Ragazzi, tornate a Napoli. Fatevi questo piacere. Fatevi un regalo speciale di Ferragosto. Cominciate a segnare nelle vostre teste l’itinerario professionale che più vi appaga e a convincervi che oggi è Napoli il luogo dove meglio si potrà realizzare. Prendete coscienza che qui, più che altrove, potranno essere soddisfatte le vostre aspettative personali di lavoro e di vita. Soprattutto, annotate Napoli nella terra degli innovatori del nuovo mondo. Dove il talento, la ricerca, l’innovazione e la bellezza si incrociano e spianano a chi la sceglie la strada che conduce ai luoghi del futuro e permette di esprimere al massimo la propria creatività. C’è un capitale universitario che non teme confronti “magazzino-laboratorio” delle vostre idee e capitali privati di imprenditori che non compaiono sui giornali ma hanno una grande voglia di investire su di voi.
Altrimenti Napoli non sarebbe già oggi la seconda città italiana, dopo Milano, per numero di piccole e medie imprese innovative. Un primato che dice due cose. La prima è che i giovani napoletani di talento di oggi sono come quelli di talento di ieri che se ne sono dovuti andare. La seconda è che viceversa, questa volta, hanno trovato a Napoli partner finanziari e nella ricerca che hanno investito su di loro. Hanno vinto la scommessa, ce l’hanno fatta. Quasi nessuno cerca più il posto fisso e chi lo fa lo vive come un ripiego. La profondità di questo cambiamento culturale di contesto e generazionale non è ancora percepito nella sua reale profondità all’interno del dibattito pubblico nazionale.
Napoli capitale della farmaceutica è anche la Napoli dei primati universitari globali nelle scienze farmaceutiche e nella distribuzione di prodotti di qualità che multinazionali del calibro della Novartis e altre medie imprese concepiscono e fabbricano qui non altrove. Napoli, capitale del Mediterraneo e dell’economia del mare, è il motore di quella sponda Sud italiana che non è più periferia ma centro del nuovo mondo dei traffici globali con una rete portuale di successo e una rete retrostante di logistica e inter-portuale che non ha pari in Europa. Napoli capitale delle tecnologie e della difesa, dell’aerospazio e della cybersicurezza in un unicum produttivo territoriale della Campania con Bari e la Puglia che presto sarà anche ferroviario grazie all’alta velocità.
Siamo davanti a un qualcosa di nuovo che fa di queste due regioni messe insieme la “seconda Lombardia” con cui l’economia nazionale potrà confrontarsi nell’arena della competizione globale frammentata e indebolita dal ciclo delle grandi guerre e dei tanti conflitti regionali che, purtroppo, non sembra volersi chiudere. Napoli eccellenza della meccanica ferroviaria dove i giapponesi hanno preso il posto della storica eccellenza “Ansaldo trasporti” con tanto di centro decisionale e amministratore delegato qui come ai tempi che furono.
Vogliamo parlare del lungomare napoletano e stabiese per tutte le tasche restituito alla città e a chi sceglie di viverci? Vogliamo parlare della città in musica che organizza eventi da decine e decine di migliaia di persone un giorno sì e l’altro pure con le più grandi rock star del mondo senza incidenti e neppure qualche graffio? Vogliamo parlare della straordinaria ordinarietà dei successi sportivi e economici del Napoli calcio due volte su tre in testa al campionato e tre volte su tre in testa per la redditività e la solidità patrimoniale della società? Vogliamo parlare del trionfo dell’aggiudicazione della America’s Cup, che è il più grande trofeo velico al mondo e che l’Italia vince grazie ai primati di sicurezza, sì avete capito bene sicurezza, e capacità di organizzazione di eventi che appartengono oggi alla città di Napoli? Vogliamo dirlo che si faranno duemila assunzioni, che serviranno team sportivi attrezzati ma ingegneri e tecnologi altrettanto attrezzati? Mi chiedo: perché dovremmo nasconderci la fatica e l’ambizione di consolidare risultati così importanti non chiamando a raccolta i nostri talenti migliori sparsi per il mondo? Perché non dovremmo ricordare che l’amministrazione territoriale di oggi ha ridotto sensibilmente il debito ricevuto in eredità, il macigno più pesante sulla testa dei nostri giovani, e che riscuote ora fiducia e credito in casa e fuori? Perché non dovremmo riconoscere che, con la riforma della zona economica speciale unica (Zes), le potenti semplificazioni introdotte nell’utilizzo dei fondi europei del piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr) e la indiscutibile volontà politica di ridare priorità negli investimenti pubblici culturali, infrastrutturali e industriali, c’è un governo che ha rimesso il Mezzogiorno al centro delle sue politiche nazionali di sviluppo? Vogliamo ricordarlo, o dovremmo anche questo dato nasconderlo, che la crescita della occupazione a tempo indeterminato a Napoli è oggi tre volte superiore alla media nazionale? Vogliamo dirlo o no che la manifattura partenopea conta più piccole e medie imprese sia di Bergamo sia di Brescia, città industriali per eccellenza?
Ragazzi, tappatevi le orecchie quando vi tocca di sentire il solito piagnisteo di un pezzo della classe borghese e professionale della città. Sappiate che ripetono questo mantra del ritardo strutturale e della cultura dell’elemosina non perché esprima un racconto di verità assoluta, ma piuttosto la loro verità che è quella di chi si condanna in partenza per impostazione culturale e vischiosità relazionali superate dalla storia globale e dai fatti che li circondano. Napoli oggi ha bisogno della vostra spinta, del vostro entusiasmo e di una organizzazione che guardi sempre avanti cambiando e radicandosi con metodo, convinzione e lavoro duro. Non sono più i tempi del Fujtevenne del grande Eduardo. È cambiato tutto e quello che deve ancora cambiare perché avvenga davvero ora ha bisogno di voi. Siete tanti ad avere già fatto questa scelta anche se le statistiche sono lente e i declinisti di professione non perdono occasione per raccontare catastrofi che non esistono e bruciare la fiducia che è il carburante dei cambiamenti. Ragazzi, tornate a Napoli. Qui oggi, da Scampia a Bagnoli, dal lungomare in festa per gli azzurri e in fibrillazione per l’America’s cup, fino a Marina di Stabia passando per Napoli est si respira l’aria del futuro. Venite a ossigenarvi a pieni polmoni. Farà molto bene a voi e a noi.
Buon Ferragosto a tutti.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link