Ricerca, innovazione, IA: c’è da proteggere l’acqua


Negli ultimi tempi si sente nominare l’acqua come oro blu o oro liquido, ed effettivamente più gli anni passano e più la scarsità di acqua cresce, da qui il paragone con il metallo prezioso. L’acqua è una risorsa naturale fondamentale per la vita umana, l’agricoltura, l’industria e gli ecosistemi. Tuttavia, la sua disponibilità e qualità sono minacciate da una crescente urbanizzazione, dall’inquinamento, dai cambiamenti climatici e da un utilizzo inefficiente. La comunità europea e i Paesi membri come l’Italia stanno investendo in attività di ricerca e innovazione per combattere queste criticità migliorando la gestione degli impianti idrici, riducendo gli sprechi e anche diminuendo l’inquinamento. Questi sforzi sono inseriti in un quadro strategico più ampio, che include le politiche europee come il Green Deal, il Piano d’Azione sulla Circular Economy e il piano strategico STEP (Strategic Technology for Water). Per rafforzare tutto questo, la Commissione Europea ha adottato a giugno di quest’anno la Strategia Europea per la Resilienza Idrica, con l’obiettivo di ripristinare e proteggere il ciclo dell’acqua, garantire acqua pulita e a prezzi accessibili per tutti e creare un’economia idrica sostenibile, resiliente, intelligente e competitiva in Europa.

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Questa strategia globale sosterrà gli Stati membri nella gestione più efficiente dell’acqua, sia attraverso l’attuazione della normativa UE vigente in materia, sia tramite 30 azioni concrete. La gestione sostenibile delle risorse idriche viene messa al centro dell’agenda europea in modo da rafforzare la sicurezza degli stati membri in linea con gli scenari climatici, rendere le imprese più competitive e innovative e rendere l’Europa più attrattiva per gli investimenti. È anche un’opportunità per ricercatori e aziende, che sono ben posizionati per guidare la transizione, detenendo il 40% dei brevetti mondiali per le tecnologie idriche. La Strategia si concentra su tre obiettivi principali di azione comune. In primo luogo, ripristinare e proteggere il ciclo dell’acqua, dalla fonte al mare. A tal fine, è fondamentale l’attuazione efficace del quadro normativo UE già esistente in materia di acque dolci, compresa la Direttiva quadro sulle acque e la Direttiva sulla gestione delle alluvioni, con un’attenzione particolare sia alla quantità che alla qualità dell’acqua. Inoltre, si vuole intensificare gli sforzi per migliorare la capacità di ritenzione idrica del suolo, prevenire efficacemente l’inquinamento delle acque e affrontare le sostanze inquinanti presenti nell’acqua potabile. In secondo luogo, la Strategia mira a costruire un’economia idrica intelligente per rafforzare la competitività, attrarre investimenti e promuovere l’industria europea dell’acqua. Per raggiungere questo obiettivo è essenziale migliorare l’efficienza e la gestione sostenibile dell’acqua. Per questo la Commissione ha pubblicato anche una Raccomandazione sull’Efficienza Idrica, che fornisce principi guida per ridurre i consumi.

Essa stabilisce un obiettivo di miglioramento dell’efficienza idrica nell’UE di almeno il 10% entro il 2030 e raccomanda agli Stati membri di fissare obiettivi propri, in base alle circostanze territoriali e nazionali. In questo contesto, poiché i livelli di perdita idrica variano dall’8% al 57%, è altresì importante ridurre le perdite nelle reti e modernizzare le infrastrutture idriche attraverso fondi pubblici e privati e l’adozione di soluzioni digitali. Infine, la Strategia contribuirà a garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari accessibili a tutti. Per conseguirlo, si sottolinea il ruolo essenziale dei consumatori e delle imprese nel risparmio idrico, sia a casa che sul lavoro. Per questo motivo promuove lo scambio di buone pratiche per sensibilizzare cittadini e settori specifici. Da questa strategia saranno gemmate azioni faro in cinque aree chiave. Tra queste saranno fondamentali gli investimenti. La Commissione aumenterà i fondi disponibili della politica di coesione destinati all’acqua. La Banca europea per gli investimenti lancerà inoltre un nuovo Programma Acqua, in collaborazione con la Commissione, e renderà disponibili oltre 15 miliardi di euro di finanziamenti programmati per il periodo 2025-2027. La ricerca, infine, sarà al centro di questa politica sull’acqua. E’ previsto, ad esempio, un Piano d’azione europeo su come digitalizzare il settore idrico, compreso l’uso dell’intelligenza artificiale, per la gestione e l’uso sostenibile dell’acqua. I sistemi intelligenti di misurazione digitale possono offrire un notevole potenziale per migliorare l’individuazione delle perdite, mentre l’intelligenza artificiale può aiutare a simulare scenari di consumo. Mettendo le persone al centro del cambiamento, la Commissione lancerà inoltre una strategia specifica di Ricerca ed Innovazione per la resilienza idrica e una Accademia europea dell’acqua. In questo contesto anche la Regione Marche potrà inserirsi nelle azioni previste dalla Strategia e potrà beneficiare delle competenze già maturate all’interno degli Atenei regionali. In special modo l’Università Politecnica delle Marche ha gruppi di ricerca multidisciplinari che, da tempo, stanno studiando e sperimentando soluzioni innovative per l’uso virtuoso dell’acqua e la gestione degli impianti. Si possono citare, ad esempio, i vari progetti europei guidati dal prof. Francesco Fatone della facoltà di Ingegneria. Inoltre, sono già in atto collaborazioni con aziende territoriali che gestiscono le acque. Insomma l’ecosistema locale è già pronto per attivarsi.

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*Referente Trasferimento Tecnologico e Direttore DIISM, Università Politecnica delle Marche





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