Terre d’Oltrepò verso liquidazione coatta?


L’ispezione straordinaria ha rilevato gravi criticità nella gestione e nella situazione finanziaria della cooperativa e del gruppo. Il Ministero contesta la legittimità della richiesta di misure protettive, presentata dal Ceo Umberto Callegari, figlio del presidente della cantina, senza mandato del Cda. La relazione ispettiva fotografa tensione finanziaria, pignoramenti e impiantistica a rischio in vista della vendemmia 2025. Winemag.it aveva documentato allarmi su operatività e governance. UIL: «Scongiurare il fallimento».

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha chiesto alla Camera di Commercio di Pavia di revocare la pubblicazione delle “misure protettive” attivate nel contesto della composizione negoziata per Terre d’Oltrepò dal Ceo Umbero Callegari. L’istanza del 25 luglio 2025 contesta la legittimità del soggetto firmatario.

TERRE D’OLTREPÒ: CRONOLOGIA DEGLI ATTI DI LUGLIO

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Secondo i documenti, nel Cda congiunto del 4 luglio 2025, il direttore generale aveva assicurato che non si sarebbe proceduto con le misure protettive. Tuttavia, il 7 luglio, l’istanza comprensiva di tali misure fu comunque inoltrata. Fece seguito una mozione di sfiducia firmata da 107 soci, le dimissioni di Cda e collegio sindacale e la nomina di un nuovo Consiglio di amministrazione. Che, però, ha lasciato l’incarico, a poche ore dalle elezioni. In mancanza di un organo legittimato, la richiesta di misure è rimasta efficace ma priva di fondamento giuridico formale.

LA VERIFICA ISPETTIVA E IL GIUDIZIO CONCLUSIVO

Il “Verbale d’ispezione straordinaria” del 31 luglio 2025 propone la liquidazione coatta amministrativa per gravissime irregolarità. Vengono evidenziati decreti ingiuntivi, pignoramenti (compreso quello sul capitale della Spa), revoca di crediti bancari e blocchi operativi. Un contesto di liquidità compromessa e rischio operativo imminente.

Il ridimensionamento dell’attività produttiva, con la Scapa limitata alla vendita del vino sfuso (76 % del fatturato 2024), metterebbe a rischio la generazione di margini. Emersi anche problemi manutentivi e organizzativi, che comprometterebbero la vendemmia 2025, nonostante le rassicurazioni degli ultimi giorni. Inoltre, la mancanza di un Cda formalmente accettato e l’assenza di registrazione nel Registro delle Imprese solleverebbero dubbi sulla validità degli atti societari. Inclusa la composizione negoziata.

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UIL CHIEDE UN COMMISSARIO SOSTENIBILE: 8 MILA POSTI DI LAVORO A RISCHIO

Secondo la UILA-UIL di Pavia, la crisi della cooperativa rischia di distruggere l’intero comparto vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese e mettere a rischio 8 mila posti di lavoro tra dipendenti, autonomi e indotto. Il sindacato chiede la nomina urgente di un «commissario straordinario non liquidatore». Una figura dotata di risorse e poteri operativi. Utile ad elaborare un «piano concreto e sostenibile di risanamento aziendale». E restituire fiducia ai soci conferitori, in vista della vendemmia 2025.

«Si deve scongiurare il fallimento – conclude UIL – l’intervento dev’essere immediato, prima della prossima assemblea dei soci». Intanto, l’intero quadro istituzionale e locale è in tensione. Winemag.it ha documentato allarmi dei collegi sindacali sulla tenuta operativa degli stabilimenti e la voglia di rassicurare sul futuro della vendemmia. Se accolta, la proposta ministeriale di liquidazione coatta aprirebbe un nuovo capitolo gestionale della cooperativa e della Spa Terre d’Oltrepò.



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