Cybercrime in crescita: +45,5% di attacchi alle imprese in 4 anni. Ma le aziende reagiscono con l’AI


Il crimine informatico corre più veloce della digitalizzazione: tra il 2019 e il 2023, i reati informatici contro le imprese italiane sono aumentati del 45,5%. Ma la risposta del tessuto imprenditoriale non si è fatta attendere, con un boom di investimenti in cybersicurezza e tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.

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Negli ultimi anni, il crimine informatico ha accelerato il passo, diventando una delle principali minacce per il mondo imprenditoriale italiano. I dati diffusi da Confartigianato parlano chiaro: tra il 2019 e il 2023, i reati informatici denunciati dalle aziende sono aumentati del 45,5%. Un dato allarmante, soprattutto se paragonato al +10% dell’aumento complessivo di tutti i reati contro le imprese.

Alcune regioni sono particolarmente esposte: la Toscana ha visto quasi raddoppiare i casi di cybercrime (+88,3%), seguita da Veneto (+63,7%), Marche (+56%), Puglia (+54,7%), Lazio (+53,2%), Emilia Romagna (+53%), Piemonte (+47%) e Lombardia (+45,5%). Le forme più frequenti di attacco sono truffe digitali, furti di identità, diffusione illecita di dati, phishing e ransomware.

Una minaccia concreta per il cuore produttivo del Paese

I reati informatici oggi costituiscono oltre un terzo (35,5%) dei crimini che colpiscono le aziende italiane. Il 15,8% delle imprese ha già subito almeno un incidente con conseguenze importanti: sistemi bloccati, dati persi o finiti nelle mani sbagliate, interruzioni operative. Anche se siamo sotto la media europea (21,5%), si tratta comunque di un fenomeno che non può più essere ignorato, in particolare dalle piccole e medie imprese che spesso non hanno risorse o competenze adeguate per affrontarlo.

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La reazione delle imprese: più consapevolezza, più investimenti

La risposta del mondo imprenditoriale, però, sta cambiando. Le aziende italiane stanno prendendo sul serio la cybersicurezza: l’83,1% considera oggi la protezione dei dati una priorità, una percentuale ben al di sopra della media UE (71,1%), che ci posiziona al secondo posto dopo l’Irlanda.

Nel corso del 2024, quasi la metà delle imprese ha deciso di investire in sicurezza informatica. Molte lo stanno facendo puntando sull’intelligenza artificiale, sfruttandola per identificare minacce in tempo reale, automatizzare le difese e migliorare l’efficacia delle risposte agli attacchi.

Le tecnologie AI che proteggono le aziende

  • SIEM basati su AI: strumenti che analizzano enormi quantità di dati per individuare comportamenti sospetti o anomalie.
  • Sistemi di risposta automatica: in grado di reagire agli attacchi in tempo reale senza intervento umano.
  • Analisi predittiva: anticipa le vulnerabilità prima che vengano sfruttate.
  • Chatbot formativi: assistenti virtuali per sensibilizzare i dipendenti sui rischi informatici.

La cybersicurezza non è più un optional

In un mondo sempre più connesso, non c’è spazio per l’improvvisazione. La sicurezza digitale è una priorità imprescindibile. I dati dimostrano che il rischio è reale, ma anche che molte imprese stanno reagendo in modo efficace, investendo in strumenti avanzati e adottando una nuova cultura della prevenzione.

L’uso dell’intelligenza artificiale in questo campo è solo all’inizio, ma sta già mostrando il suo potenziale nel proteggere dati, infrastrutture e reputazione aziendale. La sfida è aperta: continueremo a seguirla su TGWEB AI, con approfondimenti, interviste e buone pratiche da condividere.

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