Nel 2024, il 32,6% delle imprese dell’Unione Europea ha utilizzato forme di pubblicità a pagamento su internet. Tra i Paesi dell’UE per i quali sono disponibili dati, la diffusione della pubblicità online, secondo l’Eurostat, supera tre imprese su cinque a Malta (60,4%), mentre si attesta vicino alla metà in Finlandia (49,8%) e a Cipro (49,4%). Sul versante opposto, meno di un’impresa su quattro ha fatto ricorso alla pubblicità online in Romania (22,8%), Polonia (23,2%) e Portogallo (23,6%).
Per rendere più efficace la pubblicità online, le imprese ricorrono a diversi strumenti di targeting. Il più diffuso è la cosiddetta pubblicità contestuale, che sfrutta informazioni derivate dalle pagine web visitate dagli utenti o dalle parole chiave delle loro ricerche: questa strategia è adottata dal 76,8% delle imprese UE che investono in pubblicità online.
Un’altra tecnica molto utilizzata è il geo-targeting, impiegato dal 44,3% delle imprese, che sfrutta dati geografici come l’indirizzo IP per proporre contenuti personalizzati in base alla posizione dell’utente. Questa strategia può essere combinata con altri metodi per aumentare l’efficacia delle campagne pubblicitarie.
Il behavioral targeting, usato dal 41,6% delle imprese, analizza invece le attività online precedenti degli utenti attraverso i cookie, permettendo di individuare interessi e preferenze e di indirizzare annunci verso pubblici specifici.
Infine, il 45,3% delle imprese che investono in pubblicità online ricorre a altre forme di targeting, combinando diversi strumenti per massimizzare l’impatto delle proprie campagne.
foto PhotoMIX-Company da pixabay.com
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