Villa San Giovanni, «preoccupati per gli espropri»


Un azzardo, un espediente per aprire i rubinetti dei fondi pubblici da versare nelle casse delle imprese private. A Villa San Giovanni, sul versante calabrese, si interpreta così la notizia che ieri mattina il Cipess ha approvato il progetto definitivo del ponte sullo stretto. E i comitati locali si preparano a navigare tra Scilla a Cariddi per partecipare alla manifestazione NoPonte, in programma per sabato a Messina.

«Siamo molto preoccupati – spiega la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti – perché non può sfuggire che qui si gioca la sopravvivenza della città: il cantiere impatta l’intero territorio comunale, dividendolo in due parti, ma la città non è oggi preparata». La sindaca, la giunta, il gruppo consiliare Città in Movimento e tutta la maggioranza condividono la preoccupazione degli espropriandi: «L’approvazione del Cipess – aggiunge Caminiti – potrebbe segnare l’inizio delle procedure di esproprio che il consiglio comunale di Villa San Giovanni ha chiesto sia sospeso fino all’approvazione del progetto esecutivo. Dovremo leggere il deliberato Cipess prima di esprimere la nostra posizione sui contenuti dello stesso: è ovvio che alla luce di tutte le osservazioni e obiezioni poste in ogni sede, che suffragano la richiesta di sospensione della pubblica utilità da parte del Cipess (e quindi la fase di avvio della procedura di esproprio per i nostri concittadini), noi ci aspettiamo che la stessa venga accolta».

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L’amministrazione ha sempre espresso contrarietà a questo progetto definitivo approvato: «Continuiamo a ritenere che tutta la fase degli studi da noi richiesta dovesse essere anticipata, perché solo questo avrebbe potuto dare alla comunità la serenità con la quale deve affrontare una fase molto delicata nei prossimi anni».
Nessuna risposta è stata fornita dal governo alla richiesta di opere preliminari. «Non abbiamo ancora neppure contezza dell’accordo di programma firmato nelle scorse settimane con Anas e Rfi: abbiamo appreso dalla stampa, però, che la fase propedeutica all’apertura del vero e proprio cantiere prevede due anni di lavorazioni funzionali e preliminari», precisa la sindaca che ribadisce: «Agiamo per la tutela della città. Difendiamo gli interessi collettivi e, per primi, i diritti degli espropriandi».

Oltre all’esito dei ricorsi che saranno presentati nelle sedi europee e competenti, si resta in attesa della bollinatura della Corte dei Conti sugli aspetti finanziari ed economici, ma soprattutto che il comune di Villa San Giovanni riceva sia l’accordo di programma sia il deliberato Cipess per potersi adeguatamente preparare a ciò che Salvini annuncia avverrà nei prossimi mesi.

Il ministro dei Trasporti sarà a Villa San Giovanni oggi per magnificare l’imminente apertura dei cantieri. Invitata dal presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso, la sindaca Caminiti sarà presente alla conferenza di Salvini, che si svolgerà nell’area in cui potrebbe sorgere il pilone. «Il ministro ci dovrà spiegare – conclude la prima cittadina di Villa San Giovanni – come e dove intenda trovare i 17 miliardi mancanti per il tratto calabrese dell’alta velocità, di cui ancora non si conosce neanche il tracciato. Sinora nessun progetto è stato varato».
Al momento, in gestazione è solo il raddoppio della galleria Paola-Cosenza, che però rientra nella linea del traffico merci sull’asse Gioia Tauro-Taranto. Dunque non è da questo “buco” che transiterà il collegamento ferroviario per viaggiatori che nelle intenzioni del governo dovrebbe portare i treni in Sicilia, attraversando il ponte.



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