Cina, in arrivo la manovra fiscale per rilanciare l’occupazione giovanile


Il Consiglio di Stato ha presentato un piano di azione per sostenere l’ingresso nel mondo del lavoro dei neolaureati

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Un numero record di 12,2 milioni di laureati si affaccia quest’estate sul mercato del lavoro cinese. Il Governo di Pechino si trova di fronte a una delle sfide più delicate degli ultimi decenni: evitare che una generazione istruita e tecnologicamente pronta scivoli ai margini dell’economia. I dati parlano chiaro e la disoccupazione giovanile non è più un sintomo passeggero, ma una crisi strutturale che richiede interventi straordinari. La risposta arriva sotto forma di leva fiscale: un ambizioso piano di incentivi, sgravi e sussidi con l’obiettivo di rimettere in moto occupazione, produttività e fiducia dei giovani.

Il paradosso del lavoro giovanile: tra record di laureati e crisi occupazionale
Nel 2025, la Cina è diventata uno dei Paesi con la più alta concentrazione di laureati al mondo. Tuttavia, l’impennata dei titoli accademici non ha trovato un corrispondente sbocco lavorativo. Sebbene i settori ad alta tecnologia – come le energie rinnovabili, l’intelligenza artificiale e la biofarmaceutica – offrano spiragli promettenti, il sistema nel suo complesso mostra profonde crepe. Il settore manifatturiero, per esempio, accusa una carenza cronica di manodopera qualificata, stimata in oltre 30 milioni di posti vacanti. Nel frattempo, migliaia di giovani accettano ruoli sottopagati o incompatibili con il proprio percorso di studi; altri, invece, si ritirano del tutto dal mercato del lavoro. È il volto sociale del “tang ping”, lo “stare sdraiati”: una forma di disobbedienza silenziosa e virale, che riflette il rifiuto di un sistema percepito come eccessivo, iniquo e privo di prospettive. Il passaggio dal famigerato modello “996” (dalle 9 alle 21 per sei giorni a settimana) a un ancora più estenuante “997” ha solo accentuato la fuga dai settori tradizionali. In questo contesto, la crisi si approfondisce: secondo l’Ufficio nazionale di statistica, a maggio 2025 il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto il 14,9% nella fascia 16-24 anni (escludendo gli studenti) e il 7% tra i 25-29 anni. Città come Pechino e Shanghai attraggono talenti ma offrono condizioni difficili: orari massacranti, salari bassi e pochi sussidi. Nelle regioni centrali e occidentali, invece, il divario tra istruzione e occupazione continua ad allargarsi, rendendo ancora più urgente una risposta strutturale.

La risposta del Governo: una nuova manovra fiscale in 17 punti
Per contrastare questa deriva, il Consiglio di Stato ha presentato il 9 luglio una vasta manovra fiscale articolata in 17 misure, il cui cuore è il sostegno diretto all’occupazione giovanile tramite strumenti fiscali mirati. Il piano punta a rafforzare il ruolo delle imprese – in particolare piccole e medie – come protagoniste dell’inserimento lavorativo. A queste, il Governo offrirà un incentivo economico fino a 1.500 yuan per ogni giovane assunto con contratto di lavoro regolare e versamenti previdenziali per almeno tre mesi. Parallelamente, saranno rafforzati i meccanismi di protezione sociale: i governi locali potranno innalzare fino al 90% i rimborsi sull’assicurazione contro la disoccupazione per le Pmi (rispetto al precedente 50%) e fino al 50% per le grandi aziende (rispetto al precedente 30%). Sono inoltre previsti rinvii e dilazioni nei versamenti dei contributi pensionistici, assicurativi e contro gli infortuni per le imprese che si trovano in difficoltà finanziaria. Il messaggio fiscale è chiaro: chi investe nei giovani, viene sostenuto. Si tratta non solo di una misura sociale, ma di una vera e propria strategia economica: usare lo strumento fiscale per correggere distorsioni strutturali, rilanciare il ciclo occupazione-consumi-produzione e ridurre la pressione sulle casse statali in modo indiretto ma sostenibile.

Incentivi fiscali per la formazione professionale
Accanto agli sgravi per le assunzioni, la riforma investe anche nella ricostruzione del capitale umano attraverso percorsi formativi mirati con l’obiettivo di colmare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Il nuovo programma nazionale, attivo da luglio a dicembre 2025, prevede un’offerta modulare rivolta a neolaureati e giovani disoccupati. Ogni partecipante riceverà almeno tre proposte di impiego e accesso a corsi tecnici o tirocini retribuiti, con una particolare attenzione alle competenze più richieste dal mercato. La formazione diventa così non solo uno strumento educativo, ma un asset fiscale: le imprese che collaborano attivamente ai percorsi formativi potranno beneficiare di detrazioni aggiuntive e sostegni specifici. Particolare attenzione sarà riservata ai lavoratori migranti e alle categorie vulnerabili, per i quali l’accesso ai corsi sarà semplificato e sostenuto anche tramite incentivi locali.

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