L’efficienza energetica dell’industria è un fattore chiave della transizione


C’è un’altra faccia della medaglia, quando si parla di transizione energetica, della cui esistenza siamo un po’ tutti a conoscenza, ma alla quale spesso non guardiamo. Stiamo parlando dell’efficienza energetica nell’industria, la cui importanza, come vedremo, non è inferiore a quella relativa all’ambito domestico. Ad analizzare la situazione del comparto industriale l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE).

La premessa è che i recenti sconvolgimenti e le incertezze globali stanno mettendo a dura prova le aziende di tutto il mondo, spingendo i governi a considerare più attentamente l’efficienza energetica come mezzo per promuovere la competitività industriale e la resilienza delle aziende. “Alla conferenza sui cambiamenti climatici COP28 del 2023, quasi 200 Paesi hanno raggiunto un accordo storico per collaborare e raddoppiare collettivamente il tasso medio annuo globale di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Difficile passare dalle parole ai fatti

Senonché, come spesso accade, il passaggio dalle dichiarazioni d’intenti alle azioni concrete si sta rivelando problematico: “Il progresso nell’efficienza energetica globale, misurato dal tasso di variazione dell’intensità energetica primaria, ha registrato soltanto un debole miglioramento di circa l’1% nel 2024, che rappresenta circa la metà del tasso medio che è stato raggiunto nell’ultimo decennio”. E la ragione principale di questo rallentamento è stata, appunto, la mancanza di progressi in termini di efficienza energetica nell’industria.

Quanto sia importante, il comparto industriale, nel bilancio energetico globale, lo si capisce immediatamente da alcuni numeri. Infatti, all’industria va attribuito l’80% della crescita della domanda finale di energia dal 2019. Tuttavia, in questo periodo l’intensità energetica del settore non è migliorata, mentre la domanda aumenta in media di quasi il 2% all’anno. La quota dell’industria sul consumo finale totale di energia rappresenta circa 170 EJ, pari a circa il 39% del totale. Ed ancora, nel 2022, l’industria dei Paesi aderenti all’AIE ha speso oltre 1,2 trilioni di dollari in energia, quasi l’80% in più rispetto ai costi del 2020.

Investire sull’efficienza energetica conviene

A fronte di questi numeri poco incoraggianti, nell’approfondimento si evidenzia che nonostante l’industria sia uno dei settori più difficili nei quali migliorare l’intensità energetica, è anche quello in cui i finanziamenti producono i risultati migliori. Nel dettaglio, destinando all’industria soltanto il 6% dell’aumento totale degli investimenti si potrebbe generare il 20% dei miglioramenti globali dell’intensità energetica entro il 2030.

“Sebbene sia stato spesso dimostrato – si legge nell’articolo – che le misure di efficienza energetica apportano vantaggi in termini di competitività e produttività, i miglioramenti dell’efficienza energetica non sono ancora generalmente o ampiamente considerati prioritari come investimento strategico per la redditività futura. In questo modo, notevoli opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica rimangono sottoutilizzate”.

Contabilità

Buste paga

 

Importanza della gestione energetica

Un aspetto sul quale si sofferma l’attenzione dell’AIE è quello della gestione dell’energia nell’industria, che consiste nel monitoraggio, controllo e ottimizzazione dell’energia. Un’analisi di oltre 300 casi di studio sulla gestione dell’energia in 40 Paesi ha mostrato un risparmio energetico medio dell’11% nei primi anni di implementazione, superando di gran lunga i miglioramenti dell’intensità energetica in tutti i settori industriali. Un numero crescente di aziende sta dimostrando risparmi ancora maggiori, del 30% e persino superiori, con molte di queste misure a basso costo o addirittura nulle.

E anche le aziende che hanno già investito nell’efficienza scoprono che, una volta implementata la gestione energetica, si aprono opportunità significative e durature di efficienza energetica. “Le analisi dimostrano che le aziende dotate di sistemi di gestione energetica ottengono miglioramenti continui anche dopo 12 anni dall’implementazione del sistema, indipendentemente dal settore”.

Impatto positivo sui margini di profitto

Nel ragionare sulla gestione dell’energia bisogna sempre tener conto che i costi energetici possono rappresentare una quota significativa dei costi di produzione totali, fino al 50%, pertanto anche dei piccoli miglioramenti dell’efficienza possono avere un impatto significativo sui margini di profitto. E per i settori in cui i margini di profitto sono bassi, la riduzione dei costi energetici può quindi avere un impatto significativo. L’esempio è quello di un’azienda con un margine di profitto del 5% che con un risparmio energetico annuo di 500 dollari realizza un profitto equivalente a 10.000 dollari di vendite extra.

Un altro elemento di cui tener conto è che la gestione dell’energia si integra con la digitalizzazione della produzione, “consentendo una migliore comprensione dei processi e quindi l’individuazione di opportunità di miglioramento. La digitalizzazione della domanda e l’ottimizzazione dei processi industriali, supportate dall’Intelligenza Artificiale, potrebbero far risparmiare entro il 2035 l’equivalente dell’attuale fabbisogno energetico totale del Messico”.

Le azioni suggerite ai governi

Infine, nell’approfondimento dell’AIE vengono suggerite una serie di azioni che i governi potrebbero prendere in considerazione per stimolare la gestione energetica nell’industria:

  • creare partnership efficaci, come è stato fatto dagli Stati Uniti, dove i programmi per la gestione energetica vengono implementati insieme a laboratori nazionali che sviluppano strumenti gratuiti e forniscono formazione e centri di valutazione industriale che svolgono audit gratuiti;
  • creare delle reti e degli accordi a lungo termine per sostenere l’implementazione della gestione energetica, come è stato fatto in Irlanda e Finlandia;
  • combinare gli incentivi per implementare la gestione energetica con sistemi di benchmarking per fornire indicazioni e promuoverne ulteriormente l’implementazione, come l’approccio che viene utilizzato in Giappone;
  • fornire informazioni, incentivi e supporto personalizzati alle piccole e medie imprese, come in Francia e Giappone;
  • fornire informazioni facilmente accessibili e personalizzate, nonché sviluppo delle capacità, come fatto dall’Arabia Saudita, dove è stata sviluppata una piattaforma online completa con informazioni e corsi di formazione per diversi livelli di competenza.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Source link

Contabilità

Buste paga