Decontribuzione Sud Pmi, come funziona il bonus per le piccole aziende


Fare contratti a tempo indeterminato potrebbe essere più conveniente, almeno sul fronte versamento dei contributi. Esiste un’agevolazione contributiva destinata a microimprese, piccole e medie imprese che hanno assunto lavoratori a tempo indeterminato in specifiche regioni del Centro e Sud Italia. Questa misura, nota come “Decontribuzione Sud PMI”, ha l’obiettivo di sostenere l’occupazione stabile nelle aree ritenute più svantaggiate, riducendo i costi previdenziali per le aziende.

Chi può beneficiare della decontribuzione

Possono chiedere questa agevolazione sul versamento dei contributi le piccole e medie imprese appartenenti alle seguenti regioni:

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  • Abruzzo
  • Molise
  • Campania
  • Basilicata
  • Sicilia
  • Puglia
  • Calabria
  • Sardegna

L’agevolazione è rivolta ai datori di lavoro privati, con esclusione di due settori, quello agricolo e quello dei contratti di lavoro domestico, e si applica solo ai rapporti di lavoro dipendente a tempo indeterminato. La misura è pensata per favorire l’occupazione stabile e incentivare la permanenza dei lavoratori nelle regioni interessate, supportando allo stesso tempo la competitività delle imprese.

Come funziona la Decontribuzione Sud PMI

Questo sostegno economico è una sorta di “sconto” sui contributi da versare per i dipendenti. Consiste, nel dettaglio, in un esonero dal versamento di una parte della contribuzione previdenziale dovuta dai datori di lavoro. L’importo e la percentuale dell’esonero variano in base all’anno di applicazione e alla data di assunzione dei lavoratori. Inoltre, l’agevolazione sul versamento dei contributi è valida per più anni, fino al 2029. Entrando nel dettaglio, queste le cifre anno per anno:

  • per il 2025, in misura pari al 25% dei complessivi contributi previdenziali per un importo massimo di 145 euro su base mensile per 12 mensilità, per ciascun lavoratore a tempo indeterminato assunto alla data del 31 dicembre 2024;
  • per il 2026, in misura pari al 20% dei complessivi contributi previdenziali per un importo massimo di 125 euro su base mensile per 12 mensilità, per ciascun lavoratore a tempo indeterminato assunto alla data del 31 dicembre 2025;
  • per il 2027, in misura pari al 20% dei complessivi contributi previdenziali per un importo massimo di 125 euro su base mensile per 12 mensilità, per ciascun lavoratore a tempo indeterminato assunto alla data del 31 dicembre 2026;
  • per il 2028, in misura pari al 20% dei complessivi contributi previdenziali per un importo massimo di 100 euro su base mensile per 12 mensilità, per ciascun lavoratore a tempo indeterminato assunto alla data del 31 dicembre 2027;
  • per il 2029, in misura pari al 15% dei complessivi contributi previdenziali per un importo massimo di 75 euro su base mensile per 12 mensilità, per ciascun lavoratore a tempo indeterminato assunto alla data del 31 dicembre 2028.

Ci sono, ovviamente, anche delle eccezioni. L’esonero non riguarda i contributi destinati a premi dovuti all’INAIL, mentre resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.

L’Inps ha specificato che l’agevolazione è però cumulabile con altri incentivi, nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa europea sugli aiuti di Stato. Bisogna fare attenzione anche alla regolarità dei pagamenti, e non solo. La fruizione dello sconto sui contributi è subordinata alla regolarità contributiva del datore di lavoro, alla corretta applicazione dei contratti collettivi e al rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.

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