Il presidente di Confartigianato Imprese Treviso, Flavio Romanello, lancia l’allarme a 40 anni dalla Legge quadro: “Non solo a Ferragosto, presto la difficoltà di trovare un artigiano sarà la regola”
TREVISO – L’8 agosto 1985 entrava in vigore la Legge n.443, la cosiddetta “Legge quadro dell’artigianato”. Quarant’anni dopo, il presidente di Confartigianato Imprese Treviso, Flavio Romanello, invita a una riflessione profonda: “Il contesto socio-economico è cambiato radicalmente. Quella norma si concentrava sui limiti dimensionali dell’impresa artigiana, ma oggi serve ripensarla per dare nuova linfa a un settore che rischia di scomparire”.
Romanello porta un esempio concreto: “A Ferragosto tutti tocchiamo con mano quanto sia complicato trovare un idraulico, un falegname, un elettricista. Ma se il calo dei mestieri artigiani proseguirà, queste difficoltà non saranno più solo stagionali”.
Il Mandamento di Treviso, che conta circa 2.300 associate, rappresenta un osservatorio privilegiato sullo stato di salute delle piccole e medie imprese locali, “ossatura del sistema economico italiano, soprattutto nel Nordest”. Ma i numeri preoccupano: negli ultimi 15 anni le aziende associate sono diminuite, complice la mancanza di ricambio generazionale, il calo demografico – dalle oltre un milione di nascite annue degli anni ’60 alle attuali 340mila – e una burocrazia sempre più onerosa.
A gravare sul settore c’è anche la stretta del credito: “Negli ultimi dieci anni – ricorda Romanello – i prestiti bancari alle piccole e medie imprese si sono ridotti fino al 60%”.
Pur riconoscendo gli sforzi messi in campo a livello nazionale e regionale, il presidente di Confartigianato Treviso chiede un’azione più incisiva: “Servono politiche di sviluppo e sostegno al credito, più servizi e agevolazioni per le famiglie, anche per l’acquisto della casa. L’estinzione degli artigiani non è un fenomeno naturale, ma il risultato di scelte politiche ed economiche. Facciamo in modo che le nostre imprese continuino a vivere e prosperare: ne va del futuro delle comunità locali”.
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