I musei d’arte contemporanea interattivi, dove «è vietato non toccare», e le installazioni luminose a tema favola hanno portato bene a Lux Entertainment, la società dell’intrattenimento immersivo fondata a Roma nel 2018 da Roberto Fantauzzi (attuale ceo e azionista di maggioranza) assieme agli storici soci Josè Linguella, Vanessa Arcangeli e Andrea Lucentini. Oggi è una spa conosciuta a Parigi, New York e Singapore, con un fatturato che è cresciuto di conseguenza da 5 a circa 100 milioni di euro, toccando il record dei 10 milioni di visitatori. Ma da quel primo Christmas World a Roma del 2021, all’esordio del Balloon Museum a New York, dalle installazioni This is Wonderland che ricreano le favole di Pinocchio, Alice nel Paese delle Meraviglie e, quest’anno, Peter Pan, fino al tour in partenza in Medio Oriente, il percorso non è stato facile.
La società, infatti, ha subito un brusco stop dalla pandemia proprio quando era in rampa di lancio. Ma grazie alle ridotte dimensioni dell’epoca ha resistito alla lunga pausa imposta dal Covid e da lì è partita rilanciando sui mercati internazionali. «Con noi», spiega Fantauzzi a MF-Milano Finanza, «si sono riaperte le porte del Gran Palais di Parigi, dopo i quattro anni di ristrutturazione. Alle nostre iniziative partecipano ormai artisti di fama mondiale e stiamo per fare un grande annuncio con una incredibile performer che inizierà la collaborazione con noi a New York».
Dall’accordo con Simest al progetto Ipo negli Usa
Anche Simest ha deciso di appoggiare il progetto di espansione di Lux Entertainment: la società per l’internazionalizzazione delle imprese del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, infatti, ha investito cinque milioni di euro per rafforzare la presenza negli Stati Uniti di Lux Entertainment. L’operazione, in due tempi, prevede un investimento di 2,5 milioni di risorse proprie di Simest, e altrettanti dal Fondo 394/81 gestito per conto del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sotto forma di aumento di capitale della Lux America Inc., controllata statunitense del gruppo italiano. Nel frattempo si sono accorti di Lux Entertainment anche i fondi di investimento. «La nostra crescita, il successo dei format proprietari che proponiamo al pubblico e in particolare del Balloon Museum che è diventato un fenomeno mondiale visitato da 3 milioni di visitatori l’anno nelle sue quattro mostre in tour, non sono passati inosservati. Si sono fatti avanti tre potenziali investitori, due internazionali e uno italiano», spiega Fantauzzi, «Di questi, abbiamo scelto il fondo italiano e al momento stiamo esaminando l’offerta non vincolante per l’acquisto di una quota di minoranza. Il nostro è un settore dalle grandi potenzialità, lo dimostra l’interesse di colossi come Goldman Sachs che ha acquisito l’americana Fever».
La strada per Lux Entertainment è tracciata. «Il percorso è coerente con l’intervento di Simest e l’ingresso del fondo, che secondo gli accordi nel 2028 rivenderà la quota. A quel punto potremo passare all’obiettivo successivo, che potrebbe anche prevedere la quotazione in borsa, ma non in Italia: sul mercato statunitense, dove è previsto che faremo il 70% del fatturato, ribaltando l’attuale ripartizione geografica», anticipa Fantauzzi, che detiene tuttora il 66% del capitale. La crescita all’estero non mette in secondo piano i progetti per Roma. «Vogliamo farne la capitale del Natale, sulla scia del Christmas World di Villa Borghese, che in 50 mila mq ricrea l’atmosfera delle feste in varie città del mondo». (riproduzione riservata)
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