Dazi USA al 15%: il Piemonte teme un duro colpo a export e occupazione


Il nuovo dazio statunitense al 15% minaccia export e posti di lavoro piemontesi, con settori chiave già in difficoltà e richieste di sostegno.

L’entrata in vigore dei dazi statunitensi al 15% sulle importazioni, inclusi i prodotti europei, segna un passaggio critico per molte imprese italiane.

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In Piemonte, il clima di incertezza aveva già lasciato spazio a previsioni prudenziali e riduzione della produzione.

Le stime parlano di perdite significative su occupazione e fatturato, soprattutto nei comparti più legati al mercato americano.

Le associazioni di categoria chiedono ora interventi rapidi per contenere gli effetti e sostenere la competitività delle aziende locali.

Dazi: un impatto devastante sul tessuto produttivo regionale

Il provvedimento americano, applicato a settori chiave come automotive, meccanica di precisione, salumi e formaggi DOP, rischia di mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro in Piemonte. Un’analisi basata su dati ufficiali stima oltre 15.000 occupati a rischio e un calo dell’export verso gli Stati Uniti di circa 2,8 miliardi di euro.

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Le imprese, in particolare quelle artigiane e di piccole dimensioni, si trovano ad affrontare un rincaro dei prezzi finali e un aumento delle procedure doganali, elementi che possono rallentare le esportazioni e indebolire la presenza sui mercati esteri. Il sentiment registrato già nei mesi precedenti all’entrata in vigore dei dazi indicava un netto calo della fiducia e una pianificazione prudente della produzione.

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Ripercussioni nazionali e necessità di misure di sostegno

A livello italiano, le stime indicano perdite tra 8 e 10 miliardi di euro di export annuo, aggravate dall’andamento sfavorevole del cambio con il dollaro. Secondo proiezioni economiche, il calo complessivo potrebbe toccare il 14%, con oltre 100.000 posti di lavoro in bilico.
In Piemonte, le richieste dal mondo produttivo convergono su misure compensative, semplificazioni doganali e piani mirati di sostegno all’export.

L’obiettivo è difendere la qualità dei prodotti, spesso frutto di lavorazioni artigianali di nicchia, e preservare le quote di mercato costruite nel tempo. Particolarmente vulnerabile appare il comparto vinicolo, per il quale si stima un danno superiore ai 300 milioni di euro nei primi 12 mesi, cifra che potrebbe aumentare in caso di ulteriore deprezzamento del dollaro. La necessità di una strategia condivisa tra istituzioni e imprese emerge come elemento cruciale per affrontare questa nuova fase del commercio internazionale.

In sintesi, dazi USA al 15% sulle importazioni europee colpiscono duramente l’export piemontese e italiano, con posti di lavoro e settori chiave a rischio. è necessario agire pensando a come salvare aziende e imprese da questi eventi preannunciati.



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