Con la Raccomandazione 2025/1099 del 21 maggio 2025, la Commissione europea ha introdotto una nuova definizione di “piccole imprese a media capitalizzazione” (SMC – Small Mid-Caps), aprendo un capitolo cruciale per il quadro normativo e operativo delle imprese in fase di crescita all’interno dell’Unione. La misura mira a colmare un vuoto regolamentare che penalizzava le imprese in transizione dalla condizione di PMI tradizionali a quella di medie aziende con volumi più elevati, ma ancora non equiparabili alle grandi imprese.
Criteri dimensionali aggiornati
Le nuove SMC sono imprese che:
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Non sono più qualificabili come PMI secondo la Raccomandazione 2003/361/CE;
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Occupano meno di 750 persone;
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Presentano un fatturato annuo non superiore a 150 milioni di euro, oppure un totale di bilancio non oltre i 129 milioni di euro.
Questa ridefinizione ha un impatto diretto su vari strumenti europei di politica economica e finanziaria, in particolare nel contesto degli aiuti di Stato e delle misure per il finanziamento del rischio, come delineato nell’Orientamento 2014/C 198/01.
Effetti sulle agevolazioni e accesso ai finanziamenti
Il nuovo status di SMC consentirà alle imprese in crescita di non perdere automaticamente i benefici legati alla qualifica di PMI. Si tratta di una modifica sostanziale per il tessuto imprenditoriale europeo, che evita l’“effetto soglia”, ovvero l’immediata esclusione da programmi di sostegno una volta superati i parametri previsti per le PMI tradizionali.
Grazie all’aggiornamento, queste imprese potranno continuare ad accedere a:
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Fondi BEI (Banca Europea per gli Investimenti);
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Programmi gestiti dal FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti);
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Strumenti di finanziamento per l’innovazione, come il bonus IPO e i crediti d’imposta per investimenti in R&D.
Implicazioni per gli operatori finanziari e industriali
L’armonizzazione tra la nuova definizione europea e le normative nazionali potrà facilitare l’accesso agli strumenti di finanza agevolata, non solo a livello UE, ma anche su scala regionale. Inoltre, la semplificazione normativa permetterà una riduzione degli oneri amministrativi, in particolare nelle fasi di scaling-up e internazionalizzazione, sostenendo la competitività strutturale delle imprese europee.
In prospettiva, questa evoluzione potrebbe rafforzare la posizione delle SMC nel mercato dei capitali, agevolando l’emissione di strumenti finanziari, l’accesso a investitori istituzionali e la transizione verso forme di crescita più autonome e meno dipendenti dal credito bancario tradizionale.
Dal punto di vista strategico, la nuova classificazione rappresenta un passo avanti nella costruzione di un’Europa industriale più resiliente e dinamica. L’iniziativa è coerente con gli obiettivi di rilancio del mercato unico dei capitali e di maggiore integrazione delle filiere produttive e tecnologiche.
Permettere alle imprese in fase di scale-up di mantenere per un periodo transitorio l’accesso agli strumenti dedicati alle PMI significa sostenere l’innovazione di prodotto, la digitalizzazione dei processi e la sostenibilità ambientale senza interrompere il ciclo di crescita.
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