa procedura semplificata di notifica dei data breach per le microimprese.
Sarà altrettanto interessante notare quali saranno gli strumenti di autovalutazione guidata, e se si diversificheranno da quelli già al momento previsti (self assessment).
Del pari, sarà curioso capire come e in che termini verrà attivato questo famoso “canale di assistenza semplificato”, garantendo la gestione autonoma degli incidenti/adempimenti, stando nella clessidra di quello spazio temporale delle 72 ore previste dal GDPR (art. 33).
Bella sfida dunque sulla carta, che sarà ancora più apprezzabile in base ai risvolti concreti che auspichiamo prendano forma, dall’iter legislativo in poi.
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