In vista dell’assemblea del 21 agosto, il fronte degli investitori istituzionali ha reso pubblica la propria adesione all’operazione di scambio azionario con cui Mediobanca punta a rilevare Banca Generali. L’orientamento, comunicato attraverso le piattaforme di voto, traccia un quadro di consenso che coinvolge i principali fondi sovrani europei e numerosi colossi pensionistici nordamericani.
Un sostegno internazionale sempre più compatto
La lavagna elettronica delle deleghe, pubblicate a pochi giorni dal voto, restituisce un’immagine di convergenza rara nel panorama finanziario. Dalle pagine di disclosure emerge che i principali attori istituzionali, spesso considerati barometri dei mercati, hanno scelto di appoggiare la proposta di ops avanzata da Mediobanca. La trasparenza imposta dalle normative sul voto anticipato consente di misurare con precisione il polso del mercato, e in questo caso il polso batte all’unisono: gli azionisti a lungo termine vedono nell’operazione un’opportunità per rafforzare il perimetro bancario italiano e consolidare la posizione di piazzetta Cuccia.
Tra i sostenitori spicca Norges Bank Investment Management, il più grande fondo sovrano al mondo con oltre 1.900 miliardi di dollari in gestione. La sua partecipazione, pari all’incirca all’1,45% del capitale della banca milanese, assume un valore simbolico e pratico: simbolico perché conferma la fiducia nella strategia italiana, pratico perché garantisce un robusto pacchetto di voti in assemblea. Quando l’investitore più influente d’Europa fa sentire la propria voce, l’intero settore ascolta, interpretando la mossa come segnale di robustezza complessiva dell’operazione.
Le casse pensionistiche nordamericane e il loro peso azionario
Se da un lato l’Europa si presenta coesa, dall’altro l’America del Nord non sta a guardare. California Public Employees’ Retirement System, il celebre CalPERS con un patrimonio superiore a 500 miliardi di dollari, ha reso nota la detenzione di circa 1,7 milioni di azioni, equivalenti a poco meno dello 0,2% del capitale di Mediobanca. Al suo fianco si colloca California State Teachers’ Retirement System, meglio conosciuto come CalSTRS, la più grande cassa previdenziale dedicata agli insegnanti, che gestisce risorse oltre i 350 miliardi e si è espressa nella stessa direzione di voto. L’adesione congiunta dei due giganti californiani evidenzia un allineamento di interessi tra le coste del Pacifico e la finanza europea, ponendo l’operazione sotto una luce ancora più favorevole.
Anche altre realtà nordamericane hanno scelto di schierarsi a favore. Il Florida State Board of Administration, che amministra complessivamente 260 miliardi di dollari, ha depositato 1,26 milioni di azioni in occasione dell’assemblea dell’ottobre 2024, attestandosi su una quota intorno allo 0,15%. Poco più a nord, CPP Investments, il fondo pensione canadese con oltre 700 miliardi di dollari in gestione, possiede circa lo 0,12% del capitale della banca di piazzetta Cuccia. A chiudere il cerchio c’è il New York City Comptroller, gestore dei cinque sistemi pensionistici della Grande Mela, con 115.000 azioni in portafoglio a sostegno della stessa linea. Il coro, diverso per provenienza e dimensioni, intona la medesima melodia: fiducia nell’operazione e nella governance di Mediobanca.
Conferme e valutazioni di mercato
Il pronunciamento di questi investitori riprende e rafforza l’indirizzo già espresso in vista della precedente assemblea, inizialmente convocata e poi posticipata. Nessuno dei player internazionali ha mutato opinione nel frattempo: al contrario, la ripetizione del voto favorevole evidenzia la convinzione circa i benefici di lungo termine dell’integrazione con Banca Generali. Il tempo trascorso tra le due date non ha eroso la fiducia, anzi ha permesso alle strutture di analisi interne di validare ulteriormente i presupposti strategici dell’operazione, consolidando un consenso oggi ancor più evidente.
A rafforzare il quadro si aggiunge l’opinione unanime dei principali proxy advisor. ISS e Glass Lewis, assieme alla casa di ricerca europea Pirc specializzata nella consulenza ai fondi pensione, hanno diffuso report che invitano inequivocabilmente gli azionisti a sostenere l’ops. Tali giudizi non si limitano alla convenienza finanziaria dell’operazione, ma ne sottolineano l’allineamento agli standard di buona governance e l’impatto sul posizionamento competitivo di Mediobanca nel wealth management. Quando il parere dei consulenti di voto converge con quello dei grandi asset manager, l’esito della consultazione assembleare appare pressoché scritto, pur restando la formalità del conteggio finale.
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