“La Zes è la risposta ad alcune
prerogative che, girando per il territorio, ci venivano
richieste da anni dagli imprenditori”. Così il presidente della
Regione Marche, Francesco Acquaroli, in un video diffuso ieri
sera sui social nel quale ha spiegato quelli che secondo Palazzo
Raffaello sono i vantaggi del disegno di legge annunciato dal
governo sull’ingresso delle Marche, così come dell’Umbria, nella
Zona economica speciale (Zes).
“Il primo fattore che tutti gli imprenditori citavano come
più critico sulla competitività riguardava la burocrazia. In
questo senso la Zes dà la possibilità a tutto il territorio di
usare una semplificazione che riguarda sia l’ampliamento
dell’impresa esistente che la creazione di nuova impresa – ha
aggiunto Acquaroli – Un’altra questione che ci segnalavano era
quella del costo del lavoro. Da quello che ci risulta, come
succede in Abruzzo anche per le Marche sarà consentito un
contributo all’abbattimento del costo del lavoro per chi assume
over 35 disoccupati da tempo, per due anni consecutivi fino a
600 euro mensili. Sul credito d’imposta, infine, vigono i
criteri e le normative relative agli aiuti di Stato che
considera un’area individuata negli anni passati ai sensi del
Trattato del funzionamento dell’Unione Europea come aree più in
difficoltà. Su questo vogliamo evitare che ci siano equivoci e
capire se e come poter estendere il diritto ad altre aree delle
Marche”.
Infine, Acquaroli si è rivolto ai suoi avversari politici.
“Si può sempre migliorare tutto, ma non mi piace l’atteggiamento
di chi cerca di distruggere disinformando o peggio di
disinformare mistificando creando competizione e conflittualità
nel territorio. – ha concluso il presidente – Non serve a
nessuno. Questa opportunità dà forza a tutto il sistema
produttivo e ognuno di noi, pur guardando i propri legittimi
interessi, deve comprendere che la nostra capacità competitiva
deriva dalla capacità del sistema circostante. Invece di
criticare questa straordinaria opportunità si impegnino nei
confronti delle istituzioni europee per chiedere l’ampliamento
delle aree indicate”.
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