come funziona la sanatoria dei contributi


Una misura destinata a cambiare il portafoglio di migliaia di pensionati pubblici: con la circolare n. 118/2025 l’Inps apre la strada a una sanatoria che riguarda i contributi mai registrati prima del 2005. Non tutti ne saranno toccati, ma per chi è uscito dal servizio dopo il 2022 si prospetta un adeguamento dell’assegno mensile o della buonuscita.

Molti ex dipendenti vedranno cifre più alte grazie al riallineamento, perché spesso le amministrazioni avevano versato meno del dovuto. Gli assegni già consolidati non subiranno correzioni, mentre gli enti dovranno colmare i vuoti contributivi accumulati negli anni. Vediamo come funziona e chi ne ha diritto.

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

Come funziona la regolarizzazione dei contributi

Con la Legge di Bilancio scorsa le amministrazioni pubbliche hanno la possibilità di mettere ordine nei contributi previdenziali mai registrati prima del 2005. Possono quindi inviare all’Inps i flussi UniEmens/ListaPosPa per sanare le posizioni senza dover versare direttamente gli arretrati. Se da queste comunicazioni emergono discrepanze, l’Inps a quel punto può ricalcolare gli assegni più recenti e chiedere alle amministrazioni il recupero delle somme indebitamente erogate.

L’Inps ha già inviato linee guida dettagliate agli enti, per rendere omogenee le procedure e limitare i rischi di nuovi contenziosi.

Quali pensioni possono essere ricalcolate

Questa operazione, avviata nel 2024, ha una finalità precisa: alleggerire il peso delle cause tra ex dipendenti e Stato e garantire tempi più rapidi nella correzione delle posizioni contributive.

Non tutte le pensioni possono essere riviste: l’Inps può intervenire soltanto sulle pratiche più recenti, ovvero quelle notificate da meno di tre anni. Per chi ha già un assegno definitivo da oltre tre anni, non ci saranno cambiamenti.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Cosa accade per gli assegni più datati

Per le posizioni liquidate da più di tre anni non si procede al ricalcolo. In questi casi l’Inps recupera le somme indebitamente corrisposte direttamente dalle amministrazioni. Ciò significa che gli enti pubblici devono restituire gli importi eccedenti già erogati, compresi quelli riconosciuti ai superstiti, fino alla correzione delle posizioni.

Allo stesso tempo è stato esteso fino a tutto il 2025 il termine di prescrizione dei contributi: una finestra in più che consente ai lavoratori di far valere i propri diritti e alle amministrazioni di sistemare i conti evitando sanzioni.

Quli sono gli effetti su Tfs e Tfr

L’operazione riguarda anche la cosiddetta buonuscita, cioè trattamento di fine servizio e trattamento di fine rapporto. Se dalle verifiche emerge che l’indennità sia stata calcolata in eccesso, l’Inps invia al pensionato una nota di debito e procede con la riliquidazione. La restituzione può avvenire in un’unica tranche o a rate; se non viene effettuata, le sedi territoriali avviano le pratiche di recupero previste dalla normativa.

Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro ed esponente della Lega, ha chiarito in un’intervista al Corriere che nella maggior parte dei casi non si tratterà di tagli ma di incrementi, perché spesso le amministrazioni non hanno versato tutti i contributi dovuti. Non è escluso che nel 2026 venga previsto un capitolo di bilancio dedicato per coprire gli oneri aggiuntivi. In molti casi, infatti, il ricalcolo potrà tradursi in un assegno più alto per i pensionati, con un adeguamento positivo anche di Tfr e Tfs.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Source link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi