Moda, arriva un bollino, introdotto da un emendamento governativo al disegno di legge sulle pmi in via di approvazione entro la sessione di Bilancio, per certificare la reputazione dei prodotti. Si tratta – ha reso noto il ministero del Made in Italy – di un pacchetto di misure che, tra l’altro, puntano a rafforzare la competitività della filiera moda italiana, introducendo un sistema di certificazione unica di conformità.
L’iniziativa, promossa in stretta collaborazione con le rappresentanze di settore aderenti al Tavolo moda – tra cui Camera Nazionale della Moda Italiana, Confindustria Moda, Altagamma, oltre a Confindustria Accessori Moda, Confartigianato e Cna Federmoda – mira a tutelare l’immagine del saper fare italiano in un comparto strategico per l’economia nazionale, caratterizzato da filiere articolate, con brand capofila e una rete di fornitori sia italiani che esteri. La certificazione rappresenterà una sorta di ‘bollino di garanzia’, avrà durata di un anno e sarà soggetta a controlli periodici tramite ispezioni e audit. Verrà istituito presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy un registro pubblico delle aziende certificate, strumento che consentirà sia un monitoraggio costante sia l’adozione di eventuali misure sanzionatorie, inclusa la revoca della certificazione, in caso di perdita dei requisiti.
Nell’ambito dello stesso provvedimento, inoltre, la sezione Destinazione Italia introduce misure per attrarre investimenti e competenze straniere. Nello specifico, il testo prevede visto per lavoro autonomo a dirigenti d’azienda di imprese estere con capitale sociale superiore al milione di euro e con una sede operativa in Italia, agevolazioni per investitori stranieri in operazioni strategiche entro 6 mesi dalla richiesta del nulla osta, agevolazioni fiscali per pensionati esteri che intendono trasferirsi in comuni con meno di 60 mila abitanti nel Centro-Sud del Paese e delle facilitazioni per chi sceglie l’Italia come sede per lavorare da remoto e pianifica il pensionamento in citta’ medie italiane.
LE MISURE
«Abbiamo predisposto misure che certifichino sostenibilità e legalità, per contrastare quei comportamenti illeciti di pochi che rischiano di compromettere la reputazione di un intero comparto», ha chiarito Urso. «Un risultato frutto della collaborazione con le associazioni del settore. Ho informato – ha aggiunto il ministro – i principali attori del sistema con i quali ci eravamo confrontati, Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda, e Matteo Lunelli, presidente della Fondazione Altagamma».
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