Matteo Ricci: Marche tra stagnazione economica e turismo debole


Le Marche stanno affrontando una fase di rallentamento economico che si riflette sia nell’industria sia nel comparto turistico. Secondo i dati diffusi da Confindustria, nel secondo trimestre dell’anno la produzione industriale regionale ha registrato un calo del 2% su base annua, un dato che si somma all’incertezza legata all’introduzione di nuovi dazi internazionali, con potenziali ricadute sull’export.

Il tessuto produttivo marchigiano, fortemente orientato all’internazionalizzazione nei settori della meccanica, calzaturiero, arredamento e agroalimentare, rischia di subire contraccolpi significativi. Gli operatori locali temono che l’effetto combinato di contrazione della domanda interna, aumento dei costi di approvvigionamento e nuove barriere tariffarie possa ridurre ulteriormente la competitività.

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La proposta: un fondo da 10 milioni per diversificare i mercati

In questo scenario, viene avanzata l’ipotesi di istituire un fondo regionale da 10 milioni di euro destinato alle imprese che intendono espandersi verso nuovi mercati extra-UE o potenziare la propria presenza all’estero. L’obiettivo sarebbe quello di finanziare missioni commerciali, fiere internazionali, attività di marketing e programmi di formazione sull’export management.

Si tratterebbe di una misura anticiclica, pensata per contrastare l’effetto dei dazi e ridurre la dipendenza da pochi mercati di riferimento. In assenza di strumenti di supporto, le PMI rischierebbero di non avere la capacità finanziaria e organizzativa per affrontare in tempi rapidi un processo di riconversione commerciale.

Turismo: stagione estiva sottotono e bassa quota di visitatori stranieri

Oltre al settore manifatturiero, anche il turismo mostra segnali di debolezza. La stagione estiva 2025, secondo le prime rilevazioni degli operatori, è partita in sordina, con un tasso di occupazione delle strutture ricettive inferiore rispetto agli anni pre-pandemia.

Le cause sono in parte macroeconomiche: il calo del potere d’acquisto degli italiani – determinato dall’inflazione e dalla stagnazione salariale – ha spinto molti a ridurre la durata delle vacanze o a scegliere destinazioni più economiche. Ma il problema più strutturale riguarda la limitata incidenza del turismo internazionale: le Marche si collocano al penultimo posto in Italia per presenze straniere.

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Questo gap riduce la resilienza del comparto turistico, che in altre regioni riesce a compensare la flessione della domanda interna con l’afflusso di visitatori dall’estero. Il turismo culturale, in particolare, potrebbe rappresentare una leva di sviluppo: mentre città come Roma, Firenze e Venezia registrano livelli di saturazione, il patrimonio storico-artistico marchigiano resta sottoutilizzato.

Verso un brand “Marche – il buon vivere”

Gli analisti del settore marketing territoriale sottolineano che l’identità turistica delle Marche non risulta ancora chiara sui mercati internazionali. L’attuale strategia promozionale (“Let’s Marche”) non avrebbe generato un posizionamento distintivo, soprattutto in confronto con brand consolidati come “Toscana” o “Dolomiti”.

Un approccio alternativo potrebbe puntare sul concetto di “buon vivere”, integrando turismo balneare, culturale ed enogastronomico con un’immagine di qualità della vita elevata, frutto della vicinanza tra mare e montagna, dell’ospitalità diffusa e della sicurezza dei centri abitati. Tale posizionamento, se supportato da campagne digitali mirate e da accordi con tour operator esteri, potrebbe attrarre segmenti di mercato in crescita come il turismo slow e il workation.

Il rilancio economico e turistico delle Marche richiede un coordinamento tra politiche industriali e strategie di promozione territoriale. Sul fronte produttivo, le imprese necessitano di strumenti rapidi per reagire ai cambiamenti geopolitici e alle barriere commerciali. Sul fronte turistico, è indispensabile diversificare la domanda, aumentando la quota di visitatori stranieri e prolungando la stagionalità.

In questo contesto, il mese di settembre – tradizionalmente in crescita per il turismo nazionale – sarà un test importante per valutare la capacità del comparto di recuperare terreno. Parallelamente, l’autunno rappresenterà un momento decisivo per definire, anche in sede istituzionale, le politiche di sostegno all’export e la nuova strategia di marketing territoriale.

La sfida per le Marche sarà passare da una fase di reazione alle emergenze a una visione strutturale di medio-lungo periodo, capace di coniugare competitività industriale e attrattività turistica, evitando il rischio di un rallentamento prolungato.



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